RECENSIONI DI LIBRI SULLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA - 1999

 
    Tema di queste recensioni è la Repubblica Sociale Italiana. Le recensioni, inizialmente riprese soprattutto dal mensile NUOVO FRONTE di Trieste, sono poi state integrate anche con altre di diversa fonte, ivi compresa -talvolta- le presentazioni di copertina. Quando si è potuto abbiamo aggiunto le immagini delle copertine e queste sono state proposte, in attesa di recensione che non abbiamo, anche per libri che a nostro avviso potevano rientrare in questo soggetto.
    Si fa presente che il criterio di scelta è stato molto ampio. Talvolta trattasi anche di libri che trattano solo marginalmentre di RSI  (per esempio: foibe etc.) o di argomenti che, per vicende storiche, in qualche modo sono con la RSI connessi (per esempio: novità importanti anche sul ventennio fascista.
    Si sta cercando di associare ad ogni titolo le notizie presenti nel CATALOGO IN RETE OPAC che copre tutte, quasi tutte, le biblioteche d'Italia. Questo permetterà ai lettori di conoscere la più vicina ubicazione accessibile della pubblicazione.
    Nel corso di tale integrazione abbiamo ritenuto di segnalare anche i titoli che risultavano presenti in OPAC al Soggetto: "Repubblica Sociale Italiana".
    L'ordine temporale di presentazione dei libri è quello di edizione basato sul Catalogo OPAC. Se è presente più di una registrazione in OPAC le abbiamo presentate tutte per non omettere ogni possibile ubicazione. Se le registrazioni risultano in anni diversi abbiamo collocato il titolo (eventuale recensione ed eventuale copertina) nell'anno di edizione più datata, lasciando accanto anche altre registrazioni più recenti (forse quest'ultimo criterio sarà in futuro corretto).
    Poichè molti titoli sono sprovvisti di recensione saremo grati al lettore che vorrà collaborare inviandoci eventuale recensione di terzi (completa di fonte) o anche propria recensione accompagnando l'invio con proprio nome o pseudonimo.
ULTERIORI TITOLI SI POSSONO OTTENERE RICERCANDO IN OPAC CON LE PAROLE REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA OPPURE CON LE PAROLE 1943-1945 (O ALTRO) NEL CAMPO "TUTTI I CAMPI". SE SI VOGLIONO I TITOLI COMPLETI USARE LA VARIANTE SUTROS INVECE CHE ISBD.           

 
 
Cesare Fiaschi LA GUERRA SULLA LINEA GOTICA OCCIDENTALE Div. Monterosa 1944-1945
Ed. "Lo scarabeo’’, Bologna 1999 Pag. 276 - L. 42.000
Fiaschi, Cesare
ISBD: La guerra sulla linea gotica occidentale / - Bologna : Lo scarabeo, 1999 - 276 p. : ill. ; 24 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Fiaschi, Cesare
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
Codice identificativo: IT\ICCU\BVE\0187100 
    Sono passati 56 anni dalla costituzione della Monterosa, "la Divisione di ferro’’ ed i suoi componenti hanno testimoniato e testimoniano i Valori essenziali per l’esistenza ed il progresso di ogni società civile: il senso del Dovere, il senso dell’Onore e della Fedeltà, l’Amore per la Patria.
    Il testo presentato è opera di un Ufficiale (non di un ex) della bella Divisione alpina formata da volontari reduci dai vari fronti, da "ragazzi di leva’’ e da giovani volontari che reagivano all’infamia dell’8 settembre.
    Con bella prosa di carattere militare, semplice e schematica, l’Autore ci introduce per mano nelle vicende della Monterosa dal reclutamento alla formazione, all’addestramento in Germania, all’impiego al fronte, in un momento disperato per l’Europa, invasa e subissata dalle bombe. Allora ogni altra scelta sarebbe stata facile e redditizia nel futuro, ma chi ha un’anima nobile non può rifiutarsi nei momenti difficili.
    C’è ancora oggi una sorta di ostracismo nei confronti della Monterosa, un ostracismo che non appartiene ai Soldati. Ai confini d’Italia gli Alpini s’incontrano con i nemici di ieri, affratellati da un sentire comune che seppellisce gli odi ed i rancori, prerogativa di chi vi costruisce sopra le proprie fortune personali. I Soldati si affrontano duramente quando hanno il dovere di farlo ma, cessato lo scontro, ritorna la solidarietà esistente fra gli uomini che condividono lo stesso tipo di vita.
    La Monterosa è una delle quattro grandi Unità dell’Esercito della R.S.I. addestrate in Germania (1a Divisione Bersaglieri Italia/ 2a Divisione Granatieri Littorio / 3a Divisione di Fanteria di Marina San Marco) e fu formalmente costituita a Pavia il 1° gennaio 1944.
    Al rientro dal campo di addestramento di Münsingen nel Baden-Wuttemberg la grande Unità fu divisa in tre Gruppi da combattimento che vennero suddivisi nello schieramento difensivo ed antisbarco che andava dalla Linea Gotica fino alle Alpi Occidentali a chiusura dei valichi contro le unità alleate sbarcate nella Francia meridionale.
    L’impiego della Monterosa, unitamente ai Marò della San Marco, ai Bersaglieri della Divisione Italia e del Battaglione Mameli, sul fronte della Garfagnana viene ricostruito con dovizia di documenta-zioni che pongono in luce il valoroso comportamento dei Soldati italiani opposti ad un nemico supportato da un grande potenziale bellico materiale ma privo di mordente, fatta eccezione dei reparti Nippo-americani che si distinguevano per ferocia e per l’assoluta mancanza di rispetto verso i prigionieri ai quali tagliavano la gola. Il momento che più accese le speranze di riscossa fu quello dell’operazione Winter-gewitter, iniziata il 26 dicembre 1944, che vide partecipi i Reparti italiani che sfondarono le linee americane portandosi in vista di Lucca. La mancanza di un adeguato supporto di uomini e mezzi non permise lo sfruttamento del successo che si ridusse ad un assestamento della linea del fronte. L’offensiva primaverile alleata non conseguì successi sul fronte della Garfagnana, ma produsse lo sfondamento delle linee tenute dai reparti tedeschi nel settore della Versilia e delle colline della Strettoia.
Lo sfondamento poneva in serio pericolo il fianco della Divisione Italia (subentrata alla Monterosa) che fu costretta al ritiro degli uomini dislocati a difesa della valle del Serchio. La ritirata si svolse in modo ordinato ponendo in seria difficoltà gli attaccanti e culminò con la resa con "l’Onore delle armi’’ il 29 aprile 1945. Il Campo P.O.W. 337 tristemente famoso ed indegno di una nazione che si considera civile, accoglie i combattenti dell’"Armata senza speranza’’, mentre altrove si scatena la caccia dei vili nei confronti di chi ha compiuto il proprio dovere verso la Patria.
    La fatica di Cesare Fiaschi ci permette di seguire le vicende nel particolare, ci aiuta a comprendere tramite cartine, fotografie e ricordi. Il testo è, inoltre, corredato da un’appendice che tratta delle tattiche di combattimento, della composizione dei vari Reparti schierati, delle perdite e - elemento interessante - il numero elevato di disertori, fonte di non poche preoccupazioni ai Comandi anglo/americani, costretti ad adottare drastiche misure per contrastare tale fenomeno che in qualche occasione vanificò le operazioni militari.
    Altro capitolo interessante è quello che tratta dei Reduci della Divisione ed il loro apporto nel mantenere vivo il ricordo dei Camerati Caduti. Lettura interessante ed avvincente, porta nuova luce alla verità ed alla riflessione in un momento in cui la virulenza della falsità si sta rafforzando per impedire categoricamente ogni ricordo del passato, che escluda ogni possibilità di confronto.
    Nel ricordo dei Caduti è necessario ristabilire la verità storica e questa ben l’esprime un appunto scritto da uno sconosciuto Soldato prigioniero a Coltano, intitolato Patria:
Patria io piango tanto t’ho amata e domani ripudiato sarò dalla Tua prole.
Traditore m’han detto e son caduto, sotto quella Croce.
NUOVO FRONTE N. 199 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
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Dalla copertina: Scritto da un ex ufficiale della Div. alpina Monterosa, formatasi dopo la resa dell'8 settembre per l'adesione di numerosi ufficiali, reduci dai vari fronti ma soprattutto balcanico e russo, alla Repubblica Sociale Italiana. In divisa grigioverde la Divisione Monterosa combatté contro gli anglo-americani avanzanti sul territorio italiano, con la ferma convinzione di agire per il bene e l'onore dell'Italia. Nel volume si racconta come avvenne la costituzione della Divisione, il suo duro addestramento in Germania, la suddivisione in tre Gruppi di combattimento dei quali uno combatté sulle Alpi Occidentali, uno in Liguria ed uno nella valle del Serchio. Viene descritta ed illustrata, con rigorosa fedeltà storica, il susseguirsi ancora inedito dei combattimenti svoltisi con la partecipazione di truppe italiane in Versilia, sulle Alpi Apuane, nelle valli del Serchio e della Lima ed infine in Lunigiana, dalla fine di ottobre 1944 fino alla resa con l'onore delle armi il 28 aprile 1945. Il libro ha anche lo scopo di rendere giusto riconoscimento alle diecine di migliaia di reclute delle classi 1924 e 1925 che hanno combattuto coraggiosamente con onore e fedeltà fino alla resa
Giacomo Manfredi ALI D’ITALIA La storia di Luigi Gorrini, Vespa 2, asso dell’aviazione da caccia italiana, Medaglia d’Oro al Valore Militare.
Società edit. Barbarossa Cas Post. 136 - 20095 Cusano Milanino (MI) Pag. 280 Euro 25. compro@orionlibri.com 
Manfredi, Giacomo
ISBD: Ali d'Italia : la storia di Luigi Gorrini Vespa - Cusano Milanino : Societa editrice Barbarossa, 1999 - 279 p., [32] c. di tav. : ill. ; 25 cm. - Sinergie
Collezione: Sinergie
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Manfredi , Giacomo
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: BO0305 - Biblioteca comunale di Storia della Resistenza - Bologna - BO
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
Codice identificativo: IT\ICCU\UBO\1756381
Codice identificativo: IT\ICCU\SBL\0338983
   24 aerei abbattuti, una Medaglia d’Oro al Valor Militare, due medaglie di Bronzo al Valor Militare, una Croce di ferro di Seconda classe ed ancora un lungo elenco di onorificenze.
    Più volte abbattuto, ha operato su tutti i fronti di guerra confermandosi abilissimo pilota, modesto e fortunato.
    Razionalmente coraggioso, non ha mai concesso spazio alla spavalderia, generoso in ogni circostanza con amici ed avversari, in altri tempi avrebbe potuto essere annoverato tra i Cavalieri senza macchia e senza paura.
    Questo è Luigi Gorrini classe 1917 nato ad Alseno (Piacenza).
    Appassionato di motori non pensava all’Aeronautica e non immaginava il ruolo che vi avrebbe svolto.
    Educato nel clima del ventennio non s’era mai posto problematiche politiche, era un giovane italiano, sportivo quanto basta per innamorarsi delle moto e delle auto. L’aviazione fu una scoperta, l’aereo si adattava alle sue capacità, la conoscenza dei motori gli permetteva un dialogo con il mezzo aereo, apprendeva le lezioni di volo come se fosse nato per volare.
    L’esperienza africana fu particolarmente efficace per affinare le qualità che gli permisero di affrontare nei cieli d’Italia le gigantesche e super armate fortezze volanti, trovando la tattica più efficace per superare lo sbarramento di fuoco ed infliggere il colpo mortale.
    Il testo presentato non è un’apologia di Luigi Gorrini ma è attraverso la sua figura che penetriamo in quel mondo di sacrificio, di eroismo, di tenacia, di grandi valori che è rappresentato dall’Aeronautica italiana in guerra.
    Ripercorriamo le fasi di un impegno quotidiano costellato di Caduti di tutte le parti in lotta, il superamento di se stessi per portare al risultato macchine vecchie o sfiatate, in attesa di altri velivoli più moderni ed efficaci, il dolore per il compagno Caduto ed anche la riflessione che auspicava la salvezza per il nemico abbattuto, (anche se spesso alcuni piloti anglo americani non desistevano dallo sparare contro un pilota appeso al paracadute).
    Lo smarrimento dell’8 settembre si ripropone in tutta la sua drammaticità. Quale via scegliere? Cosa fare dei colleghi Caduti? Che cosa saremo da oggi in poi?
    Gorrini non esita a lungo e si pone al fianco di Visconti, su macchine finalmente pari per potenza di motore e di fuoco, ma sono sempre gli stessi che si levano in volo, anche più volte in un giorno, in una lotta impari che si pone come obiettivo la limitazione dei bombardamenti sulle città del Nord.
    Tutto questo è raccontato sul testo presentato, ben articolato nell’esposizione, di facilissima lettura e comprensione anche per chi non è esperto nelle cose militari.
    L’Autore è un magistrato di Cassazione, studioso di storia patria.
Nel 1972 ha pubblicato "Gli Statuti di Piacenza del 1391 ed i Decreti Viscontei.
Il libro è un omaggio ed un atto d’amore verso i sacrifici e gli eroismi dell’Aeronautica Italiana.
    È una lettura che non riguarda solo gli appassionati ma tutti coloro che nella storia vogliono ritrovare l’Italia.
NUOVO FRONTE N. 200 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Divisione Alpina Monterosa Esercito della Repubblica Sociale Italiana 1943-1945 I NOSTRI CADUTI noti ed ignoti.
Prefazione di Piero Buscaroli
Edito dall’Associazione degli appartenenti alla Divisione Monterosa, Milano 1999 - via Ugo Foscolo 3 - 20121 Milano tel/fax 02/72001424 - Cas. Postl. 11025 - 20110 Milano Isola.
ISBD: I nostri caduti : noti ed ignoti : per - Milano, Associazione degli appartenenti alla Divisione Monterosa, 1999 - 191 p., 1 c. di tav. ripieg. : ill. ; 28 cm.(( - In testa al front.: Divisione Alpina Monterosa, Esercito della Repubblica Sociale Italiana-RSI, 1943-1945.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Buscaroli, Piero
Associazione degli appartenenti alla DivisioneAlpina Monterosa
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN
VI0005 - Biblioteca Archivio Museo - Bassano del Grappa - VI
Codice identificativo: IT\ICCU\TO0\0924351
   Ideazione e cura grafica di Luigi Maestri, tipografo e soldato. 1200 copie numerate su carta acqueforti appositamente fabbricata.
    È un Albo magnifico. È una lapide, che dopo cinquant’anni di oblio ufficiale, viene esposta a cura dei commilitoni a ricordo di chi ha donato la vita per un atto di fede nella Patria.
    È un’opera da far conoscere alle giovani generazioni perché sappiano che vi furono dei ragazzi di vent’anni, ed anche meno, che reagirono alla vergogna di una resa senza condizioni, perpetuando le gesta dei giovani di Curtatone e Montanara, di Bir el Gobi, di El Alamein, dei soldati di Russia e della Grecia, di tutti quei Caduti in cielo ed in mare che furono ignominiosamente traditi.
"E tu onore di pianti, Ettore, avrai,
Ove fia santo e lagrimato il sangue
Per la Patria versato, e finché il Sole
Risplenderà su le sciagure umane’’.
    Questi versi del Foscolo tratti da "I Sepolcri’’ bene si addicono ai nostri "Ettore’’, simbolo del valore umano, coscienti di una scelta senza sbocchi che non fossero quelli dell’onore e della dignità. Questi giovani, quasi tutti di leva delle classi 1924/1925, affrontarono il nemico a viso aperto in Garfagnana a sulle Alpi Occidentali; furono invitti, si presero il gusto di sfondare il fronte tenuto dalla 92° Div. Americana, impedirono ai francesi di penetrare in Piemonte.
    Fecero da bersaglio all’odio partigiano che sparava loro alle spalle o andava alla ricerca dei loro familiari per vendetta.
    A guerra finita molti si fidarono della parola data ed invece furono imprigionati, seviziati ed orribilmente uccisi dai loro fratelli con il fazzoletto rosso al collo, con l’avallo dei fazzoletti verdi e di molti preti vestiti con la gabbana nera.
    Quest’opera di "Pietas’’ latina ci permette di diffondere la conoscenza del sacrificio di questi autentici Eroi. L’Albo della Gloria della Divisione riporta 1007 Caduti accertati dei quali 
38 Ignoti, 342 Uccisi in imboscata o catturati ed uccisi dai partigiani (133 a guerra finita).
142 Decorazioni al Valor Militare fra cui 3 medaglie d’oro, 89 Encomi solenni e 6 promozioni per Merito di Guerra.
    La Monterosa ebbe un organico di 19500 uomini addestrati in Germania e come Divisione alpina non fu seconda a nessuno.
    Nell’opera è riportata la storia di ogni Reparto ed i nomi di tutti i Caduti con una breve descrizione dell’evento ed il luogo ove riposano. Questa opera presentata è di alto valore morale e spero che ne venga ampliata la diffusione.
NUOVO FRONTE N. 200 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
 
