INNI E CANTI DEL DOPOGUERRA

  Gli inni, i canti e le più belle canzoni del secondo dopoguerra. Prima che l'entropia culturale se li porti via...

 
    In questa pagina troverete dei file audio, cliccando sui link AUDIO. In linea di massima l'audio richiesto dovrebbe scaricarsi nel vostro PC attraverso il lettore multimediale del vs browser. Questo significa che vedrete aprirsi una piccola finestra da dove assisterete allo scaricaricamento progressivo, indicato percentualmente, del file audio richiesto. Volendo potrete cominciare ad ascoltarlo anche prima dello scaricamento completo ma in questo caso, se non avrete avuto l'accortezza di scaricarne un pezzo sufficientemente grande (dal 10 al 25%, dipendendo dalla grandezza del file), è possibile che l'ascolto si interrompa in attesa del completamento di scarico. Se al termine della vostra navigazione in Internet vorrete ritrovare e conservare in una vostra cartella i file audio che avevate scaricato, ascoltandoli o meno, basterà che cerchiate all'interno della cartella "Windows" la cartella "Temporary Internet Files". Aprendola vi troverete tutti i file (di testo, foto, audio, etc.) più recenti importati nel vostro PC dal vostro browser. Per facilitare il ritrovamento dei file audio in questione potete ordinarli per data di accesso. A questo punto basterà copiarli e incollarli nella cartella che preferite. Gli audio saranno poi eseguibili come un qualsiasi file con estensione <.wav>. Attenzione: se un nostro file .wav non viene eseguito dal vostro lettore di file multimediali "Winamp" o se, comunque, non viene eseguito dal vostro programma audio, provate a rinominarlo con l'estensione .mp3
    Un altro modo per scaricare un file audio per sentirlo successivamente è il seguente: Si va col mouse sul link AUDIO e si clicca col tasto destro. Compare allora un riquadro in cui si può scegliere l'opzione (Save...) per scaricare il file nella cartella desiderata.

 
 In questa pagina troverete testi completi di canzoni e, in linea di massima, solo brani parziali di registrazione musicale che peraltro risulterà di qualità non eccellente rispetto agli originali.. Ciò è dovuto ad una forte "compressione" del file sia per risparmiare spazio di memoria e tempo di scaricamento sia perchè riteniamo che il compito del nostro sito, che non ha scopo di lucro, sia solo quello di insegnare o far ricordare la traccia musicale. Per coloro che desiderano la qualità e la completezza di queste canzoni rimandiamo alle seguenti pagine di indirizzi di rivenditori:
 
CATALOGO DEI LIBRI SULLA RSI E DEL MATERIALE DISCOGRAFICO IN VENDITA PRESSO LA LIBRERIA "EUROPA" DI ROMA Fra le condizioni di vendita anche la possibilità di pagare con Carta Visa e di seguire il vostro ordine tramite Internet.
 
INFORMAZIONI IN GENERALE SU COME PROCURARSI CD E MUSICASSETTE
 
dove troveranno le indicazioni per procurarsi CD o cassette. Qualsiasi produttore di questa musica sarà, a richiesta, da noi segnalato.
 

 
 
Volete aiutarci?
 
Stiamo raccogliendo le più famose canzoni della tradizione popolare italiana: canzoni, cori, etc.
Da "O' sole mio" (e come se ne potrebbe fare a meno?), a "Molighe el fil che svoli", da "Lu cardille" ("Vola Vola") a "Stelutis alpinis" e così via. Ne abbiamo già diverse ma abbiamo bisogno di aiuto. Mandatecele per posta elettronica indicandocene la regione o la città.  E fra breve le metteremo in uno o più file a disposizione di tutti (ivi compresi gli emigrati).
E-mail:
<a causa dell'afflusso inverosimile di email che giungono in queste settimane, come effetti di virus o di pubblicità indesiderata, siamo costretti a disattivare per un pò di tempo il nostro indirizzo email con la speranza di renderlo poi inutilizzabile e quindi non più preso di mira. Può essere che prima o poi daremo un indirizzo alternativo. Del resto una pausa della posta è opportuna perchè sono tante anche le email serie >
 I testi delle canzoni contenuti nel sito sono proprietà dei rispettivi autori. La Legge n. 159 del 22 maggio1993 ne consente l'uso solo per attività didattica, di studio e di ricerca. Gli autori potranno richiederne la rimozione in qualsiasi momento.

