RECENSIONI DI LIBRI SULLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA - 2000

 
    Tema di queste recensioni è la Repubblica Sociale Italiana. Le recensioni, inizialmente riprese soprattutto dal mensile NUOVO FRONTE di Trieste, sono poi state integrate anche con altre di diversa fonte, ivi compresa -talvolta- le presentazioni di copertina. Quando si è potuto abbiamo aggiunto le immagini delle copertine e queste sono state proposte, in attesa di recensione che non abbiamo, anche per libri che a nostro avviso potevano rientrare in questo soggetto.
    Si fa presente che il criterio di scelta è stato molto ampio. Talvolta trattasi anche di libri che trattano solo marginalmentre di RSI  (per esempio: foibe etc.) o di argomenti che, per vicende storiche, in qualche modo sono con la RSI connessi (per esempio: novità importanti anche sul ventennio fascista.
    Si sta cercando di associare ad ogni titolo le notizie presenti nel CATALOGO IN RETE OPAC che copre tutte, quasi tutte, le biblioteche d'Italia. Questo permetterà ai lettori di conoscere la più vicina ubicazione accessibile della pubblicazione.
    Nel corso di tale integrazione abbiamo ritenuto di segnalare anche i titoli che risultavano presenti in OPAC al Soggetto: "Repubblica Sociale Italiana".
    L'ordine temporale di presentazione dei libri è quello di edizione basato sul Catalogo OPAC. Se è presente più di una registrazione in OPAC le abbiamo presentate tutte per non omettere ogni possibile ubicazione. Se le registrazioni risultano in anni diversi abbiamo collocato il titolo (eventuale recensione ed eventuale copertina) nell'anno di edizione più datata, lasciando accanto anche altre registrazioni più recenti (forse quest'ultimo criterio sarà in futuro corretto).
    Poichè molti titoli sono sprovvisti di recensione saremo grati al lettore che vorrà collaborare inviandoci eventuale recensione di terzi (completa di fonte) o anche propria recensione accompagnando l'invio con proprio nome o pseudonimo.
ULTERIORI TITOLI SI POSSONO OTTENERE RICERCANDO IN OPAC CON LE PAROLE REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA OPPURE CON LE PAROLE 1943-1945 (O ALTRO) NEL CAMPO "TUTTI I CAMPI". SE SI VOGLIONO I TITOLI COMPLETI USARE LA VARIANTE SUTROS INVECE CHE ISBD.                

 
 
Giose Rimanelli e Enrico Cestari DISCORSO CON L'ALTRO. Salò, la guerra civile e l’Italia del dopoguerra.
Milano: Mursia, 2000, pp. 269.
Merita molta attenzione Discorso con l’altro, libro tra testimonianza, cronaca e storia sugli anni della guerra tra tedeschi, militi della Repubblica Sociale Italiana e partigiani, in quanto si inserisce nel difficile problema interpretativo sul ruolo svolto dai militi della Repubblica Sociale Italiana dal 1942-45. I reduci della Rsi reclamano di non essere stati soltanto puri collaboratori dei tedeschi e rivendicano un’equiparazione morale tra i contendenti. Inoltre attraverso le vicende intorno alla pubblicazione di Tiro al piccione, primo romanzo di Rimanelli, si ripropone la ricorrente domanda sul ruolo avuto dai comunisti nella editoria italiana del dopoguerra.
Inserito in questi dibattiti storici, il titolo assume un doppio significato in quanto oltre al discorso fra America/Italia, cioè fra lo scrittore Giose Rimanelli che vive in America e il bancario ferrarese Enrico Cestari, sui reciproci ricordi da ex commilitoni dei battaglioni ‘M’ della legione ‘Tagliamento’ allo stesso tempo allude ad un possibile e tanto cercato discorso con i partigiani, che diventano "l’ALTRO." Infatti i due ex militi della Repubblica Sociale Italiana si scrivono dopo cinquantanni dai luttuosi e sanguinosi scontri della guerra civile del 1943-45 non solo per rivivere il doloroso passato ma soprattutto per far valere le rispettive posi-zioni ed esperienze personali. Leggendo il fitto epistolario si scopre che mentre il ferrarese Cestari si era arruolato per fede e per riscattare l’onore italiano tradito con l’arresto del Duce, dalla fuga di Vittorio Emanuele III e l’armistizio, il giovane molisano Rimanelli era finito tra gli ultimi seguaci di Mussolini solo per sfuggire al plotone di esecuzione, dopo essere scappato da un campo di concentramento tedesco a Villafranca.
Dalla loro corrispondenza vengono alla luce le delusioni di un giovane, Cestari, cresciuto alla scuola fascista che dopo essersi arruolato volontariamente si vede costretto ad addestrarsi per un confronto con gli alleati, ‘invasori,’ che non avrà mai luogo. A distanza di tanti anni Cestari scrive amaramente: Per quanto riguarda la guerra vera e propria, i nostri superiori ci fecero credere che la caccia ai ribelli con costanti rastrellamenti avesse un duplice scopo: quello di disunire le bande armate dei partigiani… un diretto contatto con il pericolo…sarebbe poi risultato di preziosa utilità per il nostro scopo futuro: l’impiego al fronte contro gli Alleati. (137-8) Cestari reclama dalla storia di riconoscere il ruolo di combattente in una guerra fratricida che lo ha portato da volontario repubblicano alla cocente delusione nel constatare che i comandamenti mussoliniani "CREDERE, COMBATTERE e OBBEDIRE" con cui era cresciuto non erano portatori di libertà e di rinascita.