 
Rossana Maseroli Bertolotti - Liano Fanti LE RAGIONI DEI VINTI
Centroffset, Fabbrico (RE) pag. 201 s.p.
Il  libro è in vendita presso la Libreria dei Fratelli Bizzocchi, Via Vittorio Veneto 6/A, Reggio Emilia. Il testo con numerose foto di documentazione costa Euro 15. Oppure può essere richiesto al Centro Studi "Italia’’ - Via Guido da Castello, 3 - 42100 Reggio Emilia.
Maseroli Bertolotti, Rossana
ISBD: Le ragioni dei vinti / Rossana Maseroli - Fabbrico : Centroffset, stampa 1999 - V, 201 p. : ill. ; 28 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Maseroli Bertolotti, Rossana
Fanti, Liano
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: RE0052 - Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia - RE
Codice identificativo: IT\ICCU\REA\0046209
   Questa pubblicazione è stata scritta da un partecipante alla Resistenza, giornalista dell’Unità ed autore di altri testi d’area, e da una giovane scrittrice che ha al suo attivo numerosi lavori che trattano la storia recente.
    Per la loro qualificazione intellettuale non mostrano di essere interessati a nascondere o a diminuire le responsabilità di quanto è accaduto nel famigerato Triangolo della morte, che comprendeva la zona delimitata dalle congiungenti tra Ferrara, Ravenna, Reggio Emilia.
    Gli argomenti sono suddivisi in due parti, una a cura di Liano Fanti che sviluppa la formazione del partito antifascista dalle origini fino alle tragedie reggiane, passando attraverso le varie fasi della lotta armata e dei tempi del terrore; l’altra a cura della Maseroli Bertolotti analizza la genesi del terrore che si sviluppa dall’utopia al potere che può reggersi solo con l’omicidio.
    L’affermazione del Partito non ammette debolezze e cedimenti, l’eliminazione fisica dell’avversario è determinante perché il terrore blocchi ogni iniziativa e chiuda la bocca del testimone involontario sfuggito all’oculato controllo; l’epurazione è riservata a chi non può rappresentare un rischio in quanto l’emarginazione è sufficiente per renderlo innocuo: viene condannato alla morte civile perché non troverà lavoro, non potrà mandare i figli a scuola, non potrà frequentare amici.
    I comunisti delle bande partigiane posero in essere tale condotta anche dopo la fine della guerra, passando dall’uccisione dei fascisti a quella di altre persone che non accettavano il credo comunista. Sono così scomparse centinaia di persone inermi, commercianti, contadini, religiosi, professionisti, insomma tutti coloro che non potevano essere inclusi fra i proletari.
    Fortunatamente la mattanza ebbe termine, ma per un paio d’anni il terrore imperversò nel Triangolo.
    Qualcuno afferma che furono schegge impazzite, altri sostengono che la carneficina fu programmata e che fu decretata la fine solo quando apparve improbabile la possibilità di presa del potere.
    Quarantotto testimonianze delle violenze subite completano l’opera dando certezza al lettore della gravità dei fatti avvenuti, conclusi quasi sempre con la totale scomparsa dei cadaveri degli uccisi, secondo una prassi ben attuata dai comunisti in ogni luogo ove hanno imperversato. Il testo è completato da un’ottima documentazione fotografica e dalla riproduzione di documenti. Vasta la bibliografia consultata.
    Agli Autori va un grazie riconoscente per la fatica affrontata, per l’imparzialità dimostrata e la volontà di rendere giustizia attraverso la verità.
È da formulare l’augurio che "chi sa parli’’ sì da onorare le vittime con una degna sepoltura.
NUOVO FRONTE N. 203 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Romolo Gobbi UNA REVISIONE DELLA RESISTENZA
Bompiani 1999
Nonostante la stanchezza, dichiarata all'inizio dei volume, nel tornare a occuparsi di Resistenza, l'autore aggiunge alle precedenti revisioni nuove provocazioni revisionaste. Non ci fu nessuna "morte della patria" l'8 settembre dei '43: gli ufficiali italiani non fuggirono per un "inconscio sciopero morale", né per un atto di "disubbidienza di massa", ma perché ubbidirono a un ordine esplicito "diffuso il 9 settembre dal ricostituito Governo Nazionale Fascista.... da un'autorità che avevano accettato per più di vent'anni in pace e in guerra".
Anche la teoria della "zona grigia" come espressione dell'indifferenza della maggioranza degli italiani nei confronti della guerra tra fascisti e antifascisti viene smentita dall'autore, che invece sostiene la continuità della Repubblica Sociale Italiana con il regime fascista anche nel consenso, soprattutto perché ci fu "continuità di personale politico e di ideologia con i venti e più anni precedenti ".
Un libro provocatorio che intende volutamente andare controcorrente.
Romolo Gobbi, è ricercatore presso l'università di Torino, insegna "Storia dei movimenti e dei partiti politici". Ha pubblicato tra l'altro: l'insurrezione di Torino, 1968; Operai e Resistenza, 1973; Il '68 alla rovescia, 1988; Com'eri bella classe operaia, 1989,- Il Mito della Resistenza, 1992 (Rizzoli); Figli dell'Apocalisse, 1993 (Rizzoli, Bur); Chi ha provocato la seconda guerra mondiale?, 1995,- Fascismo e complessità, 1998.
In copertina: combattimenti per le strade di Firenze nell'agosto 1944.
Dalla copertina
REPUBBLICA SOCIALE PER L’ONORE D’ITALIA a cura di Arturo Conti
Istituto Storico della R.S.I.
Conti, Arturo 
ISBD: Repubblica Sociale / a cura di Arturo Conti - Terranuova Bracciolini : Istituto storico R.S.I., 1999 - 317 p. : in gran parte ill. ; 33 cm.(( - In testa al front. : Istituto storico della R.S.I.. Ed di 1000 esempl. num. ; esempl. n. 496. 
Collezione: Testimonianze fra cronaca e storia. Guerrefasciste e seconda guerra mondiale 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Nomi: Conti, Arturo 
 Istituto storico Repubblica sociale italiana 
Soggetti: Repubblica sociale italiana . 1943-45 
Classificazione: 945.091 - Storia d'italia. 1918-1946. 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: CR0062 - Biblioteca statale - Cremona - CR 
 MO0155 - Biblioteca dell'Istituto Storico della Resistenza di Modena e Provincia - Modena - MO 
 RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA 
Codice identificativo: IT\ICCU\LO1\0539494
    Il prestigioso e voluminoso testo è una rassegna sintetica posta a disposizione di tutti gli storiografi RSI.
    Stampato in mille esemplari numerati, non è in vendita ma è consultabile presso l’Istituto Storico stesso.
    Per la dovizia della documentazione, per le informazioni riportate e il materiale fotografico che correda la pubblicazione è un’opera monumentale, ben equilibrata negli argomenti ed estremamente interessante.
    Il volume, graficamente elegante, si sviluppa su tre parti ottenendo una ottima organicità espositiva che soddisfa lo studioso.
    La prima parte tratta degli eventi che, a partire dal 25 luglio 1943, pregiudicarono ogni possibilità di recupero dell’unità nazionale con il conseguente sbandamento delle Istituzioni, che ebbe il culmine l’8 settembre con la fuga dei Savoia nelle terre occupate dal nemico.
    La liberazione del Duce segna l’inizio della rinascita che ha del miracoloso.
Viene così documentata la difficile ricostruzione del nuovo ordinamento dello Stato, contro ogni ostacolo determinato sia dalla guerra che dagli stessi tedeschi.
Dalla prima riunione alla Rocca delle Caminate, al Congresso di Verona, dalla riorganizzazione dei Ministeri alla riconquista dell’autorità statuale, dalla riorganizzazione della produzione all’assistenza dei profughi e dei sinistrati, dalla riorganizzazione ex novo delle Forze Armate alla tutela degli internati militari in Germania, alla risoluzione di enormi problemi ivi compreso il ribellismo che ondeggiava tra la resistenza militare, quella politica e quella delinquenziale, ponendo seri problemi alla regolare ripresa dell’attività amministrativa, tutto viene affrontato nel testo con forma sintetica ma completa negli argomenti.
    La seconda parte tratta della riorganizzazione militare che ebbe del sorprendente nella risposta dei giovani i quali diedero vita al più grande fenomeno di volontarismo che si sia mai verificato.
    È tutto un accorrere alle armi, come documentato nel testo, e ciò contribuì notevolmente a far rivedere le posizioni politicamente assunte dai tedeschi e ad impedire agli slavi ed ai francesi la conquista di terre italiane.
    La terza parte tratta delle operazioni militari vere e proprie che si sostanziano in una attiva partecipazione su tutti i fronti e su tutti i cieli, ponendo in luce una disperata volontà combattiva che ben riscattò l’Onore d’Italia.
    È un testo da studiare perché pone in evidenza le qualità di recupero del nostro popolo e fuga ogni diniego della verità storica, restituendo a tutti i repubblicani il pieno diritto al riconoscimento dei loro sacrifici.
    Il tempo, inesorabilmente, compie la sua opera sui testimoni di un’epoca tragica ed irripetibile ed urge lasciare opere complete in ogni testimonianza.
    Il volume adempie magnificamente a questa missione.
    Peccato che non sia in vendita.
NUOVO FRONTE N. 201 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
 
 
 