CANTI DEL DOPOGUERRA
ALCUNE CANZONI DI MUSICA LEGGERA LEGATE A TEMI DEL DOPOGUERRA

CANTI DEL DOPOGUERRA

IL CANTO DEGLI ITALIANI (Inno del Movimento Sociale Italiano - 1948?)
CANZONE DI PASQUA
IL MERCENARIO
IL REDUCE
BUON NATALE CAMERATA
VENIAM DA MILLE STRADE
TRAMA NERA
E IO CANTO I CAMERATI
NON SCORDO
CLARETTA E BEN
CARA AMICA
 

 
 
STORIA IN RETE
Direttore Fabio Andriola
Uno degli ultimi numeri in edicola
 
 
IL CANTO DEGLI ITALIANI (Inno del Movimento Sociale Italiano - 1948?)
AUDIO (completo): IL CANTO DEGLI ITALIANI
 
Siamo nati in un cupo tramonto
di rinuncia, vergogna, dolore,
siamo nati in un atto d'onore
riscattando l'altrui disonor.
 
Siamo nati nel nome d'Italia
stretti intorno alla nostra bandiera,
è rinata con noi primavera
si è riaccesa una fiamma nel cuor.
 
Italia! Sorgi a nuova vita,
così vuole chi per te morì,
chi il suo sangue donò,
chi il nemico affrontò,
giustizia alla Patria darà.
 
Italia! Rasserena il volto,
abbi fede, nostro è l'avvenir.
Risorgi! Risorgi, o Italia,
si ridesta la tua gioventù.
 
Noi saremo la vostra avanguardia,
Italiani, coraggio, in cammino,
solo ai forti sorride il destino,
liberate la Patria e il Lavor!
 
Noi saremo la fiamma d'Italia
il germoglio di un alba trionfale,
la valanga impetuosa che sale,
Italiani, coraggio, con noi!
 
Italia! Sorgi a nuova vita...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CANZONE DI PASQUA
 
Forse perch'è la fine di un illusione,
forse perchè con Lui imparammo a odiare,
ma quando pronunciamo questo Nome
c'è sempre chi vorrebbe non ricordare.
 
Solo seguì la strada; e gli altri intorno,
ad aspettar che fosse arrivato,
e quando il sole illuminò quel giorno
da tutto quanto il popolo fu acclamato.
 
La gente grida per il Redentore,
il gregge segue sempre il Pastore...
La gente grida per il Redentore,
il gregge segue sempre il Pastore...
 
Ma un Uomo è sempre un uomo, anche se forte;
è come una sirena l'idolatrìa,
che  sorridendo cambiala Sua sorte
e vede amici dove c'è ipocrisìa.
 
Quelli che l'han seguito nella Sua gloria,
e che sulle Sue orme han camminato,
quelli che gli hanno detto : "Tu sei la Storia"
sono gli stessi che L'hanno abbandonato
 
La Domenica delle palme
gettano le vesti sotto le Sue scarpe...
La Domenica delle palme
gettano le vesti sotto le Sue scarpe...
 
Penzola là nel vuoto quel Crocifisso
appeso per i piedi alla Sua sorte.
Amare invano ed essere odiato tanto:
Chi potrà mai vantarsi della Sua morte?
 
La libertà non vede in viso
il sangue macchia il Suo sorriso...
La libertà non vede in viso
il sangue macchia il Suo sorriso...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
IL MERCENARIO
 
Sono morto nel Katanga,
venivo da Lucera,
avevo quarant'anni
e la camicia nera.
 
Di me la gente dice
che sono un mercenario
soltanto per bottino
soltanto per denaro.
 
Ma adesso che son steso
guardate nel mio sacco,
ci troverete un mitra 
e un'oncia di tabacco.
 
Invano cercherete
soldi nel tascapane,
li ho spesi proprio tutti
insieme alle puttane.
 
Amavo una ragazza
di razza Congolese
ma l'ho perduta ai dadi
con Jimmi l'Irlandese.
 