Dai ricordi di Rimanelli affiora, invece, l’angoscia di un giovane disadattato cresciuto in un paesello meridionale e formatosi in un seminario di provincia, che si trova ad affrontare una guerra che lo vede impreparato e senza nessuna ideologia o tanto meno coscienza politica democratica. Completamente diversi anche gli avvicendamenti dello scrittore, Rimanelli, che vuole far conoscere ai giovani e ricordare ai suoi lettori di Tiro al piccione, di essersi trovato nel conflitto senza fede littoria, ma come un fuggiasco in cerca della morte per espiare le proprie colpe di inadeguatezza sociale, religiosa, ambientale e culturale. Rimanelli aveva già espres-so la sua condizione esistenziale in una conferenza tenuta presso la sede di Bologna della Johns Hopkins University il 9 aprile del 1948: Personally, I don’t have anything to do with fascism or antifascism in spite of the fact that I experienced fascism as well as antifascism due to historical and intellectual circumstances. I have never been a member of any Italian party or group. Neither have I participated, of my own will, in actions and manifestations for or against fascism.
In questa sua fuga suicidale, le peripezie dello scrittore molisano diventano un calvario durato prima nei campi di Coltano e poi nel dopoguerra italiano diviso dalla guerra fredda e conclusosi soltanto con la decisione di trasferirsi definitiva-mente negli Stati Uniti, emigrazione vissuta come unica, sola, vera decisione presa spontaneamente e liberamente.
Dalle rievocazioni giovanili di Cestari riguardo alla propria formazione culturale si capisce benissimo come il fascismo cercava di essere tutt’uno con il patriottismo perché si poneva come unico e legittimo rappresentante della patria e delle tradizioni italiane, ma siccome il testo oltre alla testimonianza personale si presenta anche come rievocazione storica, memoriale, di una stagione anche vissuta come guerra patriottica contro il nemico occupante dai partigiani, mi pare opportuno fare delle constatazioni. L’angustia sofferenza della solitaria ignoranza culturale e politica di provincia di Rimanelli da lui stesso spesso riconosciuta e quel mondo giovanile, per il ferrarese Cestari, intensamente vissuto nella retorica totalizzante fascista aiutano a capire le loro rivendicazioni soprattutto per quelli che non hanno vissuto direttamente quella contrapposizione politica ma non risolve il nodo strettamente storico-politico che Italo Calvino aveva descritto: Quel peso di male che grava su tutti noi e che si sfoga in spari, in nemici uccisi, è lo stesso che fa sparare i fascisti, che li porta a uccidere con la stessa sofferenza di purificazione, di riscatto. Ma allora c’è la storia. C’è che noi nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra.
Il volume sarà utile e interessante per quelli che vorranno attraverso i ricordi e confronti dei due epistolanti assaporare quei duri e ancora scottanti anni della storia italiana. Discorso con l’altro dà una voce ai tanti giovani morti che chiedono una ragione per la loro scomparsa. Per un completo raffronto con "gli altri" si suggerisce di leggere La fine di una stagione. Memoria 1943-45 di Roberto Vivarelli, sorprendente confessione di un altro ragazzo di Salò, Tra misteri e verità. Storia di una democrazia incompiuta di Ugo Pecchioli e La Resistenza. Come e perché di Sergio Cotta.
ANTONIO VITTI Wake Forest University BOOK REVIEWS 285 
Rimanelli, Giose 
ISBD: Discorso con l'altro : Salo, la guerra civile e - Milano : Mursia, [2000] - 269 p. ; 21 cm. - Testimonianze fra cronaca e storiaXXxXX *Testimonianze fra cronaca e storia. Secondaguerra mondiale 
Collezione: Testimonianze fra cronaca e storiaXXxXX *Testimonianze fra cronaca e storia. Secondaguerra mondiale 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 88-425-2648-7 
Nomi: Rimanelli, Giose 
Cestari, Enrico 
Soggetti: Repubblica sociale italiana <1943-1945> - 
Diari e memorie 
Classificazione: 945.0916092 - STORIA. ITALIA. PERIODO DELLARESISTENZA ARMATA E DELLA FINE DEL REGNO,1943-1946. Persone 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: BO0305 - Biblioteca comunale di Storia della Resistenza - Bologna - BO 
BO0563 - Biblioteca Sala Borsa - Bologna - BO 
CN0037 - Biblioteca civica - Cuneo - CN 
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI 
MI0185 - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI 
MI0305 - Biblioteca Ferruccio Parri - Milano - MI 
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI 
PD0316 - Biblioteca generale della Facolta' di scienze politiche Ettore Anchieri dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD 
PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD 
PV0144 - Biblioteca della Facolta' di scienze politiche dell'Universita' degli studi di Pavia - Pavia - PV 
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA 
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA 
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM 
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM 
VI0096 - Biblioteca civica Bertoliana - Vicenza - VI 
VT0074 - Biblioteca provinciale Anselmo Anselmi - Viterbo - VT 
Codice identificativo: IT\ICCU\VIA\0082166 
Antonio e Luigi Favero LA SCELTA DIFFICILE L’ITALIA DELLA DIVISIONE. IL FIGLIO CON LA RSI E IL PADRE  CON L’ANTIFASCISMO
Mursia 2000