Ulderico Munzi DONNE DI SALÒ La vicenda delle Ausiliarie della Repubblica Sociale
Sperling & Kupfer Editori Pag. 190 Lire 26.500
Munzi, Ulderico
ISBD: Donne di Salo / Ulderico Munzi - 3. ed - Milano : Sperling & Kupfer, [1999] - 190 p., [8] c. di tav. : ill. ; 22 cm. - Saggi
Collezione: Saggi
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: ISBN - 88-200-2910-3
Nomi: Munzi, Ulderico
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: PG0049 - Biblioteca comunale Sperelliana - Gubbio - PG
Codice identificativo: IT\ICCU\UM1\0039111
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Munzi, Ulderico
ISBD: Donne di Salo / Ulderico Munzi - Milano : Sperling & Kupfer, 2001 - 190 p., [8] c. di tav. : ill. ; 20 cm. - Esperienze Sperling paperback
Collezione: Esperienze Sperling paperback
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: ISBN - 88-8274-221-0
Nomi: Munzi, Ulderico
Soggetti: Esercito nazionale repubblicano - Servizio
ausiliario femminile
Classificazione: 940.541345 - STORIA MILITARE DELLA SECONDAGUERRA MONDIALE. UNITA MILITARI DELTRIPARTITO. Italia
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: BO0304 - Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - BO
FC0011 - Biblioteca comunale Malatestiana - Cesena - FC
FC0018 - Biblioteca comunale Aurelio Saffi - Forli' - FC
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
Codice identificativo: IT\ICCU\PUV\0713007
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Munzi, Ulderico
ISBD: Donne di Salo / Ulderico Munzi - Milano : Sperling & Kupfer, [1999] - 190 p., [8] c. di tav. : ill. ; 22 cm. - Saggi
Collezione: Saggi
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: ISBN - 88-200-2910-3
Bibliografia Nazionale - 2000-3369
Nomi: Munzi, Ulderico
Soggetti: Esercito nazionale repubblicano - Servizio
ausiliario femminile
Classificazione: 940.541345 - STORIA MILITARE DELLA SECONDAGUERRA MONDIALE. UNITA MILITARI DELTRIPARTITO. Italia
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: AL0060 - Biblioteca civica - Novi Ligure - AL
AL0135 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societa' contemporanea in provincia di Alessandria - Alessandria - AL
AQ0047 - Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi - L'Aquila - AQ
AT0047 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societàcontemporanea in provincia di Asti - Asti - AT
BA0018 - Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari - BA
BI0025 - Biblioteca civica - Biella - BI
BO0287 - Biblioteca comunale centrale di Palazzo Montanari - Bologna - BO
BO0305 - Biblioteca comunale di Storia della Resistenza - Bologna - BO
BO0563 - Biblioteca Sala Borsa - Bologna - BO
CN0013 - Biblioteca civica - Bra - CN
CN0037 - Biblioteca civica - Cuneo - CN
CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN
CN0065 - Biblioteca civica - Mondovi' - CN
CN0184 - Biblioteca civica - Casalgrasso - CN
FE0017 - Biblioteca comunale Ariostea - Ferrara - FE
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
FR0044 - Biblioteca comunale - Patrica - FR
FR0092 - Biblioteca Gianni Rodari - Frosinone - FR
GO0025 - Biblioteca statale Isontina - Gorizia - GO
LT0031 - Biblioteca comunale - Priverno - LT
MC0197 - Biblioteca nazionale di Napoli. Sezione staccata di Macerata - Macerata - MC
MI0162 - Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - MI
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI
MI1022 - Biblioteca dell'Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio - Sesto San Giovanni - MI
MI1260
MO0012 - Biblioteca comunale - Carpi - MO
MO0035 - Biblioteca comunale - Mirandola - MO
MO0097 - Biblioteca comunale - Nonantola - MO
MO0120 - Biblioteca comunale - Sassuolo - MO
MO0127 - Biblioteca comunale Francesco Selmi - Vignola - MO
MO0135 - Biblioteca civica Antonio Delfini - Modena - MO
MO0205 - Centro documentazione Donna - Modena - MO
PG0398 - Sistema di pubblica lettura del Comune di Perugia - Perugia - PG
RA0002 - Biblioteca comunale Giuseppe Taroni - Bagnacavallo - RA
RA0016 - Biblioteca comunale Manfrediana - Faenza - RA
RA0025 - Biblioteca comunale Fabrizio Trisi - Lugo - RA
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA
RE0052 - Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia - RE
RE0101 - Biblioteca comunale decentrata San Pellegrino - Reggio Emilia - RE
RM0210 - Biblioteca della Fondazione Lelio e Lisli Basso - Roma - RM
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
TO0240 - Biblioteca civica centrale - Torino - TO
TO0250 - Biblioteca del Centro studi Piero Gobetti - Torino - TO
TO0473 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte - Torino - TO
TO0661 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Torino - Torino - TO
TS0137 - Biblioteca generale dell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS
VA0059 - Biblioteca civica Luigi Majno - Gallarate - VA
VI0096 - Biblioteca civica Bertoliana - Vicenza - VI
VI0172 - Sistema bibliotecario urbano di Vicenza - Vicenza - VI
VT0022 - Biblioteca comunale - Civita Castellana - VT
AL0001 - Biblioteca civica - Acqui Terme - AL
Codice identificativo: IT\ICCU\TO0\0774330
    Dopo oltre cinquant’anni si apre uno spiraglio di luce sulla vicenda delle Ausiliarie delle Forze Armate della RSI.
    L’Autore è un intellettuale di sinistra che ha avuto l’opportunità di frequentare "un mondo variegato e moderatamente nostalgico’’ che annoverava la presenza di Edda Ciano.
   Dalla frequentazione di questo "mondo’’ e dai colloqui con Edda Ciano, Munzi comprende che un grande patrimonio di valori è stato demonizzato, sacrificato dall’odio politico basato più sui bassi istinti della plebe che su una seria riflessione storica. A questo proposito ripropone la nota espressione dell’avere gettato l’ "acqua con dentro il bambino’’. Edda Ciano parlò di "femminismo fascista’’, ma il termine non può certo corrispondere al significato che gli dà la terminologia di sinistra sempre becera, violenta e volgare.
    "Femminismo fascista’’ non vuol dire prevaricazione sul maschio, avvilimento dell’altro sesso, prevalenza dell’egoismo personale sui valori della famiglia e dell’etica, ma è la concreta suddivisione dei compiti nel nome della Patria e della famiglia, è il rispetto reciproco, è l’inserimento ordinato nella società, soccorrendo alle sue manche-volezze, e nel lavoro ove la macchina ha sostituito la fatica umana.
    Essere donna fascista significava elevazione culturale e centro di aggregazione per il conseguimento del progresso.
Non appaia dunque un fatto straordinario ciò che ha mosso oltre seimila giovani italiane ad arruolarsi nelle Forze Armate della RSI: il moto è stato spontaneo, come quello degli adolescenti delusi dai tanti che venivano meno al giuramento ed al richiamo della Patria.
    Erano i frutti di una educazione sempre tesa alla formazione morale, alla costruzione di un italiano fiero della propria identità, non secondo a nessuno. Le Ausiliarie ed i giovani volontari furono la più bella espressione della gioventù italiana.
Certamente le Ausiliarie costituirono una novità, suscitarono approvazione e critiche, ma esse seppero imporsi a tutti provocando ammirazione e rispetto con il loro comportamento disciplinato, con la correttezza del vestire, dei modi e delle espressioni.
    Non era solo una facciata esterna per nascondere la paura che, di solito, si pretende essere una caratteristica femminile, ma era un modo sentito per manifestare la propria capacità e volontà di contribuire concretamente alla guerra. Innumerevoli furono le attestazioni di coraggio sotto i bombardamenti, in prima linea, sotto la tortura e nelle azioni di spionaggio nel territorio occupato.
    Trecento e forse più sono quelle Cadute e la maggior parte per mano fratricida che non sopportava l’accusa di vigliaccheria, che da esse proveniva con la sola presenza nei ranghi di un Esercito consapevole di perdere.
Tutto questo pone in evidenza il libro presentato, sia nell’introduzione che nel racconto delle protagoniste intervistate.
Tredici interviste, drammatiche, poetiche, piene di fede, senza rimpianti e smemoratezze, senza tentativi di giustificazione, ma forti ed essenziali, prive di odio ma piene di disprezzo per chi ha tradito e verso i partigiani stupratori.
    Il libro è indubbiamente di qualità superiore e merita una attenta lettura. Unica nota stonata è il riferimento al bando che prevedeva, per l’arruolamento, l’appartenenza alla razza ariana. Tale clausola avrebbe dovuto far riflettere le giovani prima di arruolarsi. Non so quanti anni abbia l’Autore, ma tale clausola appariva in ogni bando di concorso per cui anche (forse) il giovane magistrato Scalfaro avrebbe dovuto riflettere (e con lui anche il defunto Fanfani, che scrisse in materia, oppure Spadolini, infiammato scrittore di pezzi giornalistici durante la RSI, e con loro centinaia o migliaia di altri che dalle leggi razziali trassero giovamento, reite-rando il colpo quando gli epurati furono i "repubblichini’’).
    La "regola infame’’ era una regola che appariva sui bandi ed oggi ci appare inaccettabile, ma all’epoca fu abilmente sfruttata dai peggiori per far carriera, mentre la gente comune non era avversa agli ebrei che erano amici e meritevoli d’aiuto.
    Lo stesso Mussolini diede disposizioni perché gli ebrei fossero tutelati nei confronti dei Tedeschi.
    Hanno ben risposto le Ausiliarie interpellate "c’era la nostra terra tradita prima degli ebrei’’, significando che una riflessione di principio urtava con il dovere di agire per la propria terra.
    In questo interminabile dopoguerra ci furono norme e leggi contro i fascisti; ancora oggi c’è una norma transitoria nella Costituzione che sa di razzismo ideologico, ma oltre le leggi scritte, ve ne sono altre non scritte che nulla hanno da invidiare alle leggi razziste. Le carriere, in ogni campo, sono appannaggio antifascista, intellettualmente firmato dai più dotati, dai più esperti e dai migliori in ogni campo. Provate a far carriera nello Stato, nel giornalismo, nelle diverse professioni, nell’imprenditoria, nelle vendite da porta a porta... Se non è razzismo questo!
NUOVO FRONTE N. 197 (1999) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Nino Arena L’AVIAZIONE DELL’ONORE Ricordando gli Eroi dimenticati
Ed. Ippogrifo Opuscolo fuori commercio distribuito gratuitamente
    Lunghe e rigorose ricerche sono state fatte dall’Autore per restituire alla memoria collettiva il grande sacrificio di uomini che si immolarono per difendere i cieli italiani dall’offesa aerea.
    Questo opuscolo è solo una sintesi della pagine che Nino Arena ha dedicato all’argomento (la storia ufficiale dell’Aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale in sei volumi, tre volumi sull’impiego del radar oltre ad articoli e collaborazioni).
    L’8 settembre segna la divisione degli italiani, la rovina della Patria con osanna di tanti imbecilli.
    Non tutti subirono gli eventi e molti aviatori scelsero la via più difficile, nel ricordo degli amici perduti in una lotta disperata, con il desiderio di reagire al disonore del tradimento, senza particolari riferimenti al fascismo e alla persona di Mussolini.
    Fu un’Aviazione magnifica che con spirito indomabile affrontò il nemico, divenendo un temibile avversario.
    Non solo i velivoli da caccia o gli aerosiluranti affrontarono un destino epico, ma anche i trasporti, la contraerea ed i Reparti Paracadutisti del Folgore.
    Sotto temibili bombardamenti gli specialisti assicurarono la perfetta efficienza della linea di volo, l’organizzazione logistica fu all’altezza della situazione. Esisteva una motivazione di fondo che faceva superare ogni ostacolo ed un orgoglio che non accettava limitazioni da nessuno.
    418 velivoli abbattuti dei quali 239 dalla caccia, 156 dall’Artiglieria contraerea, quattro dagli aerosiluranti, 19 dagli altri Reparti sono il risultato della lotta indomita.
    Gli aerosiluranti fecero abbondante messe di navi nemiche e violarono Gibilterra; i trasporti spaziarono per l’Europa trasportando tutto ciò che era bellicamente necessario.
    Pesanti e dolorose furono le perdite; la più atroce fu l’uccisione alle spalle, per mano partigiana, a guerra conclusa, dopo patti formali di resa, del Maggiore Visconti e del Ten. Stefanini che tentò di proteggerlo, del Cap. Calistri e del Maresciallo Mainardi assassinato dopo circa un mese dalla fine della guerra da suoi ex compagni d’infanzia.
    Questa fu l’Aeronautica Nazionale Repubblicana.
    Nel testo viene nominato l’All’Uff. Franco Papo medaglia d’Argento al VM conseguita per l’abbattimento di un velivolo americano con la carabina di dotazione mentre prestava servizio sul fronte appenninico nella Div. San Marco
    A guerra conclusa, Franco Papo prestò servizio nell’Aeronautica Militare ove organizzò il gruppo sommoz-zatori dell’A.M. prodigandosi in salvataggi e recuperi. Morì alcuni anni or sono per i postumi di una embolia. Mi sono permesso di ricordarlo perché fu un mio vecchio compagno di collegio nell’Istituto Umberto Mad-dalena per i Figli degli Aviatori e collega nell’Aeronautica Militare Italiana, nonché fraterno amico.
    Questi furono gli Uomini che fecero LE SCELTE SBAGLIATE!
NUOVO FRONTE N. 195 (1999) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Giannini Filippo - Guido Mussolini. MUSSOLINI L'UOMO DELLA PACE - Dalla Marcia su Roma all'assalto al latifondo 
1999, Greco & Greco editori, 20124 Milano, Via Sebenico 6, tel. 02/58312811, pag. 400 - Lire 28.000
 
Dalla copertina: Prima di iniziare il lavoro: Dalla Marcia su Roma all'assalto del Latifondo, abbiamo raccolto solo una parte del materiale di cui ci dovremo servire.  Questa documentazione si riferisce alle opere eseguite durante il "Ventennio".
Noi riteniamo che tutto quel che fu fatto è tuttora valido: dal vecchio viottolo che partiva da Catanzaro poi trasformato in strada asfaltata, alle grandi Università, al pozzo scavato in Somalia, in Eritrea o in Etiopia, dall'intervento del Podestà di un piccolo centro per favorire le richieste di un modesto lavoratore; dai Codici alle Leggi; dai primati sportivi o industriali agli studi dell'Urbanistica.  Una trasformazione radicale di un popolo, che sino ad allora tale non era e che, forse, mai più lo sarà.  Tutto realizzato malgrado l'ostilità internazionale, in poco più di settemila giorni.
Anche in questo secondo volume intendiamo mantenere il criterio adottato nel primo, per il quale abbiamo avuto ampi riconoscimenti: l'utilizzazione, cioè, di documenti e di testimonianze, con indicazioni per eventuali consultazioni.
***
Di recente Indro Montanelli ha scritto: "Se quello italiano è il popolo europeo più ignorante della propria storia, la colpa è dei nostri storici. I quali la Storia la sanno benissimo, ma non sanno ‘raccontarla’ e ci propinano testi la cui lettura costituisce una vera e propria penitenza’’.
Non rientra assolutamente nella categoria penitenziale il libro "Dalla Marcia su Roma all’assalto al latifondo’’ di cui sono autori Guido Mussolini e Filippo Giannini: un libro lucido e stringato, scrupolosamente aderente ai fatti ma chiaro e spigliato quanto occorre per farsi leggere senza alcuna difficoltà.
È un’opera entrata di recente in libreria e fa parte di una collana intitolata "Benito Mussolini, l’uomo della pace’’. Il primo volume di tale collana, "Da Versailles al 10 giugno 1940’’, è uscito due anni fa.
Il periodo "Marcia su Roma - assalto al latifondo’’ è stato certamente, nella storia d’Italia, uno dei più intensi per costruttività, e il libro in questione ne rende efficacemente la fisionomia che fu determinata anche da un complesso incastro di eventi italiani e internazionali. In questo incastro Mussolini guidò l’Italia con mano maestra, tanto che un giornale francese, liberale e antifascista, "La Nation’’, arrivò a scrivere che sarebbe stato auspicabile un Mussolini anche per gli Stati Uniti.
L’opera di Guido Mus-solini e Filippo Giannini, 400 pagine, è interamente costruita non su disquisizioni, interpretazioni e ipotesi, ma su una fitta documentazione e su autorevoli testimonianze di scrittori, giornalisti e uomini politici che danno una evidente solidità all’impalcatura espositiva.
I quarantasette capitoli sono integrati da 22 pagine di succosissime note e da numerose tavole illustrative, fra le quali, particolarmente significativa, quella sulla sfilata di Cappellani militari, tutti superdeco-rati: una immagine che testimonia, se ce ne fosse bisogno, il "consenso’’ che il Fascismo riscosse anche da parte della Chiesa cattolica e la collaborazione, intensa e fruttuosa, fra i rappresentanti della "religione di Stato’’ e il Governo.
NUOVO FRONTE N. 196 Novembre 1999
 
 
I CADUTI DELLA REPUBBLICA SOCIALE IMPERIA E PROVINCIA Associazione amici di Fra Ginepro, a cura di Alberto Politi
NovAntico Editrice Pag. 239 - Lire 34.000
 
 
    Questo volume si deve ad Alberto Politi che all’epoca dei fatti non era ancora nato. La passione per la storia locale, la "Pietas’’ latina ed il senso della giustizia gli hanno dato la capacità e la forza di procedere alla stesura di un testo che restituisce alla memoria le vittime della ferocia rossa, che si manifestò dal settembre 1943 al 1946 (a guerra conclusa da oltre un anno).
Duecentotrentanove pagine di nomi, di notizie, sul massacro di inermi cittadini rei di amare e servire la Patria.
    Donne, bambini, soldati, studenti, operai, artigiani, professionisti, commercianti, fascisti e non fascisti rei di non essere comunisti, furono uccisi, seviziati, sepolti senza un segno di possibilità di identificazione, depredati di ogni loro avere e sottratti agli affetti.
    Basta scorrere l’elenco e leggere i ritagli della cronaca del tempo per inorridire e chiedersi se gli artefici di tanto scempio meritano di appartenere al genere umano.
    Hanno mai avuto rimorso?
    Eppure non mancano episodi di civiltà che accomuna nella sepoltura tutti i Caduti senza distinzione di parte, ma originano sempre dai repubblicani, e solo in rari casi trovano risposta da parte di Sindaci pietosi che non riescono a bilanciare chi si ostina ad occultare i luoghi di sepoltura e a spezzare le lapidi poste in memoria.
    Il testo è frutto di laboriose ricerche, di ostinati colloqui con i rari testimoni dell’epoca e con i familiari delle vittime ancora timorosi per le reazioni degli assassini.
    Merito ad Alberto Politi e all’Associazione Amici di Fra Ginepro per l’opera svolta che restituisce alla memoria storica quei Caduti assassinati da mano fraterna, per non essere d’ostacolo alla diffusione del comunismo in Italia.
    Si propone l’acquisto del testo, oltre che per l’importanza storica, anche per solidarietà verso l’Associazione Amici di Fra Ginepro, instancabile nel proseguire nell’opera di recupero della verità negata.
NUOVO FRONTE N. 194 (1999) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
SENTENZA DEL TRIBUNALE SUPREMO MILITARE (N. 747 del 26.04.1954) 
Federazione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana. 1999 
Verso un giubileo di Pace MONCUCCO TORINESE - LA MEMORIA DI UN MASSACRO Una fiàira A cura di Cristina Stircinella e Arniando Corino
RA-RA Via Torino 14 - Mondovì (CN) 
 
 
    Cristina Sarcinella ci propone una intervista con il Prof. Armando Corino, insegnante di filosofia, fondatore e Presidente del Comitato "Il Messaggio dell'Imperatore" che si dedicò alla ricerca dei morti insepolti della guerra civile 1943/45. 
    Le ricerche sono prevalenti nel l'arca ligure e piemontese ove più tragiche furono le vicende della guerra. 
    A Moncucco, nelle fiàire, sorta di pozzi scavati nelle cave di gesso, la voce popolare segnalava la possibile presenza di molti assassinati dai partigiani comunisti, ma la paura e l'omertà non permettevano di avere notizie esatte sull'ubicazione dei poveri resti. Una lettera anonima ha permesso l'apertura di una inchiesta e dopo molti tentativi sono riemersi dalle profondità una parte dei cadaveri degli uccisi, identificati come appartenenti all'Esercito della RSI. 
    Le ricerche non sono state ancora ultimate perché le indagini, molto difficili, presuppongono vi sia stato uno spostamento postumo delle vittime da parte dei carnefici. 
    Come al solito, tranne qualche segnalazione sulla stampa locale, il sipario del silenzio è caduto sui fatti. 
    Non bisogna infangare i comunisti, artefici della "Resistenza" e del secondo Risorgimento! 
    La storia di Antigone si ripete. Brenno è ancora vivo! 
NUOVO FRONTE N. 191 (1999) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
 
 
>>>Titolo privo di Recensione 
Landolfi, Enrico 
ISBD: Un certo Mussolini Benito "borgomastro di - L'Aquila : Edizioni dell'Oleandro, stampa 1999 - 287 p. ; 21 cm. - Proposte 
Collezione: Proposte 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 88-86600-69-0 
Nomi: Landolfi, Enrico 
Soggetti: MUSSOLINI, BENITO 
REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 1943-1945 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: AL0060 - Biblioteca civica - Novi Ligure - AL 
AT0004 - Biblioteca consorziale astense - Asti - AT 
LU0103 - Biblioteca civica - Lucca - LU 
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA 
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA 
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM 
Codice identificativo: IT\ICCU\IEI\0137120
EROI DIMENTICATI: SERGIO DENTI
Nuovo Fronte Ed. 1999 
Ernesto Zucconi AUTOBIOGRAFIA DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA Uomini, Fatti, Idee  "Il fascismo repubblicano si racconta attraverso le immagini e documenti"
Formato cm 21 x 29 - 144 pagine  Edizioni RA.RA.. 1999.
 