Se io fossi rimasto a casa
là nella mia Lucera
avrei la moglie grassa,
i figli e la pancera.
 
Avrei la moglie grassa
le rate, la seicento,
mutua, televisione
panciotto, doppiomento.
 
Invece sono andato
in giro per il mondo
adesso sto crepando
quaggiù nel basso Congo.
 
La mia pelle brucia
in questo letamaio,
ma l'ONU se ne frega
perchè son mercenario.
 
I fuochi sono spenti
ormai scende la notte,
addio verdi colline,
addio dolci mignotte.
 
Addio dolci bambine
coi fiori tra i capelli,
ragazze senza nome
lasciate nei bordelli.
 
Coi nostri baschi rossi
ho fatto una bandiera,
portatela agli amici
che invecchiano a Lucera.
 
Viva la morte mia
viva la gioventù
viva la morte mia
viva la gioventù.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
IL REDUCE
AUDIO (completo): IL REDUCE
 
Un giorno dopo l'altro...
e cadono le foglie
Autunno alla stazione...
non c'è tua moglie.
 
Saluti i vecchi amici
che han visto la battaglia
ti muovi per le strade
piano piano
 
Sentirsi come un cane...di tuo: una Divisa,
due gladi ed il tuo onore, un cuore e una ferita.
 
Tornare dal deserto,,
sentirsi ancor più solo.
Il vecchio bar all'angolo,
la chiesa rasa al suolo.
 
E sguardi ostili intorno.
Neppure una parola
Qualcuno che ti osserva
già vorrebbe la tua gola.
 
E gli occhi di una donna
ti fissano pietosi
i vent'anni di chi ha perso
nei suoi gesti un pò scontrosi
perchè i tuoi diciott'anni
li hai giocati con la morte 
ogni giorno, ogni istante
hai costruito la tua sorte.
 
Per difendere un'idea,
un onore calpestatato,
perchè chi tradì a Settembre
non sarà mai perdonato.
 
Continuano a fissarti
dal fantasma di un portone.
Han paura anche da vivo
son vigliacchi senza nome.
 
Perchè ora che il tuo mondo
l'han bruciato gli imboscati
tu ricordi ancora SOGNI
che NON sai dimenticarti....
 
Ti sei portato dietro la tua primavera
quegli anni ancora verdi nella tua camicia nera
Domani... domani.... dovrai ricominciare
a dimostrare al mondo cos'è una fede vera
e adesso che tuo figlio già reclama la ricchezza
te la sei giocata allora per un attimo di fierezza
Ti sei portato dietro la tua primavera
quegli anni ancora verdi nella tua camicia nera
Domani... domani.... dovrai ricominciare
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
  
Vi è un'importante novità.
Inizia una operazione interattiva a vasto raggio portata avanti dai nuovi curatori del data base. Visibiltà della parte essenziale del database, rapido contatto per le correzioni e sgnalazioni, aggiornamento ogni due mesi del data base in rete.
Libri in formato PDF gratuitamente scaricabili dal nostro sito
Il primo titolo:
"Cari Compagni"
Un breve ma affascinante collage di testi e documenti che portarono alla Socializzazione................ la cinica abrogazione di essa da parte del CLN ............. ai "compagni" che non riescono a capire quello che hanno sotto il naso............ preferendo attribuire -come il perfido nanetto dell'Armata Brancaleone II- i guai ................. ad un fascismo ...... quanto il fascismo sia stato determinante nella introduzione ........
repere
 
 
 
 
BUON NATALE CAMERATA
 
Buon Natale Camerata
i Balilla son con Te
Suona sempre l'adunata
Buon Natale
 
Con la tua Camicia Nera
puoi ancor dire verità
e la Fiamma tricolore
Vincerà
 
Buon Natale Camerata
fai rinascere gli Eroi
Buon Natale tutto l'anno
solo a Te
solo a Te.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
VENIAM DA MILLE STRADE
 
Veniam da mille strade
non abbiam nè età nè storia
nessuno canterà la nostra gloria.
Sognando Età dell'Oro
giochiamo con la vita,
ma con il nostro tempo abbiamo aperto una partita.
Ci spiace per i poveri meschini benpensanti,
ma adesso noi dobbiamo andare avanti...
 