Nei diari dei Favero descritte le scelte diverse in guerra. Un pezzo di storia italiana del terribile dopo 8 settembre ci viene portato in un libro della Mursia che porta un titolo  emblematico La scelta difficile - padre e figlio divisi nell’Italia del ’43 e scritto da , bresciani. Esso  contiene i loro diari, uno del padre che attraverso le difficoltà e le brutture della guerra matura l’opposizione al fascismo,  l’altro del figlio Luigi che più per forza che per amore si arruola nell’esercito della Repubblica Sociale, va al fronte e combatte  con la «Monterosa» rimanendo fedele alla parola data ed al suo dovere sino all’ultimo giorno della guerra. I diari corrono insieme, parallelamente, alternandosi nel libro e vanno dal gennaio ’44 al maggio del ’45; sono scritti con  semplice sincerità e sono arricchiti da belle fotografie scattate dal noto professionista bresciano Cesare Bettoni sui fronti dove  combatté la Divisione alpina «Monterosa». Attraverso i diari le vite dei due congiunti si incontrano continuamente nel dramma della guerra da quando Luigi confuso ed  incerto aderisce al bando di Graziani (per il prudente consiglio del padre) e così va alla caserma Papa e si arruola nella  «Monterosa». Poco tempo sta in Patria, poi va in Germania dove lo attende un duro addestramento in una terra ostile e nemica. Torna in  Italia con la sua divisione e subito parte per la guerra contro gli americani in Garfagnana «domani partiamo per il fronte» scrive  Luigi il 26 ottobre del ’44. E qui cominciano le pagine più drammatiche del diario scritte fra combattimenti continui, a contatto sempre con la morte. Dopo  il rientro dalle linee, c’è il primo impatto con la guerra partigiana, italiani contro italiani (qui il dramma si tocca con mano). Un periodo sul fronte francese poi la fine della guerra, tutti a casa, ma prima per molti di loro, fra essi Luigi, il calvario di una  crudele prigionia passata sotto i partigiani. Nel diario del padre in cui si leggono spesso riferimenti sull’andamento della guerra (egli ha un altro figlio che combatte sotto i  tedeschi come aviere) e sulle brutture della guerra civile e che ha il suo epilogo nei giorni tormentati della Liberazione, noi  riviviamo tutto il dramma di Brescia colpita da numerosi attacchi aerei (particolarmente disastrosi quelli del 13 luglio del ’44 e  del 2 marzo del ’45: «come è ridotta Brescia» scrive amaramente l’autore che annota nel suo diario ben 1981 allarmi aerei  suonati nella città). Bel libro scritto in famiglia con sincerità, che lascia alle spalle retoriche e risentimenti. La storia si fa anche così.
Franco Panzerini GIORNALE DI BRESCIA 13 Maggio 2000 
Favero, Antonio 
ISBD: La scelta difficile : padre e figlio divisi - Milano : Mursia, [2000] - 273 p. : ill. ; 21 cm. - Testimonianze fra cronaca e storia. Guerrefasciste e seconda guerra mondiale 
Collezione: Testimonianze fra cronaca e storia. Guerrefasciste e seconda guerra mondiale 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 88-425-2637-1 
Nomi: Favero, Antonio 
Favero, Luigi 
Soggetti: Repubblica sociale italiana <1943-1945> - 
Diari e memorie 
Classificazione: 945.0916092 - STORIA. ITALIA. PERIODO DELLARESISTENZA ARMATA E DELLA FINE DEL REGNO,1943-1946. Persone 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: AL0135 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societa' contemporanea in provincia di Alessandria - Alessandria - AL 
AT0047 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societàcontemporanea in provincia di Asti - Asti - AT 
CN0037 - Biblioteca civica - Cuneo - CN 
CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN 
CN0049 - Biblioteca civica - Fossano - CN 
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI 
MI0185 - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI 
PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD 
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA 
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA 
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM 
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM 
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM 
TO0240 - Biblioteca civica centrale - Torino - TO 
TV0121 - Biblioteca civica - Vittorio Veneto - TV 
Codice identificativo: IT\ICCU\RAV\0662554 
 Mantovani Mario G. DIECIMILA ITALIANI DIETRO IL FILO SPINATO
TLA. 2000.
Una raccolta di poesie che traggono l'incipit dall'esperienza del campo di concentramento di Taranto dove furono internati migliaia di italiani combattenti della RSI.
 
 
 
 
 
CAMPO Xa IL CAMPO DELL’ONORE
A cura dell’Associazione d’Arma Fiamme Nere, Edito dalla Ritter, Milano, Due volumi per un totale
di 1052 pagine.
    L’opera viene presentata dalla prefazione di Guido Giraudo che ci permette di valutare in pieno i sacrifici affrontati per dare degna sepoltura ai Caduti che la barbarie partigiana provocò nelle "radiose’’ giornate d’aprile 1945.
    A guerra terminata le vittime di uccisioni proditorie, effettuate a Milano, furono circa seimila e nessuna di esse aveva degna sepoltura.
    Le salme venivano abbandonate al ludibrio degli sciacalli a forma d’uomo, oppure gettate nei canali o bruciate negli altiforni ed i più fortunati trovavano sepoltura nei prati o nelle fosse cimiteriali, senza segni di identificazione e spogliati di ogni avere personale. Tanto fu il terrore sparso che neanche i familiari reclamavano i poveri resti ed ancora oggi permane lo stato di omertà, conseguente, che non consente il ritrovamento di migliaia di "scomparsi’’. Altro che il Cile di cui tanto si occupano le cronache!