 
 
Brunasso Raffaello PROVE TECNICHE DI RIVOLUZIONE 
Settimo Sigillo 1999 
SOCIALFASCISMO
Noctua 1999
Rao Nicola NEOFASCISTI
Settimo Sigillo 1999
 
 
 
Arena Nino SI RIBELLÒ AL TRADIMENTO. PER L'ONORE D'ITALIA. RICORDO DEL COMANDANTE EDOARDO SALA
Nuovo Fronte 1999 
Ernesto Zucconi (a cura di) LE RAGIONI DI UNA SCELTA - Volontari nella R.S.I.
Quaderno LUX n. 12 1999, Pag. 80 - Lire 15.000 NovAntico Editrice C.P. 28 - 10064 Pinerolo (TO) Tel. 0335/5655208 Fax 0121/71977
Zucconi, Ernesto
ISBD: Le ragioni di una scelta : volontari nella - Pinerolo : NovAntico editrice, 1999 - Ill. : 24 cm. - Lux
Collezione: Lux
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Zucconi, Ernesto
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
TO0265 - Biblioteca nazionale universitaria - Torino - TO
Codice identificativo: IT\ICCU\TO0\0907802
    Sono sempre più numerosi coloro che si pongono delle domande sulla R.S.I.
    Com’è nata, perché è nata, quali erano i motivi di fondo che indussero circa otto-centomila giovani ad arruolarsi nelle FF.AA. Repubblicane? Ma quello che colpisce di più è il vigore e la forza con cui i vecchi volontari riaffer-mano, senza rimpianti, quell’adesione che portò loro solo danni per l’ostracismo di chi arrivò, al governo della nazione, attaccato alla coda dei muli delle salmerie alleate.
    Perché dunque nessuno rinnega le scelte fatte nel passato?
    Sono tanto forti le motivazioni di tali scelte?
    Certo, sono forti, sono motivi ideali, hanno il sapore della lealtà, dell’amore per la Patria, del rispetto per i Caduti, della riconoscenza per chi, per la prima volta, ha dato agli italiani l’orgoglio di esserlo. Nessuno si arricchì, soffrirono fame e galera quando scamparono ai massacri rossi.
    Nel testo sono riportate nove testimonianze sulle ragioni di una scelta mai dimenticata.
    Nove testimonianze come risposta al dilemma che s’è posto l’On. Violante, Presidente della Camera dei Deputati, esponente del PCI, PDS e DS, gestori, nel passato, di tante esecuzioni e nel presente, riverniciati a nuovo, della nostra vita quotidiana.
NUOVO FRONTE N. 194 (1999) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Oliva Gianni LA RESA DEI CONTI
Mondadori 1999
 
  
 
De Montona Luigi Papo STORIA E TRAGEDIA SENZA LA PAROLA FINE.
Vol 1°  L'ISTRIA E LE SUE FOIBE, STORIA E TRAGEDIA SENZA LA PAROLA FINE.
Vol 2° L'ISTRIA TRADITA
1999, UNIONE DEGLI ISTRIANI - TRIESTE, Ed. Settimo Sigillo, Lire 30.000 - pag. 268
 
Quanto si deve a Papo de Montona per la Sua testimonianza continua, precisa e divulgativa sulla tragedia della terra martire, che subì l’esilio dei figli, la trasformazione delle foibe in orrendi luoghi di morte e la negazione di rientrare nel seno della Madre Italia?
Il volume [VOL I. Ndr di italia-rsi ]presentato è il ricordo, la narrazione quanto più precisa degli eventi che a partire dal settembre 1943 provocarono l’uccisione per mano slava di tanti Italiani d’Istria.
Gli anni compresi fra il 1943 ed il 1945 sono gli anni della follia omicida slavo-comunista, premessa per la pulizia etnica successiva, conclusa con l’esodo di 350.000 Istriani.
Se con l’esodo cessò la persecuzione fisica slava, continuò, invece, quella comunista che non perdonava ai profughi il non avere apprezzato le delizie titine.
Fu negata ogni forma di assistenza alle stazioni; manifestazioni ostili caratterizzavano il passaggio e la sosta dei convogli ferroviari che accompagnavano i profughi nell’esilio in Patria. Una pagina vergognosa! Pisino, Vines, Gallignana, Cregli, Carnizza, sono solo alcune delle località testimoni del martirio delle genti istriane.
È al Maresciallo dei Vigili del Fuoco di Pola, Arnaldo Marzarich, al suo impegno umano nella ricerca e recupero di tante povere vittime ed alla precisa elencazione dei luoghi che si deve la possibilità di far entrare nella storia la testimonianza dell’orrore e del terrore che le orde di Tito sparsero a piene mani. Inutili i tentativi di minimizzare o di giustificare le orride stragi che hanno posto in opera e che ancora osano proporre tanti loschi pennivendoli di regime mai sazi d’odio.
La premessa dell’Autore lamenta la scomparsa dei testimoni oculari, ma emergono nuove prove ed ancora molte altre ne emergeranno fino a quando sarà resa giustizia storica a dispetto dei fabbricanti di menzogne.
Il testo si sviluppa su tre parti. Nella prima parte, quasi come premessa, si disserta sul termine di Foiba, si descrive la vita in Istria per giungere alla guerra alle porte di casa ed alla guerra in casa.
La seconda parte entra nel vivo dell’argomento: la calata delle formazioni titine, l’arrivo dei tedeschi, le reazioni della popolazione italiana presa fra due fuochi ma che non tarda a vedere nell’arrivo dell’esercito tedesco la difesa dagli eccidi dei partigiani comunisti. È in questa parte che si descrivono i delitti che culminano nelle foibe, testimoni mute della bestialità che solo esseri dalla parvenza umana potevano mettere in atto. La parte terza è Storia. È la descrizione dell’offensiva contro le bande assassine, l’analisi di un mancato movimento partigiano italiano impossibilitato a svilupparsi per la preponderanza slavo-comunista, la storia di Pola, di Cherso e di Lussino.
Un testo completo nell’analisi dei fatti che l’Autore desidera integrare con altre testimonianze e documenta-zioni a futura memoria.
L’interesse storico e sentimentale è tale che è opportuna la divulgazione del libro ad una vasta platea di giovani e di cultori della storia.
NUOVO FRONTE N. 194 Settembre 1999. (Indirizzo e telefono: vedi PERIODICI)
Baroni Piero UNA PATRIA VENDUTA 
Settimo Sigillo, 1999
 
 
 
Caputo Vincenzo DA SARAJEVO A PEARL HARBOR Gli anglo-americani alla conquista del mondo
Settimo Sigillo 1999 
L'immagine corrente della storia contemporanea, forgiata a uso e consumo non solo del grosso pubblico ma anche - e soprattutto - di quello più informato e istruito, è semplice e lineare come una trama della vecchia Hollywood: il mondo ha corso per tre volte il pericolo di essere conquistato e soggiogato, prima dal militarismo prussiano, poi dal totalitarismo nazifascista, infine dall'imperialismo sovietico, ma per tre volte le grandi potenze occidentali sono accorse, l'hanno difeso e salvato. E’- stata dura, ma tutto è bene quel che finisce bene. Su un racconto così scorrevole si innestano naturalmente ramificazioni varie, teorie opposte, dettagli singoli, ma il filo della vicenda è univoco, il senso generale è fuori discussione. Questa verità rivelata e consolidata si afferma senza difficoltà, innanzitutto perché è facile e comoda, rassicura e tranquillizza, non comporta esami di coscienza.
Questo libro fa ruotare "questa verità" di 180', e la presenta con un aspetto inedito dimostrando che furono l'Inghilterra e la Francia a provocare il primo e il secondo conflitto mondiale e che il Giappone non fu aggressore degli Stati Uniti ma difensore attivo della propria libertà.
Tutto ciò è dimostrato da Caputo con un'analisi serrata e documentata, giorno per giorno, ora per ora, delle fasi che hanno preceduto soprattutto il secondo conflitto mondiale,dando un contributo determinante per una seria revisione della nostra storia.
Dalla Copertina
Erra Enzo, Caroleo Grimaldi Francesco LA REPUBBLICA DI VIA RASELLA
Settimo Sigillo1999
 
Un atto storico 
Tra l'agosto dei 1996 e il febbraio del 1999, una vicenda giudiziaria di eccezionale portata ha messo il mondo politico, culturale e istituzionale italiano - quel mondo che di solito viene sinteticamente indicato come "prima Repubblica" - di fronte alle sue origini, alla sua storia, ai suoi valori, in definitiva di fronte a se stesso. Il "caso" in esame riguardava la tragica sorte delle vittime civili di via Rasella, dei cittadini italiani, cioè, che vennero investiti e uccisi insieme ai militari tedeschi nell'azione partigiana del 23 marzo 1944. Il procedimento ha avuto due punti salienti: in un primo momento il Giudice per le Indagini Preliminari, dopo aver disposto un'inchiesta, e accogliendo il parere del Pubblico Ministero, ha configurato un reato di strage ed ha decretato l'archiviazione per sopravvenuta amnistia, ma poi la Corte di Cassazione si è pronunciata in senso opposto, ed ha deliberato sempre l'archiviazione, ma perché il fatto non è previsto dalla legge come reato.
In sede giuridica, il verdetto della Cassazione chiude incontestabilmente il caso, e merita tutto il rispetto che si deve alle pronuncia della Magistratura: rispetto che però - va pure osservato - il Giudice per le Indagini Preliminari non ottenne quando fu aggredito da uno spietato Linciaggio morale a causa delle decisioni da lui, adottate. In sede storica, invece, il procedimento costituisce un tutto unico che va complessivamente valutato nelle sue fasi contraddittorie, per i risultati che ha comunque prodotto. Nel corso delle indagini, dalle deposizioni dei testi, dalle dichiarazioni rese dai protagonisti, dai documenti prodotti o consultati, sono emersi fatti nuovi o poco noti, e altri sono stati definiti e precisati fino ad assumere aspetti del tutto inediti. Un ampio dibattito si è svolto inoltre all’estremo, ed ha chiarito meglio il quadro generale con le ricostruzioni e interpretazioni di vario segno che ne sono emerse. Infine, il fatto stesso che il problema delle vittime civili dell'attentato sia stato posto per la prima volta in sede giudiziaria, e che abbia suscitato giudizi tanto diversi nel seno stesso della Magistratura, ha dimostrato che a più di mezzo secolo dalla fine della guerra e della guerra civile, ancora sussiste - e scotta - il problema della lotta partigiana, dell'accettabilità dei suoi metodi e della validità dei suoi reali obiettivi, della sua liceità, infine, e della sua effettiva necessità. Problema che si riversa e si proietta su tutto il corso dell'Italia postbellica, che da quella lotta scaturì e venne legittimata, e che viene tuttora investita nel suo essenziale contenuto quando le ragioni "dell'antifascismo e della resistenza" sono messe in questione.
Tutto questo, non certo a caso. Nell'ambito dell'attività partigiana, l'attentato di via Rasella è un culmine, un caso limite. A conferirgli un così alto valore emblematico concorrono la straordinaria forza del colpo e l'orrida enormità del contraccolpo: da un lato il numero dei tedeschi uccisi in una sola volta, dall'altro le inaudite e inumane dimensioni della rappresaglia che ne segui. Rappresentarsi con chiarezza via Rasella, nei suoi moventi, nella sua dinamica e nelle sue conseguenze, porta a cogliere in un punto solo l'inevitabile profilo della resistenza armata, nel suo spietato carattere. E porta senza remore e senza infingimenti alla luce il drammatico problema dei rapporti tra le mosse dei guerriglieri e la sicurezza della popolazione, tra chi conduce una guerra civile e chi subisce senza scampo le conseguenze dell'azione altrui. Non vale dunque soltanto a ricostruire la memoria storica, ma anche a ristabilire un equilibrio umano e morale, ad accertare se e come esso sia stato violato, a comprendere se e come quella violazione costituisca ancora il punto di partenza e di riferimento del nostro assetto e della nostra vita politica.
Il riesame di quei drammatici eventi, a prescindere dal suo aspetto strettamente giudiziario, ha scavato a fondo in questo difficile campo, ha fornito le premesse per una presa di coscienza più chiara, ed ha dato un'implicita ma evidente risposta al grave interrogativo (recentemente e autorevolmente riproposto in un'opera di cui ci occupiamo oltre) che sorge dalla reticenza con cui l'antifascismo non comunista tuttora non si impegna nell'analisi critica di un gesto materialmente compiuto da comunisti come quello di via Rasella. Un'analisi così accuratamente evitata, è stata infatti compiuta proprio da questa vicenda giudiziario, e più a fondo sarebbe stata condotta se fosse sfociata in un pubblico dibattimento. Già la violenta reazione che ha investito questa ipotesi appena si è affacciato, trasformando la reticenza in connivenza, ha denunciato la natura storica, ideologica e politica del problema. Ed ha dimostrato impietosamente quanto fosse tenace all'epoca, e quanto lo sia tuttora, il nesso tra chi metteva in atto una spregiudicata tattica rivoluzionaria senza badare ai costi, ai guasti e alle vittime, e chi la lasciava ad altri, ma la avallava, la fiancheggiava, e si preparava a coglierne i frutti.
Questo procedimento ha aperto così la via ad una più oggettiva e meno unilaterale visione del nostro passato, e quindi del nostro presente. E, ormai, un momento della nostra vita attuale, appartiene già al patrimonio delle nostre esperienze: occupandosi di storia, è divenuto esso stesso un atto storico. Come tale va ricostruito nella sua continuità e organicità, raccolto, conservato e tramandato, perché non resti affidato alle frammentarie notizie di stampa filtrate di giorno in giorno durante il suo corso, da non molti conosciute e forse già da quasi tutti dimenticate.
Nasce così un libro che intende narrare "questo" atto storico nel suo sviluppo, e riassumerlo nel risultato di conoscenza che ci ha lasciato. Nelle quattro parti in cui è articolato si trova innanzitutto la ricostruzione dei fatti nell’ampia cornice in cui si svolsero e senza la quale non si possono intendere, poi la vicenda processuale nelle sue fasi essenziali, nelle opposte tesi della parte civile e della difesa, nelle deposizioni dei protagonisti e nei giudizi dei magistrati, poi ancora una vasta scelta di documenti che sorregge e garantisce la narrazione, e infine un eloquente campionario degli echi di stampa che hanno fatto da contrappunto e da cassa di risonanza.
Chi ha curato questo libro, aveva ed ha ovviamente una propria interpretazione dei fatti, non poteva fare a meno di esporla e l'ha esposta. Ma ha anche raccolto con ogni possibile cura le interpretazioni degli altri, sia nei momenti processuali veri e propri, sia nel linguaggio oggettivo dei documenti, sia in quello certamente meno oggettivo dei commenti e delle reazioni. Spera quindi di aver raggiunto un punto fermo che resti, e che fornisca una base certa per ogni successiva elaborazione e ricerca.
Dalla copertina  
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Enzo Erra – Francesco Caroleo Grimaldi LA REPUBBLICA DI VIA RASELLA
Pagine 286, euro 19,63 Edizioni Il Settimo Sigillo, Roma 1999, Via Santa Maura 15 00192 Roma. Tel 06/39722155 – Fax 06/39722166; rete www.libreriaeuropa.it; Posta: ordini@libreriaeuropa.it.
 