Perchè è giunto il nostro tempo,
tempo da disperati,
ma questo è il nostro tempo, Camerati!
 
Per noi che non vogliamo
nè Marx nè il Capitale
...e la democrazia... ormai sappiamo cosa vale....
non bastan le parole di vecchi ciarlatani.
Con voi abbiamo chiuso,
oggi è già per noi domani...
 
Per noi non c'è più posto
in un mondo di relitti.
Ma non saremoi quelli sconfitti!
 
Perchè è giunto il nostro tempo,
tempo da disperati,
ma questo è il nostro tempo, Camerati!
 
E senza ipocrisia, sappiamo anche peccare,
e poi...non contiam balle per farci perdonare.
Non siam nè eroi nè santi,
portiam la nostra Croce:
ma il mondo avrà domani un'altra voce.
 
Con la rabbia in mezzo ai denti sembriamo senza cuore.
Ma "Fedeltà" si chiama il nostro onore.
E "fedeltà" vuol dire giurare senza inganni,
e non TRADIRE MAI PER MILLE ANNI,
cantar la giovinezza o il tempo che và e muore,
portare sempre un sogno dentro al cuore.
 
Con il vostro progresso
avete ucciso il Cielo.
Ma il Sole brucerà quel vostro velo.
 
Perchè è giunto il nostro tempo,
tempo da disperati,
ma questo è il nostro tempo, Camerati!
 
Perchè è giunto il nostro tempo,
tempo da disperati,
ma questo è il nostro tempo, Camerati!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
TRAMA NERA
 
Trama nera, trama nera,
sol con te si fa carriera.
Trama nera, trama nera,
tu dai la felicità.
 
Se vuoi tu migliorar la posizione
ed aumentare il minimo della pensione,
fai subito domanda di assunzione
in uno dei canali della teleinformazione
 
ed ogni sera tu alle otto e trenta,
la lacrima sul ciglio, la voce spenta,
raconta che a Milano è mancata la luce
perchè uno sconosciuto ha gridato: "Viva il Duce"
e che se le galline non fanno più l'uovo
è certo stato un colpo di Ordine Nuovo.
 
Se poi qualche compagno ci mette la bomba
tu non ti preoccupare, la storia sai si monta
e a far passare per nero ciò che è rosso
lo fanno da trent'anni a più non posso.
 
Trama nera, trama nera,
sol con te si fa carriera.
Trama nera, trama nera,
tu dai la felicità.
 
Se sei un ragazzino che gli piace
far la rivoluzione in santa pace,
se ami minacciar la borghesia
marciando con la scorta della polizia,
 
se vuoi che la ragazza ti citi ad esempio.
sei vuoi che il partito di te sia più contento,
 
racconta come hai fatto con voce sicura,
a denunciare subito la vera paura,
scambiando per Littore una vecchia contadina,
che andava per i campi con in spalla una fascina.
 
Trama nera, trama nera,
sol con te si fa carriera.
Trama nera, trama nera,
tu dai la felicità.
 
E se la tua ragazza ti ha piantato,
dicendo che le sembri un pò un pistola,
tu non ti preoccupare e vai filato
a raccontare a tutti questa fola:
 
tu dì che è stata colpa dei fascisti,
vedrai si muoveranno anche i ministri,
e se intervisteranno poi l'Oriana
vedrai che giurerà di averli visti.
 
Ma se malgrado tutto lei non torna,
tu lascia tutti e vai al Quirinale,
la certo troverai un radicale
che ti consolerà con un rapporto un pò anormale
 
Trama nera, trama nera,
sol con te si fa carriera.
Trama nera, trama nera,
tu dai la felicità.
 
Se non hai vinto mai un terno al lotto,
se proprio oggi a te scade l'affitto,
se hai perso per scommessa quattro cene
e come poi pagar non lo sai bene
 
ascolta che ti dico come fare,
ciò che fa per te ti voglio indicare
rivolgiti sicuro a Panorama
la pagheranno bene la tua trama.
 
Racconta che un bel giorno
passando per i boschi
scorgesti una radura
con certi tipi loschi.
 