    Nonostante il clima di terrore sorse l’Associazione Famiglie Caduti e Dispersi della RSI che subito s’impegnò nella ricerca delle vittime insepolte. Altro apporto all’immane opera venne da Vincenzo Costa che diede impulso al "Comitato ricerche e onoranze dei Caduti della RSI con il compito specifico di ricercare, identificare e dare onorevole sepoltura a quanti erano morti per l’Onore della Patria. Vent’anni durò la "missione’’ e finalmente nell’ottobre del 1966, il Campo X, il Campo dell’Onore, prese forma ed accolse tutti coloro che furono ritrovati. Purtroppo furono innumerevoli gli atti vandalici e sacrileghi sulle tombe, gli atti d’intimidazione e di violenza contro i familiari e ben percepibile la trascuratezza degli addetti al Cimitero; tutto ciò fa parte di quella vigliaccheria tipica di chi ha risolto il contrasto di opinioni sparando alle spalle, sordido bagaglio mentale comunista. 
    Oggi il Comune di Milano s’è assunto l’onere del ripristino e della ristrutturazione del Campo rendendolo simile agli altri Cimiteri di Guerra. Certamente le polemiche non furono poche ma, finalmente, i Caduti sono degnamente onorati. Il testo, in due volumi, è la rappresentazione grafica e fotografica del Campo e riporta, per ogni Caduto, quanto è necessario per la sua individuazione.
    E' una grande opera, degna dell’argomento trattato e degli scopi prefissi e raggiunti con la realizzazione del Campo X, il Campo dell’Onore.
NUOVO FRONTE N. 210 (2001) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Nesi, Sergio Titolo: RIVISITANDO STORIE GIA' NOTE DI UNA NOTA FLOTTIGLIA
Bologna: Lo Scarabeo, 2000. 2 Voll: Prima parte, Seconda parte 
I Volume: In questa “parte prima” il primo episodio è quello della violazione del porto di Alessandria d’Egitto, descritta con abbondanza di dettagli, da parte dei mezzi d’assalto della Marina italiana comandati dal Capitano di Corvetta Junio Valerio Borghese, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Il secondo episodio tratta delle vicende di un Marò del btg. Barbarigo nella difesa di Roma dopo lo sbarco alleato di Anzio e Nettuno del 1944.  Il volume è una rara documentazione degli eventi narrati perché è condotto sui documenti custoditi negli archivi pubblici e privati che l’Autore ha personalmente visitato. Con estrema modestia Nesi afferma nella sua introduzione che ha fatto soltanto un’operazione di taglio e di cucito di quanto già scritto, ma ciò non è vero. Ha dato molto di sé, del suo spirito e del suo attaccamento alle istituzioni patrie. Insomma ha dato un nuovo volto ad episodi noti che non erano stati posti nel dovuto rilievo. 
II Volume. In questa “parte seconda” sono raccontati due episodi quasi sconosciuti al grande pubblico ma non meno importanti e significativi. Il primo è la descrizione di un ripetuto attacco al porto di Livorno nel novembre-dicembre 1944 da parte dei mezzi d’assalto della X M.A.S. L’Autore ha commentato con metodica precisione gli avvenimenti portando la documentazione dell’una e dell’altra parte, provenienti in gran parte dall’Archivio storico della Marina degli Stati Uniti d’America. Il secondo episodio riguarda la sanguinosa battaglia tra le truppe della R.S.I., tra cui i btgg. Barbarigo, S. Giorgio, Fulmine, Freccia, NP della Divisione X di Marina, e quelle germaniche impiegate contro il IX Korpus jugoslavo avvenuta nel dicembre 1944-gennaio 1945 alla nostra frontiera orientale. Anche in questo caso sorgono nuovi elementi di giudizio espressi dal Ten. di Vascello Sergio Nesi che ha esaminato criticamente documenti di fonte italiana e di fonte jugoslava. Pochi sanno che questo eroico episodio di sacrificio ha evitato alla prepotenza slava di appropriarsi, con l’assetto di pace postbellico, del territorio italiano fino al fiume Tagliamento.
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Nesi Sergio, RIVISITANDO STORIE GIÀ NOTE DI UNA NOTA FLOTTIGLIA PARTE PRIMA Riflessioni sulle "Pagine di diario 1940-1945" di Emilio Bianchi
Diario di guerra di un ignoto marò del btg. Barbarigo e Nettuno - Sergio Nesi, ingegnere nella vita civile ed Ufficiale di Marina in quella militare, ha partecipato alle vicende belliche militando prima nella Regia Marina poi in quella della Repubblica Sociale Italiana. Due episodi danno vita al volume "parte prima", gli altri due al volume "parte seconda". In questa "parte prima" il primo episodio è quello della violazione del porto di Alessandria d'Egitto da parte dei mezzi d'assalto della Marina italiana. Il secondo episodio tratta delle vicende di un Marò del btg. Barbarigo nella difesa di Roma dopo lo sbarco alleato di Anzio e Nettuno del 1944 - 161 pp. - ill. b/n - brossura - 1a ed. 2000 - Lo Scarabeo Editrice. NUOVO. EUR 19,63 
Nesi Sergio, RIVISITANDO STORIE GIÀ NOTE DI UNA NOTA FLOTTIGLIA  PARTE SECONDA Una fallita "Pearl Harbour" a Livorno
Il fallito attacco dell'Operazione "Adler" al IX Korpus jugoslavo nel dicembre 1944 - Il fallito attacco del IX Korpus jugoslavo alla frontiera orientale nel gennaio 1945 - Sergio Nesi, ingegnere nella vita civile ed Ufficiale di Marina in quella militare, ha partecipato alle vicende belliche militando prima nella Regia Marina poi in quella della Repubblica Sociale Italiana. In questa "parte seconda" sono raccontati due episodi, la descrizione di un ripetuto attacco al porto di Livorno nel novembre-dicembre 1944 da parte dei mezzi d'assalto della X M.A.S. e la sanguinosa battaglia tra le truppe della R.S.I., e quelle germaniche impiegate contro il IX Korpus jugoslavo avvenuta nel dicembre 1944-gennaio 1945 alla nostra frontiera orientale - 190 pp. - ill. b/n - brossura - 1a ed. 2000 - Lo Scarabeo Editrice.