Intervista a Enzo Erra, autore del libro "La Repubblica di Via Rasella" a cura di Luigi Tedeschi: Nel corso dell’attentato compiuto da un gruppo di partigiani il 23 marzo 1944 in Via Rasella a Roma, insieme a 40 militari germanici perirono anche cinque e forse più cittadini italiani che si trovavano sul posto. La tragica circostanza, a lungo ignorata o addirittura negata, è stata portata al vaglio della giustizia con un’iniziativa condotta dagli avvocati Francesco Caroleo Grimaldi e Luciano Randazzo per conto dei parenti delle vittime. Il procedimento, durato dall’agosto del 1996 al febbraio 1999, si è concluso con una definitiva sentenza di archiviazione, ma ha avuto fasi alterne e pronunce contraddittorie in sedi giudiziarie diverse, che hanno messo in luce aspetti sconosciuti o poco noti della drammatica vicenda. Ora, gli atti processuali, insieme a un’ampia serie di altri fondamentali documenti e ad un preciso ed esplicativo commento, sono stati pubblicati da Enzo Erra e Francesco Caroleo Grimaldi in un’opera significativamente intitolata "La Repubblica di Via Rasella". In questa intervista abbiamo chiesto ad Enzo Erra quali siano i risultati dell’iniziativa giudiziaria, e in quale prospettiva, dopo di essa, si debba porre l’intera e tragica vicenda di Via Rasella e delle Fosse Ardeatine.
1) L’attentato di Via Rasella è stato compiuto in attuazione di un preciso piano terroristico voluto e realizzato dai GAP comunisti, all'insaputa degli altri membri del CLN?
L’attentato faceva parte di un più vasto piano d’azione concepito e seguito da tutti i partiti del CLN, in base a precise direttive emanate dal Comitato stesso e dalla sua Giunta Militare, in cui erano rappresentati tutti e sei i partiti. Questo piano comprendeva un sistematico attacco "ovunque e comunque" ai tedeschi e ai fascisti, ai quali doveva essere resa "impossibile la vita", dentro e fuori la città di Roma. In particolare, per la giornata del 23 marzo, annuale della fondazione dei Fasci, c’era stata una preventiva consultazione tra Giorgio Amendola per il partito comunista, Sandro Pertini per il partito socialista e Riccardo Bauer per il partito d’azione, che avevano concordato in linea di massima le operazioni partigiane da mettere in atto. Era stata prevista l’esplosione di un ordigno tra la folla all’uscita del teatro Adriano, dove si doveva svolgere una manifestazione fascista, e solo dopo che questa manifestazione venne spostata si ripiegò sull'obiettivo di Via Rasella. Sui particolari dell’azione, e sul mutamento dell’obiettivo non tutti vennero informati, ma il proposito di compiere atti terroristici in città era comune tutti i partiti del CLN, tanto è vero che fino a quel momento i GAP ne avevano compiuti più di quaranta e tutti erano d’accordo. Dopo l’attentato di Via Rasella, solo Spataro, rappresentante della DC nella Giunta Militare, protestò per non essere stato avvertito, ma rimase del tutto isolato e in seguito il CLN, con un suo comunicato, rivendicò ufficialmente l’azione compiuta dai "patrioti italiani".
2) Quali furono le finalità politiche dell’attentato?
Tutto il piano d’azione del CLN tendeva a scatenare la guerriglia urbana, coinvolgendo la popolazione su cui sarebbero ricadute le inevitabili rappresaglie, fino a spingerla all’insurrezione. Questo obiettivo massimo, come si sa, venne clamorosamente mancato, ma venne invece egualmente raggiunto lo scopo di portare il CLN in primo piano nella lotta conto il fascismo, ruolo fino ad allora sostenuto dalla monarchia, dal governo Badoglio e dai militari, e cioè dalle forze che insieme al fascismo avevano governato per vent’anni l’Italia. L’antifascismo militante aveva un solo modo per intervenire nella lotta come antagonista principale, ed era quello di provocare una guerra civile che nessun altro voleva. Poiché le forze da mettere in campo a questo scopo gli mancavano del tutto, non poteva che ricorrere al terrorismo. Via Rasella, con l’orrido contraccolpo delle Fosse Ardeatine, fu la punta massima toccata da questa spietata tattica.
3) Il decreto che dichiarava "azioni di guerra e pertanto non punibili" gli atti di sabotaggio, requisizioni e ogni altra operazione compiuta "dai patrioti per azioni di lotta contro i tedeschi e i fascisti nel periodo di occupazione nemica" era applicabile anche agli atti compiuti a danno dei beni personali come la vita e l’incolumità? E dunque valeva davvero anche per gli attentatori di Via Rasella?
Questo è il punto giuridico intorno al quale ha ruotato l’intero procedimento, perché il Pubblico Ministero ed il Giudice per le Indagini Preliminari non lo hanno ritenuto applicabile ed hanno configurato il reato di strage, e si sono riferiti ad un precedente decreto che amnistiava più genericamente tutti gli atti compiuti a quello scopo. La Corte di Cassazione lo ha invece ritenuto applicabile. Nel primo caso, quindi, gli autori dell’attentato venivano considerati stragisti amnistiati, nel secondo sono diventati "patrioti non punibili". Differenza, come si vede, non lieve, che per tutta la durata del procedimento ha tenuto alla sbarra non solo e non tanto i tre superstiti autori materiali dell’attentato, quanto i metodi della guerriglia urbana e più in generale dell’attività partigiana, per le tragiche e sanguinose conseguenze che inevitabilmente riversa su una popolazione inerme e innocente.
4) Poteva essere evitata la rappresaglia tedesca?
Per evitarla bisognava che qualcuno volesse evitarla, ma non c’è segno che gli uomini ed i gruppi che guidavano la lotta antifascista si siano mai posti questo problema, né a Roma né altrove. I comandi partigiani, come meglio si vide quando lo scontro si spostò al Nord, tendevano piuttosto a rispondere alla rappresaglia con la controrappresaglia, fucilando per vendetta prigionieri fascisti e tedeschi nelle loro mani, e provocando quindi altre rappresaglie a cui poi rispondevano nello stesso modo. Questa è la macabra spirale messa in moto da quel metodo di lotta che abitualmente viene chiamato "resistenza". In questo quadro, chiedersi perché i "gappisti" non si fossero presentati per evitare il massacro delle Ardeatine è del tutto ozioso. Essi invece progettarono un altro attentato, previsto per cinque giorni dopo al Largo Tassoni contro un camion tedesco che trasportava un reparto della Gestapo di guardia al carcere di Regina Coeli, attentato che venne impedito all’ultimo momento da un provvidenziale contrordine. Non solo dunque non si preoccuparono di evitare una rappresaglia, ma pensarono di provocarne un’altra, prevedibilmente ancora più vasta e feroce.
5) Tutto questo richiama alla mente il processo ad Erich Priebke, tirato in ballo dopo 50 anni come capro espiatorio delle Fosse Ardeatine. C’è un nesso tra i due fatti?
Il nesso emerge proprio dalla tenace volontà di stravolgere la verità negando ed occultando ogni legame tra essi. Priebke è stato presentato al pubblico da giornali e telegiornali come esecutore di un massacro causato solo dalla ferocia sua e dei suoi. Gli attentatori di Via Rasella sono stati invece esaltati dai giornali e telegiornali come autori di un "atto di guerra" volto a colpire gli "occupanti tedeschi". Che a Via Rasella vi fossero state anche vittime italiane tra cui un bambino si è tentato di negare fino a quando, proprio nel corso di questo procedimento penale, l’evidenza dei fatti ha costretto ad ammetterlo. Che i trecentotrentacinque morti italiani delle Ardeatine non vi sarebbero stati senza l’attentato di Via Rasella non è stato ammesso nemmeno in questa circostanza. Si continua a parlare di Via Rasella e delle Ardeatine come di due fatti indipendenti, e non di una causa e di un effetto.
6) Anche questo procedimento penale non è dunque valso a ristabilire la verità?
La verità – che del resto tutti conoscono – sarebbe venuta alla luce e si sarebbe imposta se il procedimento non fosse stato archiviato, e fosse sfociato in un pubblico dibattimento. Questo spiega le furibonde reazioni politiche che investirono il GIP quando decise di aprire un’indagine che avrebbe potuto portare ad un rinvio a giudizio dei tre indagati. Tra i tre documenti che abbiamo pubblicato nel libro spicca per la sua drammaticità e per il suo valore di sintomo la lettera con cui questo magistrato chiese al suo superiore di essere sostituito, di fronte alle accuse ed invettive da cui era investito. Il coro che ha accompagnato il procedimento ha dimostrato quindi due cose: che in Via Rasella si rispecchia tutta la intera resistenza, e che la resistenza è sempre alla base e il fondamento di questa repubblica. Di qui, come si vede, il titolo di questo libro.
7) L’indagine giudiziaria su Via Rasella è stata dunque considerata come un tentativo di aggressione alla resistenza. Le forze politiche, gli organi di stampa e alcuni settori della magistratura si sono invece dimostrati assai tolleranti verso gli atti contro l’unità e l’integrità dello Stato compiuti dal secessionismo leghista. La resistenza sarebbe quindi portatrice di valori superiori alla stessa unità e integrità dell’Italia?
Sembra proprio che sia così. Da quanto è avvenuto, e che appare chiaramente dai documenti in larga parte inediti che abbiamo pubblicato nel libro, si vede bene che quella di oggi è davvero e ancora "La Repubblica di Via Rasella", una realtà cioè che si aggrappa tenacemente alla fonte da cui è sorta, e su cui la classe dirigente antifascista ha fondato e fonda tuttora il suo potere. E’ abbastanza naturale, perché risponde alla sua logica e alla sua morale, che questa classe dirigente tenga più alla propria sopravvivenza che all’unità e integrità nazionale, e che quindi in Italia si possa proclamare apertamente e impunemente una volontà di secessione, consacrandola persino nella struttura e composizione delle assemblee parlamentari, ma non si riesca invece a portare sul pubblico scenario di un’aula di giustizia i micidiali sistemi usati per imporre l’assetto istituzionale, politico e culturale in cui dopo mezzo secolo tuttora viviamo.
Da ITALICUM n. 1-2 -2000
Petacco Arrigo L'ESODO
Mondadori 1999  
 
 

Mario Dassovich FRONTE JUGOSLAVO 1943 La fase finale delle operazioni dell’Esercito Italiano sull’opposta sponda adriatica durante la seconda guerra mondiale
Del Bianco Editore Udine Lire 35.000 pag. 239
Dassovich, Mario
ISBD: Fronte jugoslavo 1941-'42 : aspetti e - Udine : Del Bianco, [1999] - 242 p., [2] c. di tav. : ill. ; 24 cm. - Civilta del Risorgimento
Collezione: Civilta del Risorgimento
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: Bibliografia Nazionale - 99-8878
Nomi: Dassovich, Mario
Soggetti: Esercito italiano - Guerra mondiale 1939-1945 
Iugoslavia - 1941-1942
Classificazione: 940.542197 - STORIA MILITARE DELLA SECONDAGUERRA MONDIALE. CAMPAGNE E BATTAGLIE INEUROPA. Iugoslavia e Bulgaria
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
MI1262
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
TS0162 - Biblioteca del Dipartimento socio-politico dell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS
TS0220 - Biblioteca dell'Istituto di geografia della Facolta' di economia e commerciodell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS
TS0255 - Biblioteca civica Attilio Hortis. Sezione staccata Pier Antonio Quarantotti Gambini - Trieste - TS
Codice identificativo: IT\ICCU\CFI\0445268
    Il collasso della Jugoslavia, sotto la spinta delle forse italo-germaniche, fu repentino.
    L’atavica ostilità dei popoli slavi, fra di loro, non permetteva la costituzione di uno stato che non fosse una costruzione artificiale destinata a sfasciarsi alla prima occasione.
    Croati, sloveni, serbi, mussulmani, comunisti, monarchici, Ustascia, dopo una breve pausa di orientamento scelsero la strada della guerra di tutti contro tutti, appoggiandosi agli italiani, ai tedeschi agli alleati ed all’Unione Sovietica.
La situazione era ingarbugliata al punto che i ribelli di Mihailovich, gestiti dal governo jugoslavo in esilio, combattevano contro i tedeschi ma appoggiavano le truppe italiane nell’azione repressiva dell’attività delle bande comuniste titine, pronti al capovolgimento di fronte se fossero sbarcati gli Alleati.
    I tedeschi, dal canto loro, reclamavano l’eliminazione delle bande monarchiche che trovavano sovvenzioni e rifugio nel territorio occupato dagli italiani. Gli Ustascia combattevano contro comunisti e monarchici mentre le diversità religiose e razziali acuivano i problemi di convivenza in tutta l’area balcanica.
    Con il proseguire del conflitto si determinò un rafforzamento delle bande di Tito, che riuscì a sostituirsi a Mihalovich occupando vaste aree della Jugoslavia. Tale situazione costrinse gli italiani ed i tedeschi a porre in atto le operazioni Weiss e Schwarz per avere ragioni dei ribelli ottenendo, per una serie di incomprensioni, solo vantaggi parziali.
L’Armistizio dell’8 settembre colse lo schieramento italiano in una fase di ridimensionamento delle aree di occupazione, e la mancanza di ordini precisi, sulle decisioni da prendere, determinò il caos militare che si tradusse in una pesante situazione nei confronti del litorale dalmata, dell’Istria e dei confini orientali. L’insipienza e la codardia di alcuni Comandanti, incapaci di prendere decisioni fuori dagli schemi classici, provocarono lo sbandamento delle numerose Divisioni il cui armamento cadde in mano anche alle bande comuniste.
    In sei capitoli l’Autore prende in esame la situazione accennata, con abbondanza di documentazione sulla nascita del fenomeno ribellistico e, con l’ausilio di sette tavole, riassume la situazione militare di volta in volta verificatasi in seguito alle operazioni tese alla eliminazione del fenomeno.
    Due tavole riassumono lo schieramento italiano e quello germanico riferiti alle fasi immediatamente successive all’8 settembre.
    La caduta di Mussolini determinò lo scadimento dell’azione militare italiana e mise in allarme i tedeschi che approntarono gli opportuni piani contro un ribaltamento dell’alleanza.
Tutto ciò aggravò la posizione degli abitanti della Dalmazia e dell’Istria, rimasti alla mercé delle bande di Tito che iniziarono la pulizia etnica.
    Il testo è molto interessante sia sotto il profilo storicopolitico che quello militare ed aiuta a comprendere perché la Balcania è la polveriera d’Europa.
    Dalla prima guerra mondiale, ad oggi, nulla è cambiato.
NUOVO FRONTE N. 208 (2001) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno. 