E insieme ai tipi loschi c'erano:
due carriarmati,
un'antiaerea,
ventidue SS,
un ritratto di Benito,
Giulio Cesare,
quattro legioni,
due svastiche,
quindici forchette non socialiste,
la volpe del deserto,
due cani da caccia,
un cavallo bianco,
una crostata di mele,
 
E la sodisfazione avrai eccezionale,
di esser nominato eroe nazionale.
 
Trama nera, trama nera,
sol con te si fa carriera.
Trama nera, trama nera,
tu dai la felicità.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
E IO CANTO I CAMERATI
 
Basta prendere una chitarra,
farci sopra quattro accordi,
attaccarci due parole,
cominciare a cantar storie.
 
Il segreto riuscire,
per gettarsi sul mercato,
è cantare le ingiustizie
del povero e del diseredato.
 
E c’è chi canta il disperato
che è finito a San Vittore
perchè un giorno sul mercato
rubò per fame un cavolfiore.
 
C’è chi canta quel vecchietto
che è finito a San Vittore
perchè un litro di barbera
gli mise in gola troppo buon umore.
 
C’è chi canta quella signora
che è finita a San Vittore
perchè per sfamare i figli
vendeva a tutti un po' d’amore.
 
E la gente si commuove,
e la gente ha il cuore in mano,
compra il disco e si risente
quel pietoso caso umano.
 
Ma io invece canto gente
che non fa pietà a nessuno,
perchè questa è la mia gente,
li conosco ad uno ad uno.
 
E io canto il camerata
che è finito a San Vittore
perchè in piazza un dì difese in piazza
dagli sbirri il tricolore.
 
E io canto il camerata
che è finito a San Vittore
perchè voleva che cambiasse
questo mondo senza onore.
 
E io canto i camerati
che finiscon sempre dentro
perche il regime senza paura
possa vivere contento.
 
E io canto i camerati
che son dentro senza accusa
se non quella di esser vivi
senza averne chiesto scusa.
 
E io canto i camerati
che giù a Roma han messo dentro
perchè il ministro non voleva
che il PCI fosse scontento.
 
Perchè quando a sparare
si sa che sono i comunisti
il delinquente è molto
meglio ricercarlo fra i fascisti.
 
E io canto camerati
che stasera siete soli
perchè dietro quelle sbarre
avete insieme i nostri cuori.
 
E io canto camerati
che stasera siete soli
perchè dietro quelle sbarre
avete insieme i nostri cuori.
  
 
 * * * * * * * * 
 
 
NON SCORDO
 
Io non so dimenticare
la mia rabbia e la vergogna
nel vedere un ragazzino
che era già messo alla gogna
per aver voluto dire
"Io non posso dimenticare
un passato dignitoso
per il quale provo onore"
E veniva trascinato
per i corridoi di scuola
col cartello appeso al collo
con su scritta una parola
che per noi voleva dire
uno con un ideale
ma per tutto quanto il mondo
era il simbolo del male
E noi siamo ancora qui
per ricordare
e noi siamo ancora qui
per chi vuol dimenticare
Io non posso più scordarmi
del suo corpo sul selciato
e del fiore che sbocciava
dal suo sangue raggrumato
e un bastardo giornalista
preparava già una storia
dalla trama un po' già vista
per sporcarne la memoria
tanto da arrivare a dire
che era stato un suo fratello
a sparargli nella nuca
profittando del bordello,
per far ricader la colpa
su quei poveri compagni
vittime senza giustizia
del fascismo e dei suoi inganni
Ma noi siamo ancora qui
per ricordare
e noi siamo ancora qui
per chi vuol dimenticare
Io non chiedo la vendetta
non mi aspetto trasparenza
questa terra benedetta
non conosce la giustizia
Voglio solo ricordare
senza scomodare i morti
ma che almeno i nostri figli
non conoscano quei torti
E noi siamo ancora qui
per ricordare
e noi siamo ancora qui
per chi vuol dimenticare.
Per mille e mille
e mille e mille anni...
 