Nino Arena  R.S.I. Forze Armate della Repubblica Sociale 
Opera ampiamente documentata con oltre 2000 illustrazioni che presenta in modo chiaro e organico l’azione militare svolta dalle Forze Repubblicane.Collana composta da 3 Vol. pari a  € 120- Edito da Albertelli (Parma) dal 1999 al 2000
 
 
Gaetano "Nini’’ Cafiero LUIGI FERRARO UN ITALIANO
Formato 21x30, pag. 205, oltre 100 foto e riproduzioni di documenti.Lire 80.000 Casa Editrice IRECO, Via Prato Roseto 29, 00060 Formello (RM); tel. 06.907.5070 - fax 06.907.5063; un prestigioso volume.
Cafiero, Gaetano
ISBD: Luigi Ferraro : un italiano / Gaetano Nini - Formello : IRECO, [2000] - 203 p. : ill. ; 31 cm. - Oltre l'avventura
Collezione: Oltre l'avventura
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: ISBN - 88-86253-23-0
Nomi: Cafiero, Gaetano
Altri titoli collegati: [Variante del titolo] Luigi Ferraro, un italiano
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: CA0194 - Biblioteca universitaria di Cagliari - Cagliari - CA
Codice identificativo: IT\ICCU\CAG\0078961
    Il testo è presentato dal Capo di Stato Maggiore della Marina Ammiraglio di Squadra Umberto Guarnieri che ha così inteso rendere omaggio a Luigi Ferraro a nome della Marina Militare. Raccontare di Ferraro non è semplice, tante sono le avventure affrontate ed i risultati ottenuti. Marinaio, subacqueo, industriale, insegnante di educazione fisica, sabotatore ardito di navi inglesi, vice Capo Manipolo della MVSN, Sottotenente di Vascello della Regia Marina, Capitano di Artiglieria e finalmente Capitano di Fregata di Complemento della Marina Militare.
    Come operatore del Gruppo Gamma affondò, da solo, ben quattro navi da carico inglesi ottenendo quattro Medaglie d’Argento sostituite, nel 1951, dalla Medaglia d’Oro al Valore Militare. L’8 settembre non esita e come Ufficiale della Decima MAS continua ad espletare il dovere di soldato.
    E’ grazie al suo intervento che saranno salvati gli stabilimenti di Marzotto.
    Il reinserimento nella vita civile fu duro, ma grazie alla sua esperienza nel campo subacqueo, alla ricerca scientifica, alla tenacia sempre dimostrata ed alla capacità imprenditoriale, Ferraro, da pioniere dell’attività subacquea, divenne un capace imprenditore.
    Il testo presentato ci narra la vicenda umana e bellica di Ferraro ed è così interessante da preferirsi ad un libro di avventure. Fotografie, documenti riprodotti, piani d’operazioni, completano un’opera di classe che non può mancare nella biblioteca di un appassionato del mare o di chi voglia conoscere un periodo della nostra storia nascosto dalle nebbie della disinformazione.
NUOVO FRONTE N. 211 (2001) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Paolo Teoni Minucci COMBATTENTI DELL’ONORE Così caddero gli uomini e le donne della RSI, 200 storie – 200 immagini – 200 itinerari
Greco & Greco, via Verona 10, Milano, Pag. 293 – Lire 32.000
Teoni Minucci, Paolo 
ISBD: Combattenti dell'onore : cosi caddero gli - Milano : Greco & Greco, [2000] - 293 p. : ill. ; 24 cm. 
Collezione: Biblioteca di cultura storica 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 88-7980-250-X 
Nomi: Teoni Minucci, Paolo 
Soggetti: REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA <1943-1945> 
Classificazione: 945.0916 - Storia d'Italia. Periodo dellaresistenza armata e della fine del regno,1943-1946. 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN 
 FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI 
 MI0185 - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI 
 MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI 
 PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD 
 RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA 
 RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM 
 RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM 
 RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM 
 VI0096 - Biblioteca civica Bertoliana - Vicenza - VI 
Codice identificativo: IT\ICCU\MIL\0490813 
    E’ un’opera straordinaria ed originale per l’argomento trattato e per la particolare impostazione data.
    E’ un’opera di pietà cristiana che permette di avere nozione dei tanti crimini commessi ai danni degli italiani che intesero riaffermare i valori della Patria.
    L’Autore ha avuto il padre nei ranghi della RSI ed è rimasto fedele alle idealità familiari.
    E’ di particolare considerazione il fatto che, alla mancanza di prese di responsabilità ufficiali nell’onorare i Caduti, si sia sostituita la volontà dei Reduci e di coloro che hanno inteso raccogliere la bandiera ideale dei combattenti dell’Onore. Si è sviluppata in tutta l’Italia un’iconografia che ci permette di raggiungere, in ogni parte del Paese, il ricordo tangibile dei Caduti, che sono onorati e ricordati, sempre con un nastro tricolore ed una Messa cristiana. Sembra impossibile che tutto ciò si ripeta, in ogni occasione opportuna, con presenza di popolo partecipante, con devozione, senza la noia delle ricorrenze ufficiali dedicata al 25 aprile, data di divisione e mistificatoria dei fatti veri.
    Il testo presentato ci permette di scoprire, in ogni località, i luoghi ove i Caduti riposano, e per ognuno di loro riporta, oltre l’itinerario da seguire per l’esatta individuazione dell’ubicazione del monumento, anche gli episodi che li riguardano.