Nino Arena LE AQUILE DELLA "3 OSEI’’ Storia del Comandante Drago e della sua Squadriglia / 1940-1945
Ermanno Albertelli Editore, Via Sonnino 34/a, 43100 Parma, Telefax 0521/290387, Pag. 157 - prezzo non riportato
 
 
    Con la prefazione di Luigi Romersa, noto giornalista di guerra, è finalmente uscito un libro che, attraverso la storia di Drago, permette di conoscere una parte dell’impegno profuso dall’Aeronautica Nazionale Repubblicana, degna erede dei valori della Regia Aeronautica.
    Non appaia strana, al lettore, la commistione fra Regia Aeronautica ed Aeronautica Nazionale Repubblicana, ma essa è dovuta all’ignominia dell’armistizio dell’8 settembre che indusse in crisi e riflessioni gli Aviatori italiani che avevano strenuamente combattuto contro gli anglo-americani in condizioni di disparità numerica e qualitativa dei mezzi.
    In molti non rinnegarono i camerati Caduti, non accettarono l’onta del tradimento della parola data ed il conseguente disonore per tutta la nazione; continuarono a combattere contro il nemico, imponendosi faticosamente all’Alleato diffidente, in un contesto d’indifferenza che a volte sfociava nell’odio di parte, nel delitto e nel sabotaggio.
    Quali valori muovevano questi Combattenti ben consapevoli che ormai la guerra era perduta?
    Da dove attingevano la forza morale e materiale per affrontare, uno contro cento, un nemico potente che dilagava sui cieli d’Europa? La risposta è nel testo presentato ed è ben chiara nell’immagine del Comandante Drago che riassume in sé il valore, la caparbietà, la preparazione professionale, il coraggio umano che esorcizza la paura giorno per giorno, la capacità di risolvere i problemi familiari propri e di provvedere alle famiglie dei Camerati Caduti.
    Nino Arena con mano sapiente ci offre un libro che può ben figurare in ogni biblioteca. Sia specializzata che di carattere familiare, perché al linguaggio asciutto, proprio delle relazioni militari, aggiunge la riflessione dei sentimenti in modo chiaro, esplicito, senza fronzoli retorici o patetici.
    Il Comandante Drago nasce come Insegnante di Educazione Fisica (laureato all’Accademia della Farnesina) ma la passione del volo lo induce ad arruolarsi nella Regia Aeronautica come Ufficiale pilota.
    Assegnato al Gruppo del Comandante Vizzotto, entra a far parte della Squadriglia "Gigi tre osei’’, legata al nome del Ten. pil. Luigi Cannepele, noto aliantista olimpionico, Caduto in Libia.
    Il Reparto era composto da straordinari e valorosi piloti che si distinsero nelle operazioni belliche in Francia, in Grecia, in Africa Settentrionale, nella difesa aerea di Roma ed in Sicilia.
    L’Armistizio determina una scelta di campo ma Drago e tanti altri non hanno dubbi: non si possono rinnegare i Caduti, non si può chiudere la partita del disonore.
    La "Gigi tre osei’’ si ricostituisce, entra a far parte del 2° Gruppo (il Gruppo fantasma per la sua capacità di non essere individuato) comandato, in successione, da Vizzotto, Alessandrini e Miani.
    Il Medagliere del Gruppo si fregia di ben tre Medaglie d’Oro al Valor Militare: Cap. Giorgio Graffer, Cap. Nicola Magaldi, Ten. Giulio Trevisi; l’attività bellica si riassume in 114 velivoli anglo-americani abbattuti, dei quali 47 dalla "Gigi tre osei’’. Gli abbat-timenti conseguiti vanno ad aggiungersi alle 132 vittorie del periodo bellico 1940/43.
    L’apporto personale di Ugo Drago fu di 11 abbattimenti certi e di 14 probabili che vanno ad aggiungersi alle 14 vittorie certe e 10 probabili del periodo 1940/1943. Da non trascurare sedici aerei distrutti al suolo. Una Croce di guerra, quattro Medaglie d’Argento più una proposta, due Croci di Ferro di Seconda Classe ed una promozione per meriti di guerra sono la testimonianza dell’impegno profuso in cinque anni di guerra che si riassume in 1228 missioni di guerra con 184 combattenti aerei.
    Fu abbattuto una sola volta nel mare di Pantelleria.
    Il testo presentato è un trattato militare ed è il romanzo di una vita dedicata ad una Patria immemore, divoratrice dei suoi figli migliori, incapace di reagire al putridume morale che l’avvolge, che non sa offrire riferimenti ideali ai giovani che ormai, sempre più numerosi, trovano morte nello stordimento delle discoteche e nella droga.
Spero che questo libro sia letto e meditato.
NUOVO FRONTE N. 197 (1999) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno. 

Massimiliano Soldani L’ULTIMO POETA ARMATO Alessandro Pavolini Segretario del Partito Fascista Repubblicano
Società Editrice Barbarossa Cas. Post. 136 - 20095 Cusano Milanino (MI). Pag. 359 L. 36.000
Soldani, Massimiliano
ISBD: L' ultimo poeta armato : Alessandro Pavolini - Cusano Milanino : Barbarossa, [1999] - 359 p. ; 24 cm. - Sinergie
Collezione: Sinergie
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Soldani, Massimiliano
Soggetti: PAVOLINI, ALESSANDRO
Classificazione: 945.0915092 - Storia d'Italia. Periodo fascista,1922-1943. Persone.
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: BO0305 - Biblioteca comunale di Storia della Resistenza - Bologna - BO
CN0037 - Biblioteca civica - Cuneo - CN
MI0185 - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI
PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD
RM0210 - Biblioteca della Fondazione Lelio e Lisli Basso - Roma - RM
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM
Codice identificativo: IT\ICCU\MIL\0433631
    Se vi recate a Firenze e scendete alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, se vi recate allo Stadio Berta, se visitate la Fiera dell’Artigianato, se partecipate al Maggio musicale fiorentino o vi soffermate di fronte a quella magnifica opera ch’è il Ponte Vecchio, pensate a Pavolini perché, se queste opere e queste iniziative sussistono, sono frutto della sua capacità realizzatrice che trova alimento nelle qualità culturali possedute.
    Ponte Vecchio, in particolare, doveva essere distrutto per ostacolare l’avanzata anglo-americana, ma Pavolini riuscì ad imporsi al Comando germanico, facendosi scudo contro ogni iniziativa, organizzando una resistenza attiva di franchi tiratori, su più linee, che per giorni impedì all’invasore di conquistare Firenze.
Quei Giovani Fascisti furono uccisi sul posto e molti furono fucilati dai partigiani sulla gradinata della Chiesa di S. Maria Novella, ma Ponte Vecchio era salvo.
Pavolini scrittore, esteta, poeta, uomo di pensiero, ideologo, sognatore ma anche costruttore, realizzatore, organizzatore, soldato, uomo di Stato.
    Il complesso di queste qualità, che in altri personaggi sono antite-tiche, in Pavolini si fondono e producono fatti, realizzazioni, hanno la capacità di attrarre altre personalità: sintetizzano il motto mazziniano "pensiero ed azione’’ posto alla base della dottrina fascista. Nel mondo letterario il nome di Pavolini viene bisbigliato mentre in quello politico viene ignorato o calunniato.
    Il testo presentato ci offre la possibilità di conoscere a fondo la complessa personalità di Pavolini, dalle sue opere al pensiero, dall’ammirazione per Garcia Lorca alla protezione per gli artisti ed i letterati in odore di eresia politica.
È un uomo di fronda, ma nei momenti cruciali si assume ogni responsabilità nel segno della coerenza, e va incontro alla bella morte con serena virilità dopo aver combattuto fino all’ultimo colpo.
    Il dono di Massimiliano Soldani è frutto di grande passione e di un impegno straordinario che lo ha visto tenace ricercatore di documenti e di testi in grado di far emergere in tutta la sua completezza la personalità di Alessandro Pavolini.
    Quest’opera nasce dallo sviluppo di una tesi di laurea in Storia contemporanea di Soldani che, in tale occasione, si sentì richiedere da uno dei correlatori una professione di antifascismo!
    Questa è la cultura di un Paese che sbandiera il concetto di Libertà ad ogni stormire di fronde!
    Lo sviluppo del testo si articola su sei Capitoli preceduti da una prefazione di A. Lyttleton e da una presentazione di Mario Bernardi Guardi.
    L’introduzione analizza il rapporto fra Pavolini e la Rivoluzione di popolo ove il Fascismo assume la dimensione di fenomeno universale, ideologia italiana che aborre il liberismo selvaggio ed il capitalismo di Stato. Il capitolo primo illustra la nascita del Partito Fascista Repubblicano, le sue istanze e le sue speranze con il ripudio degli errori del passato. Il secondo capitolo entra nel vivo del congresso di Verona con la messa a punto del manifesto programmatico, che sarà la base dei successivi interventi di carattere costituzionale , mentre nel terzo capitolo viene analizzato il rapporto presente e futuro tra il Partito e lo Stato che si mostra, in certo modo, difficoltoso perché deve affrontare le altre componenti sia politiche che militari ed economiche che ostacolano una eccessiva egemonia del partito stesso.
    Il quarto, quinto e sesto capitolo entrano nel vivo dei compiti del P.F.R. nel campo dell’Assistenza, nell’organizzazione strutturale, tutta la formazione delle Brigate Nere ed il loro impiego militare, la lotta antipartigiana, la resistenza fascista a Firenze e Forlì’, il sogno del ridotto alpino in Valtellina, la nuova politica divisa tra un ritorno al socialismo ed un nuovo fascismo.
    Le tentazioni e le tesi sono molte, ma si preferirà una soluzione originale, nazionale, che attinga dal socialismo quelle componenti sindacali e rivoluzionarie che non siano riferibili al marxismo.
    La volontà di organizzare un Partito forte ed egemone era alimentata dalla necessità di avere un centro di riferimento capace di opporsi all’arroganza tedesca che, per ragioni di produzione bellica, appoggiava l’industria al fine di rinviare la socializzazione, e alle componenti burocratiche, sia militari che ministeriali, che non intendevano cedere di fronte al vento che spazzava le vecchie strutture.
    Il testo è di notevole interesse per lo studio di un periodo della nostra storia che è stato liquidato frettolosamente dai lecchini del dopoguerra, incapaci di reggere al paragone, anche parziale, con le realizzazioni sociali che in pochi mesi, sotto le bombe, gli attentati e l’incalzare delle vicende belliche seppe realizzare o proporre la RSI. Basta pensare alla confisca delle terre in Romagna assegnate alle Cooperative (ora rosse), alle case popolari date in proprietà agli inquilini, alle opere pubbliche realizzate, all’assistenza ai profughi ed ai sinistrati, alla formazione di cooperative alimentari, al sostegno dell’esercito germanico in guerra, alla ricostruzione delle Forze Armate italiane, alla iniziata socializzazione delle industrie pesanti e alla riorganizzazione sindacale.
    Questi uomini che con tanta fede si adoperarono per il popolo italiano furono tutti barbaramente uccisi ed additati al disprezzo.
    Gli argomenti sono trattati con chiarezza ed ampliati da note e richiami che permettono un maggiore approfondimento della materia.
    La lettura è facile ed avvincente.
    È un testo da proporre a tutti coloro che vogliono conoscere un passato di forte impegno che racchiude valori morali ed umani sempre attuali.
NUOVO FRONTE N. 200 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

ROBERTO FARINACCI - DALLO SQUADRISMO ALLA RSI
Collana LUX 1922/1945 n. 13 NovAntico Editrice a cura di Luigi Cazzadori Pag. 79 - Lire 16.000
Cazzadori, Luigi
ISBD: Roberto Farinacci : dallo squadrismo alla - Pinerolo : NovAntico, 1999 - 79 p. : ill. ; 24 cm. - Lux
Collezione: Lux
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Cazzadori, Luigi
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: CN0037 - Biblioteca civica - Cuneo - CN
CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
TO0265 - Biblioteca nazionale universitaria - Torino - TO
Codice identificativo: IT\ICCU\TO0\0903390
    Con la consueta elegante veste tipografica la NovAntico ci presenta un testo su Roberto Farinacci.
    Certamente nel Fascismo militarono forti personalità che influirono sulla capacità del Fascismo stesso di penetrare o di imporsi alle masse popolari, reagendo al montare del sovversivismo.
    Erano uomini usciti dalle trincee, pronti alla lotta e moralmente saldi.
    Non potevano rinunciare ad un’Italia forte e rispettata.
    Roberto Farinacci è, fra questi, una figura di spicco che collaborò con Mussolini per l’affermazione della Rivoluzione.
    Nel testo presentato si può ben analizzare la capacità di pensiero ed organizzativa di Farinacci, attraverso una raccolta di articoli scritti in occasione dei grandi eventi. Il libro termina con la narrazione della sua cattura per mano di una banda partigiana che, oltre ad ucciderlo mediante fucilazione, si preoccupò anche di far sparire il bagaglio di tutte le vittime dell’imboscata. Tale banda finì successivamente in galera per varie rapine ed uccisioni. Il corpo di Farinacci fu esposto ad altre due fucilazioni da morto. Potè trovare degna sepoltura solo nel 1956.
    È così la giustizia antifascista?
NUOVO FRONTE N. 198 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

Guglielmo Montalto LA’ C'E’ IL NEMICO (STORIA DI GUERRA E DI PACE)
pag. 95
 
    Raccogliendo l'invocazione, recitata dalla "Preghiera del Legionario", di recare ognuno la sua pietra al cantiere della Patria, Guglielmo Montalto porta, con la sua opera "Là c'è il nemico - storia di guerra e di pace", edito dalla Grafica Atestina di Este (dic. 1997), un valido contributo letterario alternativo, atto e sceverare eticamente, sotto luce diversa, lo spirito dei combattenti della RSI.
    E non lo fa da accademia o biblioteca. Prende l'autore la propria vita e la analizza nel lungo racconto, con le opzioni e i dubbi, le esperienze e le decisioni, spesso con retroazioni che toccano ora la diatriba monarchica, ora la guerriglia, ora l'alleato tedesco, persino la questione razziale, in una angolazione ermeneutica, per arroccarsi di continuo al suo archetipo di fedeltà.
E’ proprio degli uomini, forti l'introspezione meditata nel tempo, quando la temperie degli avvenimenti riduce ognuno a molecola della sorte: da qui ecco lo strappo al regolamento e alla cieca glaciale disciplina, anche se, dopo l'obbedienza alla retta coscienza, si riconferma l’asserto che "l’interesse collettivo deve sempre essere tutelato anche contro le buone ragioni di questo o di quel caso singolo".
    Il Montalto attribuisce al protagonista, Tenente della Xa MAS, il suo ruolino di marcia: allievo al Collegio Navale di Venezia, S. Tenente Artigl. a Pesaro (estate 1943), Tenente della Xa MAS Gruppo Colleoni dal Genn. 1944, financo l'orfanità del fratello Francesco, Ten. Med. in Balcania, deceduto 2i Mostar il 18/5/1944 per tifo petecchiale, contratto nella cura di quella popolazione.
    Accanto al protagonista è posto un partigiano garibaldino che si astrae dal grigiore dei guerriglieri per sentimenti ancora preservati, nonostante la propaganda nichilista di parte.
    Ideali personaggi entrambi, in aspirazione di concordia nazionale a guerra conclusa, per ricostruire l'Italia. Questo il motivo ricorrente e dominante dell’opera, mimando l'aurora dopo la tempesta.
L'aurora, purtroppo, dopo oltre 50 anni, non si è tuttora conclamata. Così il Montalto interpreta la rappacificazione fra italiani come rito di rugiada, colto dalle invocazioni dei Caduti e dei savi, come profezia per le moltitudini decontaminate dalla zizzania, astutamente seminata.
NUOVO FRONTE N. 193 (1999) Mario Varesi Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