 
 * * * * * * * * 
  
 
CLARETTA E BEN
 
Su svegliatevi
riscuotetevi
vedo in cielo come una bandiera
come un'aquila
tra le nuvole
che riaffiora dalla memoria
forse è un inno
o solo un sogno
il ricordo di una canzone
ma ora sale sai
come il ritmo
di una marcia dentro al mio
cuore
Han ballato sui loro corpi
han sputato sul loro nome
han nascosto le loro tombe
ma non li possono cancellare
puoi vederli sai
sono tutti qui
con le braccia levate al Sole
sono tutti qui
io li vedo
piovon fiori su piazzale Loreto
E' una piazza piena di sogni
un'armata di cari amici
mille anime di caduti
ma nel ricordo non li hanno uccisi
sono i giovani di Acca Larentia
ed i ragazzi in camicia nera
i fratelli
di Primavalle
ed i martiri dell'Emilia
E ora sono qui
son sempre qui
son tornati a marciare ancora
dalle carceri
dalle foibe
dagli scrigni della memoria
mille innanzi a me
mille dietro
ed altri mille per ogni lato
è difficile
ma ci credo
piovon fiori su piazzale Loreto
E io ho il cuore nero
e tanta gente
mi vorrebbe al cimitero
Ma io ho il cuore nero
e me ne frego e sputo
in faccia al mondo intero
 
 
 * * * * * * * * 
  
 
CARA AMICA
 
Cara amica
di una vita
io non posso 
spiegarti meglio
ma diciamo
per capirci
che è quando dormo 
che son più sveglio
e che mentre 
sto qui nel letto
succedon cose 
che non t'ho mai detto
certe volte amica mia
dalle lenzuola io vado via
e ciò che lascio steso 
qui al tuo fianco
è solo ciò di cui son più stanco
Certe volte me ne devo andare
e via con me tu non puoi venire
perché la strada 
che devi fare
da nessun altro 
la puoi imparare
Posso dirti solamente
ciò in cui credo più fermamente
che c'è un sentiero fatto di brina
che poi sparisce 
appena viene mattina
e alla fine dei nostri giorni
da casa vieni ed a casa ritorni
Andiamo a casa dai
andiamo a casa dai
andiamo a casa
andiamo a casa
...
  
 

 
 
Vi segnaliamo
il sito ufficiale dell'archivio storico della musica alternativa
curato dall'Ass. Cult. Lorien
www.lorien.it
 
dove potrete trovare tutto quello che concerne la musica alternativa dagli anni '60 ad oggi.
Presso la sede - via Teodosio 82 # 20131 Milano - è inoltre attivo l'archivio multimediale della musica alternativa, molto più completo rispetto alla versione leggera per internet (che è comunque in fase di continuo aggiornamento).
 
 

ALCUNE CANZONI DI MUSICA LEGGERA LEGATI A TEMI DEL DOPOGUERRA
 
VOLA COLOMBA
di Cherubini - Concina
Vincitrice del secondo Festival di Sanremo, nel 1952 (cantata da Nilla Pizzi), è una canzone ispirata alle tristi vicissitudini della città di Trieste. Infatti con il Trattato di Parigi (1948), Trieste fu tolta all'Italia per costituire il cosiddetto Territorio Libero di Trieste e solo nel 1954 ritornò all'Italia, se pure monca di tutto il suo entroterra istriano. La canzone è una struggente preghiera per il ricongiungimento della città all'Italia.
 
VECCHIO SCARPONE
di Donida - Calibi
Classificata al terzo posto ex aequo al Festival di Sanremo del 1953, la canzone, cantata da Gino Latilla, è a tempo di marcia e si presta bene ad essere cantata in coro, come lo fu spesso, all'epoca, nelle gite scolastiche e nelle escursioni in montagna. Nell'immediato dopoguerra, ravvivava il sentimento patriottico di chi aveva compiuto il suo dovere di soldato ed era forse disponibile ad impugnare ancora le armi per riscattare l'onore dell'Italia.
 