    Un vasto corredo di fotografie completa l’opera che merita un’ampia capillare divulgazione.
    Interessante la premessa storica e la cronologia degli avvenimenti che hanno segnato la nascita, la vita e la fine della RSI, permettendo al lettore l’inquadramento storico e la conoscenza delle motivazioni che indussero molti italiani a reagire all’infamia dell’armistizio, fino ad offrire la propria vita. E’ un nuovo grande apporto alla verità
NUOVO FRONTE N. 210 (2001) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
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Presentazione. Coordinata dall’ottimo Prof. Luca Gallesi, si è svolta presso il Circolo di via Marina a Milano, mercoledì 22 maggio u.s., la cerimonia di presentazione dell’importante libro di Paolo Teoni Minucci, "Combattenti dell’Onore’’, con sottotitolo "Così caddero gli uomini e le donne della RSI’’.
Alla presenza di un numeroso pubblico, in gran parte composto di superstiti delle "radiose giornate’’ (ora definite "intoccabili’’ dalla massima carica dello stato) hanno parlato, oltre al coordinatore, il dottor Teodoro Francesconi, il dottor Alberto Codecasa ed il Prof. Luca Galantini dell’Università di Bologna.
Come ben saprà chi ha letto il volume, oppure la dettagliata sua recensione apparsa nel numero 210 di Nuovo Fronte, esso raccoglie le foto di tutti i ricordi marmorei esistenti in Italia, dedicati ai Caduti della RSI, eretti dalla pietà dei reduci in memoria dei valori di eroismo e di dedizione alla Patria che hanno animato, fino all’estremo sacrificio, la vita dei combattenti.
Per ogni monumento, grande o piccolo che sia, l’Autore indica l’itinerario migliore per accedervi e, in numerosi casi, aggiunge una succinta descrizione delle modalità con cui si è verificato il combattimento o l’eccidio.
Cogliendo lo spunto da taluni episodi raccontati da Paolo Teoni (figlio di un Caduto), gli oratori, con la loro ben nota pacata eloquenza, hanno suscitato la commozione nel pubblico, rievocando il sacrificio di alcuni umili Eroi, sconosciuti anche agli stessi camerati, ma grandissimi nel comportamento di fronte alla morte per l’Onore d’Italia.
Non mi sento di chiudere queste poche righe senza un caloroso plauso di ringraziamento al caro Teoni per l’immensa mole di lavoro da lui affrontato allo scopo di ottenere un risultato tale da essere considerato un monumento al sacrificio dei nostri Martiri.
Giuseppe Rocco
NUOVO FRONTE N. 220 (2002)
Roberto Vivarelli LA FINE DI UNA STAGIONE Memoria 1943-1945
Il Mulino Intersezioni, Lire 18.000 - pag. 125
Vivarelli, Roberto
ISBD: La fine di una stagione : memoria 1943-1945 - Bologna : Il mulino, [2000] - 125 p. ; 21 cm. - Intersezioni (( - 
Segue: Appendici.
Collezione: Intersezioni
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: ISBN - 88-15-07813-4
Nomi: Vivarelli, Roberto
Soggetti: Repubblica sociale italiana <1943-1945> - Diari
e memorie
Classificazione: 945.0916092 - STORIA. ITALIA. PERIODO DELLARESISTENZA ARMATA E DELLA FINE DEL REGNO,1943-1946. Persone
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: AL0001 - Biblioteca civica - Acqui Terme - AL
AL0104 - Biblioteca civica - Valenza - AL
AL0135 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societa' contemporanea in provincia di Alessandria - Alessandria - AL
AN0001 - Biblioteca comunale Luciano Benincasa - Ancona - AN
AQ0047 - Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi - L'Aquila - AQ
AQ0156 - Biblioteca della Facolta' di lettere e filosofia dell'Università degli studi di L'Aquila - L'Aquila - AQ
AT0004 - Biblioteca consorziale astense - Asti - AT
AT0047 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societàcontemporanea in provincia di Asti - Asti - AT
BA0018 - Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari - BA
BG0299 - Biblioteca dell'Istituto bergamasco per la storia del movimento di liberazione - Bergamo - BG
BG0366 - Sistema bibliotecario urbano di Bergamo - Bergamo - BG
BI0025 - Biblioteca civica - Biella - BI
BI0053 - Biblioteca di Citta' degli studi - Biella - BI
BL0006 - Biblioteca civica - Belluno - BL
BO0098 - Biblioteca universitaria di Bologna - Bologna - BO
BO0199 - Biblioteca comunale - Imola - BO
BO0220 - Biblioteca comunale Giulio Cesare Croce - San Giovanni in Persiceto - BO
BO0298 - Biblioteca del quartiere Porto - Bologna - BO
BO0304 - Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - BO
BO0305 - Biblioteca comunale di Storia della Resistenza - Bologna - BO
BO0392 - Biblioteca dell'Istituto Gramsci - Bologna - BO
BO0563 - Biblioteca Sala Borsa - Bologna - BO
BS0210 - Biblioteca della Facolta' di economia e commercio dell'Universita' degli studidi Brescia - Brescia - BS
CA0035 - Biblioteca centrale della Facolta' di giurisprudenza dell'Universita' degli studi di Cagliari - Cagliari - CA
CN0002 - Biblioteca civica Giovanni Ferrero - Alba - CN
CN0016 - Biblioteca civica - Busca - CN
CN0037 - Biblioteca civica - Cuneo - CN
CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN
CN0065 - Biblioteca civica - Mondovi' - CN
FC0011 - Biblioteca comunale Malatestiana - Cesena - FC