Nino Arena R.S.I. FORZE ARMATE DELLA REPUBBLICA SOCIALE LA GUERRA IN ITALIA 1943 
Ermanno Albertelli Editore Via S. Sonnino 34a 43100 Parma - Fax. 0521/290387 L. 80.000
Arena, Nino
ISBD: RSI : forze armate della Repubblica sociale - Parma : E. Albertelli, 1999 - 459 p. : ill. ; 29 cm.(( - Segue: Appendice.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: ISBN - 88-87372-00-4
Bibliografia Nazionale - 99-10854
Nomi: Arena, Nino
Soggetti: Esercito nazionale repubblicano
Classificazione: 940.541345 - OPERAZIONI MILITARI DELLA SECONDAGUERRA MONDIALE, UNITA MILITARI DELLE FORZEDELL'ASSE. UNITA ITALIANE.
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI
RA0036 - Biblioteca comunale Classense - Ravenna - RA
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
TS0252 - Biblioteca del Dipartimento di scienze geografiche e storiche dell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS
Codice identificativo: IT\ICCU\RAV\0338087
    Una nuova fatica di Nino Arena, un nuovo completo contributo al ristabilimento della verità storica sul periodo più drammatico ed appassionante della nostra Patria.
    La prefazione del compianto Comandante del Reggimento Arditi paracadutisti Folgore delle FF.AA. della RSI, Edoardo Sala, riassume la prodigiosa adesione dei migliori italiani alla ricostituzione delle Forze Armate dissolte dall’ignominioso tradimento di Casa Savoia e di Badoglio.
    L'8 settembre l'Esercito Italiano, forte di circa tre milioni e cinquecentomila soldati, distribuiti in tutta l'Europa coinvolta dalla guerra, senza ordini, rimaneva in balìa degli eventi, abbandonato alle iniziative personali.
Circa centomila uomini rimasero ai posti di combattimento, reagendo all’ignominia e decidendo di continuare la guerra contro gli Anglo Americani.
    Fra questi, due Battaglioni di paracadutisti della "Nembo" operanti in Sardegna ed in Calabria; dal Battaglione dislocato in Calabria ebbe origine il motto "Per l'onore d'Italia" riportato su nastro nero bordato tricolore ed applicato sulla manica dell’uniforme. "Per l'onore d'Italia" era la frase che concludeva la comunicazione con quale Edoardo Sala informava il diretto superiore della decisione di non riconoscere l’Armistizio.
    Superati i primi giorni di smarrimento, si sviluppò il più grande movimento di volontari che mai sia stato espresso in Italia, segno tangibile della volontà di riscatto della gioventù italiana che rivelava le grandi risorse morali della Nazione.
Non vi fu spirito di avventura o incosciente partecipazione, ma solo il desiderio di dare sfogo alla incontenibile rabbia che esplodeva nel petto, fino alle lacrime, per l'onta subita, le speranze infrante, i sacrifici ed i lutti degli italiani, la coerenza e la fedeltà verso l'alleato ed i patti sottoscritti.
    Quegli uomini, quei ragazzi gazza, quei reduci, quei mutilati che correvano alle armi, seguivano l'impulso della fede e dei cuore; un amore sconfinato per la propria terra poneva in seconda linea ogni altro affetto ed ogni altro interesse.
Quale contrasto con i doppio-giochisti, gli industriali ambigui, i comunisti assassini, gli attendisti ed i vecchi avanzi dell’Italia pre-fascista! Nell’introduzione quanto sopra sintetizzato, è ben espresso per poter comprendere i tanti "perché" e come avvenne quel miracolo di organizzazione costituito dalle Forze Armate della RSI.
    In quattro capitoli, integrati da una grande copia di fotografie, viene esaminata la situazione determinata dal colpo di stato dei 25 luglio 1943 fino all'azione militare delle FF.AA. della RSI.
    Nel 1' Capitolo si descrivono l'invasione della Sicilia, l'arresto di Mussolini, le operazioni armistiziali con le tragiche conseguenze; nel 2' viene riportata la nascita della RSI, dimostrata l'illegittimità dei Governo Badoglio, descritta l'azione politico-sociale-militare della RSI e la riorganizzazione delle nuove FF.AA.
    Il 3' e 4' Capitolo entrano nel vivo dell'argomento dando particolare rilievo alle organizzazioni militari ed informative, sia nel campo anglo-americano che in quello tedesco ed italiano, senza trascurare i rapporti degli Alleati con la Resistenza. Completa ed esauriente è l'analisi nei confronti degli Internati Militari Italiani in Germania.
edizione militare delle FFAA. è oggetto dei 40 Capitolo.
    Il fronte Sud, il fronte dell'Italia orientale, la situazione giuliana, la difesa territo riale della RSI e la guerra civile sono analizzati nella loro genesi e nel loro sviluppo.
    In appendice sono riportate le dislocazioni dei Reparti, gli organici ed i componenti degli Enti di Comando.
il testo presentato è un’opera completa che dissipa la cortina di disinformazione, stesa ad arte, per far cadere nell'oblio un punto di riferimento storico che, invece, dovrebbe essere d'esempio per quanto attiene la capacità organizzativa in ogni campo con il supporto di qualità morali di prim'ordine.
    Di Nino Arena abbiamo già detto in altre recensioni; è stato uno di quelle centinaia di migliaia di giovani che non fecero calcoli. Oggi onora la cultura storica.
NUOVO FRONTE N. 192 (1999) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

IL MIO COMANDANTE CAPITANO GUASTATORE ALPINO MANLIO MARIA MORELLI A curadi Giorgio Roberti 
AN.G.E.T., Gruppo Nazionale Guastatori del Genio.  
     
     
    Giorgio Roberti, volontario nella RSI nel Battaglione "Valanga" della Decima MAS, ci offre un breve ricordo del Capitano Morelli, Comandante di Battaglione, già reduce dalla guerra di Grecia e dalla Campagna di Russia. 
    Il Capitano Morelli, classe 1914, frequenta l'Accademia Militare di Artiglieria e Genio conseguendo i gradi di Sottotenente nel 1934. Tenente nel 1936; partecipa alle operazioni sul fronte francese nel 1940 ottenendo una Medaglia d'Argento al V. M. Nel 1941 sul fronte greco viene decorato con una Medaglia di Bronzo al V.M. e consegue un'altra Medaglia d'Argento al V.M. sul fronte russo ove viene gravemente ferito. L'8 settembre non ha esitazioni ed aderisce all'Esercito Repubblicano ricostituendo il Battaglione Valanga. Incorporato nella Decima MAS il “Valanga" riesce a sostituire il basco da marò con il cappello alpino, partecipa alle operazioni in Piemonte sul confine Italo-Francese, a tremila metri di quota, assolvendo brillantemente il proprio compito. Di stanza a Vittorio Veneto reagisce agli agguati partigiani ma impedisce ogni rappresaglia; la Carnia, la Venezia Giulia, Bassano dei Grappa e Marostica sono le ultime tappe della vicenda militare dei Cap. Morelli. 
    A Marostica avviene lo scioglimento del Battaglione e l'inizio della persecuzione e della condanna a dodici anni di carcere. In seguito all'amnistia viene scarcerato ed inizia una nuova vita che lo vede assente e lontano dal passato fino al giorno in cui ne 1988 viene finalmente conferita la Medaglia d'Argento al V.M. al XXX Guastatori alpini per la Campagna di Russia. Tale evento contribuirà ad un graduale reinserimento di Morelli ai raduni dei Guastatori che lo accolgono con affetto ed entusiasmo. 
    Purtroppo il Comandante del "Valanga" non è più fra noi. Ha raggiunto i Suoi Guastatori in Cielo. 
    Richiedere a: Giorgio Roberti - Vicolo del Castagneto 14 34127 Trieste. 
NUOVO FRONTE N. 191 (1999) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

 
 
 
GORLA 20 OTTOBRE 1944 La strage degli innocenti. Per non dimenticare.
Numero speciale della serie LUX NovAntico Editrice C.P. 28, 10064 Pinerolo (TO) Tel. 0337/215494 - Fax 0121/71977 Segr.  Tel. 0121/74417 L. 16.000
 
    20 ottobre 1944.  Poco dopo le 11.30 del mattino Milano viene sottoposta ad un nuovo violento bombardamento aereo.  Questa volta tocca ad uno dei quartieri più popolari, privo di ogni significato militare. Le bombe colpiscono una scuola elementare uccidendo 205 bambini: il più piccolo ha undici mesi ed il più grande ha 12 anni. Questa è la guerra dei "Liberatori".
    Il primo numero speciale presentato intende ricordare queste vittime innocenti dimenticate dalla memorialistica interessata a ben altro. La riproduzione di cronache del fatto, delle fotografie che fissano i corpicini nell'immobilità della morte, ci danno la dimensione dei massacro perpetrato per fiaccare il popolo milanese, per indurlo alla rivolta contro le autorità di Governo.
    Resoconti dei soccorsi subito allestiti, il sacrificio delle squadre addette al soccorso danno l'immagine di una efficienza insospettabile, a dispetto delle mille e mille difficoltà del momento. 
    Manifesti e commenti completano la descrizione e facilitano la comprensione della gravità dei fatti che non possono essere giustificati dalla log ica della guerra. L'Edizione presentata è completa in ogni sua parte ed è meritevole di consultazione per riappropriarsi della verità.
NUOVO FRONTE N. 190 (1999) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Davide Del Giudice APRILE 1945 LA BATTAGLIA DELLA LUNIGIANA
Lire 18.000 - pag. 87 Il volume può essere richiesto all’Autore, e-mail: <davide_del_giudice@hotmail.com>
Del Giudice, Davide
ISBD: Aprile 1945 : la battaglia della Lunigiana / - Massa : [s. n.], 1999 (Massa : Glue) - 84 p. : ill. ; 24 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Del Giudice, Davide
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
Codice identificativo: IT\ICCU\CFI\0519417
*** 
Del Giudice, Davide
ISBD: Aprile 1945 : la battaglia della Lunigiana / - 2. ediz - Milano : Ritter, 2000 - 84 p. : tav. ; 24 cm
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Del Giudice, Davide
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: LU0022 - Biblioteca statale - Lucca - LU
Codice identificativo: IT\ICCU\PIS\0003297
    Ancora una fatica di Del Giudice per fare sempre più luce sulla storia negata. Questa volta l’argomento riguarda l’ultima battaglia affrontata in Lunigiana dalle truppe Italo-Tedesche contro gli americani decisi a dare l’ultima spallata per dilagare nel nord Italia.
    Con l’aiuto di giovani ricercatori l’Autore è riuscito ad individuare buona parte delle postazioni utilizzate dai combattenti, rendendole visitabili così da costituire luoghi di Memoria per chi ha vissuto e sofferto quei tragici avvenimenti.
La ricostruzione minuziosa, confortata da numerose cartine e materiale fotografico, dei combattimenti con la descrizione dei comportamento umani, delle speranze e del dolore di chi vede la Patria perduta, l’incognita dell’avvenire in un ambiente umano ostile per l’azione preconcetta dei vincitori e degli asserviti al carro dei vincitori, ci riportano nella dimensione spaziale e temporale di quei giorni. Si rivivono i bombardamenti, il sibilo delle granate, si rivede il nemico che avanza, si odono le urla ed i lamenti dei feriti, si ricordano i giovani che vanno incontro al nemico mentre gli altri si ritirano, alla ricerca della morte per non accettare la morte della Patria.
    Queste sono le immagini che emergono della lettura di queste belle pagine che alla ricostruzione dei movimenti tattici, dei Reparti impegnati, unisce la vicenda umana con le emozioni che ne derivano.
    Quanti sanno della battaglia della Lunigiana? In quale libro di Storia è riportata? Sappiamo tutto sulle scaramucce partigiane avvenute al riparo delle siepi ma nulla sul comportamento eroico delle truppe italiane impiegate sul fronte contro l’invasore anglo-americano.
    Del Giudice, con la serenità dello storico e del ricercatore, scopre le carte ai bari della storia e ci offre la possibilità di aprire un altro varco alla luce della verità.
NUOVO FRONTE N. 196 (1999) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
 
 

 
 
 
>>>Titolo privo di Recensione 
Lepre, Aurelio 
ISBD: La storia della Repubblica di Mussolini : Salo, - Milano : Mondadori, 1999 - 353 p. ; 23 cm. - Le scie 
Collezione: Le scie 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 88-04-45898-4 
Bibliografia Nazionale - 2000-2127 
Nomi: Lepre, Aurelio 
Soggetti: Repubblica sociale italiana <1943-1945> 
Classificazione: 945.0916 - STORIA. ITALIA. PERIODO DELLA RESISTENZA ARMATA E DELLA FINE DEL REGNO,1943-1946 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: AL0001 - Biblioteca civica - Acqui Terme - AL 
AL0060 - Biblioteca civica - Novi Ligure - AL 
AL0135 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societa' contemporanea in provincia di Alessandria - Alessandria - AL 
AQ0047 - Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi - L'Aquila - AQ 
AT0047 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societàcontemporanea in provincia di Asti - Asti - AT 
BG0366 - Sistema bibliotecario urbano di Bergamo - Bergamo - BG 
BI0025 - Biblioteca civica - Biella - BI 
BO0199 - Biblioteca comunale - Imola - BO 
BO0298 - Biblioteca del quartiere Porto - Bologna - BO 
BO0305 - Biblioteca comunale di Storia della Resistenza - Bologna - BO 
CN0002 - Biblioteca civica Giovanni Ferrero - Alba - CN 
CN0013 - Biblioteca civica - Bra - CN 
CN0031 - Biblioteca civica - Chiusa di Pesio - CN 
CN0037 - Biblioteca civica - Cuneo - CN 
CN0102 - Biblioteca civica Cesare Pavese - Santo Stefano Belbo - CN 
CT0062 - Biblioteca regionale universitaria - Catania - CT 
FC0011 - Biblioteca comunale Malatestiana - Cesena - FC 
FE0017 - Biblioteca comunale Ariostea - Ferrara - FE 
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI 
FI0101 - Biblioteca Marucelliana - Firenze - FI 
FI0213 - Biblioteca di scienze della formazione dell'Universita' degli studi di Firenze - Firenze - FI 
GO0025 - Biblioteca statale Isontina - Gorizia - GO 
GO0106 - Biblioteca della Sede di Gorizia dell'Universita' degli studi di Trieste - Gorizia - GO 
LI0011 - Biblioteca comunale Labronica Francesco Domenico Guerrazzi - Livorno - LI 
MI0162 - Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - MI 
MI0185 - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI 
MI0270 - Biblioteca-Archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - Milano - MI 
MI0305 - Biblioteca Ferruccio Parri - Milano - MI 
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI 
MI0555 - Biblioteca del Centro di documentazione ebraica contemporanea - Milano - MI 
MI1022 - Biblioteca dell'Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio - Sesto San Giovanni - MI 
MI1260 
MO0012 - Biblioteca comunale - Carpi - MO 
MO0097 - Biblioteca comunale - Nonantola - MO 
MO0120 - Biblioteca comunale - Sassuolo - MO 
MO0135 - Biblioteca civica Antonio Delfini - Modena - MO 
PD0316 - Biblioteca generale della Facolta' di scienze politiche Ettore Anchieri dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD 
PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD 
PG0032 - Biblioteca comunale Giosue' Carducci - Citta' di Castello - PG 
PV0144 - Biblioteca della Facolta' di scienze politiche dell'Universita' degli studi di Pavia - Pavia - PV 
PV0315 - Biblioteca interdipartimentale unificata Plinio Fraccaro dell'Università degli studi di Pavia - Pavia - PV 
RA0024 - Biblioteca comunale Carlo Piancastelli - Fusignano - RA 
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA 
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA 
RE0052 - Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia - RE 
RM0210 - Biblioteca della Fondazione Lelio e Lisli Basso - Roma - RM 
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM 
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM 
RM0280 - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - RM 
RM0997 - Biblioteca del Dipartimento di storia moderna e contemporanea dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma - RM 
RM1115 - Biblioteca comunale - Ladispoli - RM 
RN0013 - Biblioteca civica Gambalunga - Rimini - RN 
TO0162 - Biblioteca civica centrale Camillo Alliaudi - Pinerolo - TO 
TO0240 - Biblioteca civica centrale - Torino - TO 
TO0280 - Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi - Torino - TO 
TS0137 - Biblioteca generale dell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS 
TS0162 - Biblioteca del Dipartimento socio-politico dell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS 
TS0255 - Biblioteca civica Attilio Hortis. Sezione staccata Pier Antonio Quarantotti Gambini - Trieste - TS 
VA0059 - Biblioteca civica Luigi Majno - Gallarate - VA 
VE0047 - Biblioteca Querini Stampalia - Venezia - VE 
VE0049 - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - VE 
VI0172 - Sistema bibliotecario urbano di Vicenza - Vicenza - VI 
Codice identificativo: IT\ICCU\TO0\0766906 
 