CAMPANE DI MONTENEVOSO
di Cherubini - Concina
Degli stessi autori della famosissima "Vola colomba", questa canzone è probabilmente dello stesso periodo (1951 - 1952 ?). Anche se non altrettanto nota, fu cantata da Luciano Tajoli, ed è legata all'immensa tragedia delle italianissime terre della Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, strappateci dall'infame Trattato di Parigi. Monte Nevoso si trova sulle Alpi Giulie, quasi sul crinale di quello che è il vero confine naturale d'Italia. La canzone è dedicata a coloro che difesero quelle terre e non sono più tornati, ma la speranza rimane...


VOLA COLOMBA BIANCA VOLA
Inviataci dal cyberamanuense G.P.
AUDIO IN http://www.istrianet.org/istria/music/sound/
AUDIO IN http://www.comune.sarezzo.bs.it/rsa/cdmusicale/cdrsa.htm
 
Vola colomba
di Cherubini - Concina
Vincitrice del secondo Festival di Sanremo, nel 1952 (cantata da Nilla Pizzi), è una canzone ispirata alle tristi vicissitudini della città di Trieste. Infatti con il Trattato di Parigi (1948), Trieste fu tolta all'Italia per costituire il cosiddetto Territorio Libero di Trieste e solo nel 1954 ritornò all'Italia, se pure monca di tutto il suo entroterra istriano. La canzone è una struggente preghiera per il ricongiungimento della città all'Italia.
 
Dio del Ciel se fossi una colomba
Vorrei volar laggiù dov'è il mio amor,
Che inginocchiato a San Giusto
Prega con l'animo mesto:
Fa' che il mio amore torni
Ma torni presto
 
Vola, colomba bianca, vola
Diglielo tu
Che tornerò
 
Dille che non sarà più sola
E che mai più
La lascerò
 
Fummo felici uniti e ci han divisi
Ci sorrideva il sole, il cielo, il mar
Noi lasciavamo il cantiere
Lieti del nostro lavoro
E il campanon din don
Ci faceva il coro
 
Vola, colomba bianca, vola
Diglielo tu
Che tornerò
 
Tutte le sere m'addormento triste
E nei miei sogni piango e invoco te
Anche il mi vecio te sogna
Pensa alle pene sofferte
Piange e nasconde il viso tra le coperte
 
Vola, colomba bianca, vola
Diglielo tu
Che tornerò
 
Diglielo tu
Che tornerò.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
VECCHIO SCARPONE Inviataci dal cyberamanuense G.P.
 
Vecchio Scarpone
di Donida - Calibi
Classificata al terzo posto ex aequo al Festival di Sanremo del 1953, la canzone, cantata da Gino Latilla, è a tempo di marcia e si presta bene ad essere cantata in coro, come lo fu spesso, all'epoca, nelle gite scolastiche e nelle escursioni in montagna. Nell'immediato dopoguerra, ravvivava il sentimento patriottico di chi aveva compiuto il suo dovere di soldato ed era forse disponibile ad impugnare ancora le armi per riscattare l'onore dell'Italia.
 
Lassù in un ripostiglio polveroso,
Tra mille cose che non servon più,
Ho visto un poco logoro e deluso
Un caro amico della gioventù.
Qualche filo d'erba
Col fango disseccato
Tra i chiodi ancor pareva conservar.
Era uno scarpone militar.
 
Vecchio scarpone
Quanto tempo è passato
Quante illusioni 
Fai rivivere tu
Quante canzoni 
Sul tuo passo ho cantato
Che non scordo più
 
Sopra le dune
Del deserto infinito
Lungo le sponde
Accarezzate dal mar
Per giorni e notti
Insieme a te ho camminato
Senza riposar
 
Lassù tra le bianche cime
Di nevi eterne immacolate al sol
Cogliemmo le stelle alpine
Per farne dono ad un lontano amor
 
Vecchio scarpone
Come un tempo lontano
In mezzo al fango
Con la pioggia o col sol
Forse sapresti
Se volesse il destino
Camminare ancor.
 
Vecchio scarpone
Quanto tempo è passato
Quante illusioni 
Fai rivivere tu
Quante canzoni 
Sul tuo passo ho cantato
Che non scordo più
 
Lassù tra le bianche cime
Di nevi eterne immacolate al sol
Cogliemmo le stelle alpine
Per farne dono ad un lontano amor
 
Vecchio scarpone
Come un tempo lontano
In mezzo al fango
Con la pioggia o col sol
Forse sapresti
Se volesse il destino
Camminare ancor.
 