FC0018 - Biblioteca comunale Aurelio Saffi - Forli' - FC
FC0136 - Biblioteca comunale di Palazzo Vendemini - Savignano sul Rubicone - FC
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
FI0101 - Biblioteca Marucelliana - Firenze - FI
FI0211 - Biblioteca di lettere e filosofia dell'Universita' degli studi di Firenze - Firenze - FI
GE0038 - Biblioteca Universitaria - Genova - GE
GO0025 - Biblioteca statale Isontina - Gorizia - GO
LI0011 - Biblioteca comunale Labronica Francesco Domenico Guerrazzi - Livorno - LI
LT0013 - Biblioteca comunale - Fondi - LT
MC0221 - Biblioteca del Dipartimento di scienze storiche, documentarie, artistiche e del territorio dell'Universita' degli studi di Macerata - Macerata - MC
MI0162 - Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - MI
MI0185 - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI
MI0270 - Biblioteca-Archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - Milano - MI
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI
MI0669 - Biblioteca della Facolta' di scienze politiche dell'Universita' degli studi di Milano - Milano - MI
MI1022 - Biblioteca dell'Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio - Sesto San Giovanni - MI
MI1260
MI1262
MN0035 - Biblioteca comunale Roberto Ardigo' - Mantova - MN
MN0144 - Biblioteca dell'Istituto mantovano di storia contemporanea - Mantova - MN
MO0012 - Biblioteca comunale - Carpi - MO
MO0035 - Biblioteca comunale - Mirandola - MO
MO0135 - Biblioteca civica Antonio Delfini - Modena - MO
MO0155 - Biblioteca dell'Istituto Storico della Resistenza di Modena e Provincia - Modena - MO
NA0120 - Biblioteca dell'Istituto italiano per gli studi storici Benedetto Croce - Napoli - NA
NO0061 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in provincia di Novara Piero Fornara - Novara - NO
PA0064 - Biblioteca centrale della Regione siciliana - Palermo - PA
PD0090 - Biblioteca civica - Padova - PD
PD0316 - Biblioteca generale della Facolta' di scienze politiche Ettore Anchieri dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD
PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD
PG0109 - Biblioteca comunale Augusta - Perugia - PG
PR0173
PR0198 - Biblioteca Umberto Balestrazzi - Parma - PR
PU0206 - Biblioteca di Area umanistica dell'Università degli studi di Urbino - Urbino - PU
PV0144 - Biblioteca della Facolta' di scienze politiche dell'Universita' degli studi di Pavia - Pavia - PV
PV0190 - Biblioteca Civica Ricottiana - Voghera - PV
PV0315 - Biblioteca interdipartimentale unificata Plinio Fraccaro dell'Università degli studi di Pavia - Pavia - PV
RA0002 - Biblioteca comunale Giuseppe Taroni - Bagnacavallo - RA
RA0014 - Biblioteca comunale Luigi Varoli - Cotignola - RA
RA0016 - Biblioteca comunale Manfrediana - Faenza - RA
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA
RE0052 - Biblioteca municipale Antonio Panizzi - Reggio Emilia - RE
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM
RM0110 - Biblioteca dell'Istituto Luigi Sturzo - Roma - RM
RM0210 - Biblioteca della Fondazione Lelio e Lisli Basso - Roma - RM
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
RM0289 - Biblioteca statale Antonio Baldini - Roma - RM
RM1032 - Biblioteca del Dipartimento di sociologia dell'Universita' degli studi di Roma La Sapienza - Roma - RM
RM1189 - Biblioteca della Fondazione Ugo Spirito - Roma - RM
RN0013 - Biblioteca civica Gambalunga - Rimini - RN
SP0037 - Biblioteca civica Andrea Doria - Lerici - SP
TE0024 - Biblioteca provinciale Melchiorre Delfico - Teramo - TE
TE0047 - Biblioteca della Facoltà di scienze politiche dell'Università degli studi di Teramo - Teramo - TE
TO0162 - Biblioteca civica centrale Camillo Alliaudi - Pinerolo - TO
TO0240 - Biblioteca civica centrale - Torino - TO
TO0280 - Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi - Torino - TO
TO0422 - Biblioteca civica - Villafranca Piemonte - TO
TO0473 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte - Torino - TO
TO0881 - Centro rete del Servizio bibliotecario territoriale di Pinerolo - Pinerolo - TO
TR0032 - Biblioteca comunale - Terni - TR
TS0013 - Biblioteca civica Attilio Hortis - Trieste - TS
TS0255 - Biblioteca civica Attilio Hortis. Sezione staccata Pier Antonio Quarantotti Gambini - Trieste - TS
TV0121 - Biblioteca civica - Vittorio Veneto - TV
VE0049 - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - VE
VI0096 - Biblioteca civica Bertoliana - Vicenza - VI
Codice identificativo: IT\ICCU\RAV\0702906
    La generazione adolescente, del periodo di guerra, fa il bilancio della propria esistenza, spesso condizionata da una serie di scelte coerenti o da abiure e riflessioni.
    Certamente le nostre scelte riflettono l’ambiente e l’educazione ricevuta, perciò ogni azione è quasi imposta dagli eventi, spesso in contrasto con la ragione che, inutilmente, si batte contro il sentimento e la coerenza con i valori di riferimento. A volte invece, la ragione prevale, specie quando una serie di problemi ci assilla, con l’urgenza di soluzioni pratiche che prevalgono sui valori di partenza e sulla coerenza con le prime scelte.