 
>>>Titolo privo di Recensione 
Albanese, Francesco 
ISBD: Un percorso fra le carte dell'Archivio Centrale - Roma : [s.n.], 1999 - P. 295-329 : c. geogr. ; 23 cm.(( - Estratto della Rivista: Rassegna degli Archivi di Stato, 58. (1998), n. 2-3. 
Collezione: Testimonianze fra cronaca e storia. Guerrefasciste e seconda guerra mondiale 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Nomi: Albanese, Francesco 
Soggetti: REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 1943-1945 - 
ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO - DOCUMENTI 
REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA 1943-1945 - 
FONTI DOCUMENTARIE 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: MI0270 - Biblioteca-Archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - Milano - MI 
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM 
Codice identificativo: IT\ICCU\IEI\0141404 
 
 
>>>Titolo privo di Recensione 
Ganapini, Luigi 
ISBD: La repubblica delle camicie nere / Luigi - [Milano] : Garzanti, 1999 - 519 p. ; 22 cm. - Collezione storica 
Collezione: Collezione storica 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 88-11-69309-8 
Bibliografia Nazionale - 99-5524 
Nomi: Ganapini, Luigi 
Soggetti: Repubblica sociale italiana <1943-1945> 
Classificazione: 945.0916 - STORIA DELL'ITALIA, 1943-1946 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: AL0001 - Biblioteca civica - Acqui Terme - AL 
AL0104 - Biblioteca civica - Valenza - AL 
AL0135 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societa' contemporanea in provincia di Alessandria - Alessandria - AL 
AN0092 - Biblioteca comunale Planettiana - Jesi - AN 
AT0004 - Biblioteca consorziale astense - Asti - AT 
AT0047 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societàcontemporanea in provincia di Asti - Asti - AT 
BG0366 - Sistema bibliotecario urbano di Bergamo - Bergamo - BG 
BL0081 - Biblioteca dell'Istituto storico bellunese della Resistenza e dell'eta' contemporanea - Belluno - BL 
BO0036 - Biblioteca dell'Istituto giuridico Antonio Cicu della Facolta' di giurisprudenza dell'Universita' degli studi di Bologna - Bologna - BO 
BO0098 - Biblioteca universitaria di Bologna - Bologna - BO 
BO0199 - Biblioteca comunale - Imola - BO 
BO0220 - Biblioteca comunale Giulio Cesare Croce - San Giovanni in Persiceto - BO 
BO0287 - Biblioteca comunale centrale di Palazzo Montanari - Bologna - BO 
BO0293 - Biblioteca Roberto Ruffilli del quartiere San Vitale - Bologna - BO 
BO0392 - Biblioteca dell'Istituto Gramsci - Bologna - BO 
BO0423 - Biblioteca di Discipline Umanistiche delle Facolta' di Lettere e Filosofia edi Magistero dell'Universita' degli Studi di Bologna - Bologna - BO 
BO0442 - Biblioteca del Dipartimento di Discipline Storiche. Universita' degli Studi di Bologna - Bologna - BO 
BO0522 - Biblioteca comunale Malpighi - Bologna - BO 
BO0563 - Biblioteca Sala Borsa - Bologna - BO 
CA0194 - Biblioteca universitaria di Cagliari - Cagliari - CA 
CN0002 - Biblioteca civica Giovanni Ferrero - Alba - CN 
CN0037 - Biblioteca civica - Cuneo - CN 
CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN 
CN0049 - Biblioteca civica - Fossano - CN 
CN0174 - Biblioteca civica - Trinita' - CN 
CT0062 - Biblioteca regionale universitaria - Catania - CT 
FC0018 - Biblioteca comunale Aurelio Saffi - Forli' - FC 
FE0068 - Biblioteca del Dipartimento di scienze giuridiche dell'Universita' degli studi di Ferrara - Ferrara - FE 
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI 
FI0101 - Biblioteca Marucelliana - Firenze - FI 
FI0211 - Biblioteca di lettere e filosofia dell'Universita' degli studi di Firenze - Firenze - FI 
GO0025 - Biblioteca statale Isontina - Gorizia - GO 
LI0011 - Biblioteca comunale Labronica Francesco Domenico Guerrazzi - Livorno - LI 
MI0162 - Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - MI 
MI0185 - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI 
MI0270 - Biblioteca-Archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - Milano - MI 
MI0305 - Biblioteca Ferruccio Parri - Milano - MI 
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI 
MI1022 - Biblioteca dell'Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio - Sesto San Giovanni - MI 
MI1260 
MN0120 - Biblioteca del Centro culturale polifunzionale Gino Baratta - Mantova - MN 
MN0121 - Sistema bibliotecario urbano di Mantova - Mantova - MN 
MN0144 - Biblioteca dell'Istituto mantovano di storia contemporanea - Mantova - MN 
MO0012 - Biblioteca comunale - Carpi - MO 
MO0014 - Biblioteca comunale - Castelfranco Emilia - MO 
MO0120 - Biblioteca comunale - Sassuolo - MO 
MO0127 - Biblioteca comunale Francesco Selmi - Vignola - MO 
MO0135 - Biblioteca civica Antonio Delfini - Modena - MO 
MO0146 - Biblioteca del Quartiere Crocetta - Modena - MO 
MO0155 - Biblioteca dell'Istituto Storico della Resistenza di Modena e Provincia - Modena - MO 
NO0054 - Biblioteca comunale Carlo Negroni - Novara - NO 
PD0316 - Biblioteca generale della Facolta' di scienze politiche Ettore Anchieri dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD 
PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD 
PR0031 - Biblioteca civica - Parma - PR 
PR0173 
PV0144 - Biblioteca della Facolta' di scienze politiche dell'Universita' degli studi di Pavia - Pavia - PV 
PV0295 - Biblioteca della Facolta' di giurisprudenza dell'Universita' degli studi di Pavia - Pavia - PV 
RA0002 - Biblioteca comunale Giuseppe Taroni - Bagnacavallo - RA 
RA0016 - Biblioteca comunale Manfrediana - Faenza - RA 
RA0024 - Biblioteca comunale Carlo Piancastelli - Fusignano - RA 
RA0025 - Biblioteca comunale Fabrizio Trisi - Lugo - RA 
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA 
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA 
RE0052 - Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia - RE 
RE0101 - Biblioteca comunale decentrata San Pellegrino - Reggio Emilia - RE 
RI0109 - Biblioteca comunale - Poggio Mirteto - RI 
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM 
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM 
RM0264 - Biblioteca centrale dello Stato maggiore dell'esercito del Ministero della difesa - Roma - RM 
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM 
RM0997 - Biblioteca del Dipartimento di storia moderna e contemporanea dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma - RM 
RM1006 - Biblioteca del Dipartimento di teoria dello stato dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma - RM 
RM1007 - Biblioteca del Dipartimento di studi politici dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma - RM 
RN0013 - Biblioteca civica Gambalunga - Rimini - RN 
TO0240 - Biblioteca civica centrale - Torino - TO 
TO0280 - Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi - Torino - TO 
TO0472 - Biblioteca dell'Istituto internazionale Don Bosco - Torino - TO 
TO0473 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte - Torino - TO 
TO0600 - Biblioteca dell'Istituto di studi storici Gaetano Salvemini - Torino - TO 
TS0162 - Biblioteca del Dipartimento socio-politico dell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS 
TS0215 - Biblioteca del Dipartimento di storia medievale e moderna dell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS 
TS0255 - Biblioteca civica Attilio Hortis. Sezione staccata Pier Antonio Quarantotti Gambini - Trieste - TS 
TV0015 - Biblioteca comunale - Castelfranco Veneto - TV 
TV0033 - Biblioteca comunale - Cornuda - TV 
TV0087 - Biblioteca comunale - Resana - TV 
VE0049 - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - VE 
Codice identificativo: IT\ICCU\LO1\0476582 
 
 
>>>Titolo privo di Recensione 
Germinario, Francesco 
ISBD: L' altra memoria : l'estrema destra, Salo e la - Torino : Bollati Boringhieri, 1999 - 152 p. ; 20 cm. - Temi 
Collezione: Temi 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 88-339-1130-6 
Nomi: Germinario, Francesco 
Soggetti: Repubblica sociale italiana <1943-1945> - 
Storiografia 
Classificazione: 945.0916072 - 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: AL0104 - Biblioteca civica - Valenza - AL 
AL0135 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societa' contemporanea in provincia di Alessandria - Alessandria - AL 
AT0047 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societàcontemporanea in provincia di Asti - Asti - AT 
AV0045 - Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montevergine - Mercogliano - AV 
BI0025 - Biblioteca civica - Biella - BI 
BO0098 - Biblioteca universitaria di Bologna - Bologna - BO 
BO0199 - Biblioteca comunale - Imola - BO 
BO0287 - Biblioteca comunale centrale di Palazzo Montanari - Bologna - BO 
BO0304 - Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - BO 
BO0305 - Biblioteca comunale di Storia della Resistenza - Bologna - BO 
BO0392 - Biblioteca dell'Istituto Gramsci - Bologna - BO 
BO0442 - Biblioteca del Dipartimento di Discipline Storiche. Universita' degli Studi di Bologna - Bologna - BO 
BO0563 - Biblioteca Sala Borsa - Bologna - BO 
BR0003 - Biblioteca provinciale - Brindisi - BR 
CA0263 - Biblioteca dell'Istituto sardo per la storia della Resistenza e dell'autonomia - Cagliari - CA 
CN0037 - Biblioteca civica - Cuneo - CN 
CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN 
CN0049 - Biblioteca civica - Fossano - CN 
CN0102 - Biblioteca civica Cesare Pavese - Santo Stefano Belbo - CN 
FC0018 - Biblioteca comunale Aurelio Saffi - Forli' - FC 
FE0017 - Biblioteca comunale Ariostea - Ferrara - FE 
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI 
FI0101 - Biblioteca Marucelliana - Firenze - FI 
FI0211 - Biblioteca di lettere e filosofia dell'Universita' degli studi di Firenze - Firenze - FI 
LI0011 - Biblioteca comunale Labronica Francesco Domenico Guerrazzi - Livorno - LI 
LT0046 - Biblioteca comunale Adriano Olivetti - Terracina - LT 
MC0177 - Biblioteca del Dipartimento di diritto pubblico e teoria del governo dell'Universita' degli studi di Macerata - Macerata - MC 
MC0221 - Biblioteca del Dipartimento di scienze storiche, documentarie, artistiche e del territorio dell'Universita' degli studi di Macerata - Macerata - MC 
MI0162 - Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - MI 
MI0185 - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI 
MI0270 - Biblioteca-Archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - Milano - MI 
MI0305 - Biblioteca Ferruccio Parri - Milano - MI 
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI 
MI0555 - Biblioteca del Centro di documentazione ebraica contemporanea - Milano - MI 
MI0669 - Biblioteca della Facolta' di scienze politiche dell'Universita' degli studi di Milano - Milano - MI 
MI1022 - Biblioteca dell'Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio - Sesto San Giovanni - MI 
MI1260 
MN0120 - Biblioteca del Centro culturale polifunzionale Gino Baratta - Mantova - MN 
MO0012 - Biblioteca comunale - Carpi - MO 
MO0035 - Biblioteca comunale - Mirandola - MO 
MO0120 - Biblioteca comunale - Sassuolo - MO 
MO0135 - Biblioteca civica Antonio Delfini - Modena - MO 
MO0155 - Biblioteca dell'Istituto Storico della Resistenza di Modena e Provincia - Modena - MO 
NO0054 - Biblioteca comunale Carlo Negroni - Novara - NO 
PD0316 - Biblioteca generale della Facolta' di scienze politiche Ettore Anchieri dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD 
PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD 
PR0031 - Biblioteca civica - Parma - PR 
PR0072 - Biblioteca Palatina - Parma - PR 
PV0144 - Biblioteca della Facolta' di scienze politiche dell'Universita' degli studi di Pavia - Pavia - PV 
RA0016 - Biblioteca comunale Manfrediana - Faenza - RA 
RA0024 - Biblioteca comunale Carlo Piancastelli - Fusignano - RA 
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA 
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA 
RE0052 - Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia - RE 
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM 
RM0210 - Biblioteca della Fondazione Lelio e Lisli Basso - Roma - RM 
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM 
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM 
RM0289 - Biblioteca statale Antonio Baldini - Roma - RM 
RM0997 - Biblioteca del Dipartimento di storia moderna e contemporanea dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma - RM 
RM1006 - Biblioteca del Dipartimento di teoria dello stato dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma - RM 
RN0013 - Biblioteca civica Gambalunga - Rimini - RN 
SS0073 - Biblioteca universitaria di Sassari - Sassari - SS 
TO0162 - Biblioteca civica centrale Camillo Alliaudi - Pinerolo - TO 
TO0250 - Biblioteca del Centro studi Piero Gobetti - Torino - TO 
TO0265 - Biblioteca nazionale universitaria - Torino - TO 
TO0280 - Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi - Torino - TO 
TO0306 - Biblioteca Emanuele Artom della Comunita' ebraica - Torino - TO 
TO0472 - Biblioteca dell'Istituto internazionale Don Bosco - Torino - TO 
TO0473 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte - Torino - TO 
TS0140 - Biblioteca della Facolta' di scienze della formazione dell'Universita' deglistudi di Trieste - Trieste - TS 
VA0059 - Biblioteca civica Luigi Majno - Gallarate - VA 
VE0047 - Biblioteca Querini Stampalia - Venezia - VE 
VE0049 - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - VE 
VI0172 - Sistema bibliotecario urbano di Vicenza - Vicenza - VI 
Codice identificativo: IT\ICCU\LO1\0482764 
 

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