Vecchio scarpone
Fai rivivere tu
La mia gioventù.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
CAMPANE DI MONTENEVOSO Inviataci dal cyberamanuense G.P.
AUDIO: CAMPANE DI MONTENEVOSO
 
Campane di Monte Nevoso
di Cherubini - Concina
Degli stessi autori della famosissima "Vola colomba", questa canzone è probabilmente dello stesso periodo (1951 - 1952 ?). Anche se non altrettanto nota, fu cantata da Luciano Tajoli, ed è legata all'immensa tragedia delle italianissime terre della Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, strappateci dall'infame Trattato di Parigi. Monte Nevoso si trova sulle Alpi Giulie, quasi sul crinale di quello che è il vero confine naturale d'Italia. La canzone è dedicata a coloro che difesero quelle terre e non sono più tornati, ma la speranza rimane... 
 
Dietro i monti e i valichi 
tramonta il sole d'or 
mentre suona il vespro lontano.
Mormora ogni labbro 
la preghiera del Signor; 
quanta neve e quanto gelo in cuor!
 
Campane di Monte Nevoso
Che suonate nel vespro divin
Quel suono in un giorno radioso
Salutò cento giovani alpin.
 
Lasciarono il bianco paesello
Cento mamme altrettanti tesor
Un fior tra la piuma e il cappello
E una dolce canzone nel cuor.
 
Ritorneremo ancor sui nostri monti
E falceremo il grano al sole
Berremo l'acqua viva delle fonti
Che è pura come il nostro amor.
 
Campane di Monte Nevoso
Quei rintocchi nel cielo divin
Sembravano un grido angoscioso:
Proteggete i miei giovani alpin.
 
Tutto fu distrutto, ma tu torni a rintoccar
Campanil di Monte Nevoso
Tra le mure lacere c'è sempre un focolar
Cento cuori sempre ad aspettar.
 
[La primavera è tornata,
ha infiorato le valli e i sentieri,
che videro gli alpini partire,
e non li han visti più ritornare,
ma ogni cuore aspetta,
ancora ogni sera la valle riporta
l'eco di una canzone lontana]
 
quella dolce canzone d'amor.
 
Ritorneremo ancor sui nostri monti
E falceremo il grano al sole
Berremo l'acqua viva delle fonti
Che è pura come il nostro amor.
 
Campane col suono giocondo
Invocate la pace e l'amor
Non quella che predica il mondo
Ma la pace che vuole ogni cuor.
 
La pace, la fede
La pace, l'amor.
 
 

I SOLDATI REPUBBLICANI
GLI ULTIMI IN GRIGIOVERDE

 
CLICCANDO SU UNO DEI SEGUENTI RIGHI POTRETE RAGGIUNGERE ALL'ISTANTE INDIRIZZI, NUMERI TELEFONICI, EMAIL E SITI IN INTERNET CHE VI PARLANO DEGLI ULTIMI SOLDATI ITALIANI IN GRIGIOVERDE:
 
EDITORI
(Editori che dedicano maggior attenzione alla pubblicazione di libri sull'argomento RSI)
 LIBRERIE
(Le librerie dove facilmente si possono reperire libri sull'argomento RSI)
CATALOGHI DI LIBRI SULLA RSI IN DISTRIBUZIONE
(Cataloghi di libri sulla RSI presso editori, distributori, etc...)
PERIODICI
(Recapiti aggiornati periodici in edicola, per abbonamento, di arma, di associazioni, etc. sulla RSI)
VETRINA DEI LIBRI PIU' RECENTI SULLA RSI
(Per chi non si accontenta della "vulgata resistenziale" presentiamo, i libri più recenti sulla Repubblica Sociale Italiana)
RECENSIONI LIBRI SULLA RSI
(Un lungo elenco di recensioni di libri pubblicati negli ultimi anni sulla RSI usciti dagli anni '80 ad oggi: 2002)
 

Ritorno all'indice di:
INNI, CANTI, CANZONI POPOLARI E CORI DELLA PATRIA ITALIA

PER RITORNARE ALL'ARCHIVIO SULLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA:
DOMUS