    In altri casi, le riflessioni, indotte da fatti, eventi o frequentazioni, ci inducono a rinnegare il passato o, quantomeno, a rivendicare con fierezza le scelte fatte scoprendo, in seguito, che il fine non meritava tanto sacrificio.
    L’Autore nasce in una famiglia fascista. Il padre, Ufficiale della Milizia, cade in guerra combattendo contro i partigiani di Tito; dopo l’armistizio la madre entra a far parte del Servizio Ausiliario Femminile, e lo stesso Autore, dopo vari tentativi falliti, a causa della giovane età, riesce ad arruolarsi nelle Brigate Nere. Il fratello maggiore si arruola nella Decima MAS.
    Nel testo presentato gli eventi personali e familiari si susseguono, fortemente condizionati dalla guerra e dalle scelte operate.     La descrizione ambientale è perfetta e fedele, come ben rappresentati sono gli stati d’animo dei tanti italiani che non si rassegnavano a concludere la partita con il disonore della Patria. La rabbia, la volontà di partecipazione alla guerra, manifestata ed attuata dalla più bella gioventù italiana, tutto è descritto con chiarezza e quello che può apparire come un diario personale, è invece il diario di un periodo unico della nostra storia, esaltante e terribile ma fecondo di sentimenti.
    In queste pagine ritroviamo noi stessi e rafforziamo la nostra identità. C’è però, un rammarico: il cambio di campo di Vivarelli, Professore di Storia contemporanea nella Scuola Normale Superiore di Pisa, autore, oltre che del testo presentato, anche de "Il fallimento del liberalismo. Studi sulle origini del fascismo’’ (1981) e "Storia delle origini del fascismo’’ (2 vol. 1991). 
    Non si vogliono contestare le scelte fatte, ma è difficile concepire come, da una dedizione assoluta al Fascismo, si possa passare all’opposta scelta di campo fondata sulla "non consapevolezza’’ degli avvenimenti dell’epoca, assegnando ai vincitori il ruolo di salvatori della civiltà cristiana.
    Di conseguenza, come dobbiamo valutare i comportamenti degli inglesi, degli americani, dei polacchi, dei francesi, degli slavi, dell’Unione Sovietica e di quant’altri che fecero parte del blocco mobilitato dagli interessi economici, ancora oggi contestati, e responsabili delle misere condizioni di tre quarti del mondo?
    Posso rivolgermi a mio padre, a quello di Vivarelli, e a tutti i Caduti in guerra dicendo: siete stati degli sprovveduti, siete andati in guerra convinti di difendere la vostra Patria, di migliorare le condizioni di vita di tutta la Nazione, di strappare un briciolo di terra a chi era padrone del mondo, ed invece avete abbandonato le vostre famiglie nel lutto e nella miseria, avete fatto piangere madri, mogli e figli per abbattere la civiltà cristiana, senza rendervene conto?
    Allora è vero che, come dicono in Toscana, "per i bischeri non c’è paradiso’’?
    Possono essere considerati portatori di libertà paesi come l’Unione Sovietica, costruita su milioni di morti, portatrice di teorie aberranti, istigatrice d’odio, o l’Inghilterra detentrice coloniale di mezzo mondo, portatrice di valori fondati unicamente sulla sopraffazione e lo sfruttamento dei popoli?
    Oppure gli USA, con coerenza, perseguono una politica economica mondiale cinica ed affaristica, che hanno fondato sullo schiavismo più gretto e disumano la loro ricchezza economica, che portano la libertà solo dove necessario per lo sviluppo dei loro affari, che controllano le fonti energetiche mondiali, che condizionano il mercato dei cereali ai loro interessi, infischiandosene di chi muore di fame?
    Dobbiamo ringraziare questi signori per una libertà della quale, in quegli anni, nessuno sentiva il bisogno?
    L’adesione degli italiani al Fascismo non era frutto dei cine-giornali o dei carri di Tespi, ma era dovuta all’opera feconda che portava opere pubbliche nei paesi più sperduti, alla modernizzazione del Paese, alla cura della gioventù, alle opere sociali che sottraevano allo sfruttamento i lavoratori, alla riforma dei codici e a tutta quella serie di bonifiche e di interventi che davano lavoro e rendevano padroni i braccianti.
    La riforma scolastica, la ricostruzione industriale, il Concordato, i successi in ogni campo, i riconoscimenti internazionali da parte di personalità eminenti: tutto questo fece mobilitare il popolo italiano e gli fece sostenere, nonostante Casa Savoia, ben cinque anni di guerra.
    Portatori di libertà chi distrusse Montecassino? Barbari chi salvò la Biblioteca dell’Abbazia stessa?
    Portatori di civiltà chi distrusse Dresda, in una notte, con trecentomila morti, Hiroshima e Nagasaki con due bombe atomiche? In quanto ai campi di concentramento, all’infamia dei lager possiamo contrapporre quella dei campi della Siberia, della deportazione di intere popolazioni, della uccisione in massa di coloro che avevano collaborato contro i comunisti, delle foibe, delle vendette indiscriminate, della detenzione di milioni di soldati tedeschi in condizioni bestiali, ammassati in recinti senza una tenda, un riparo! Si può parlare dell’esodo di circa dieci milioni di tedeschi sotto l’incalzare dei russi che fecero terra bruciata. Possiamo parlare dei bombardamenti indiscriminati sull’Italia, delle operazioni di guerra delle truppe marocchine, comandate da Ufficiali francesi, che ebbero quarantotto ore di libero saccheggio e di stupro coinvolgendo circa quarantamila cittadini italiani. Se poi la civiltà cristiana è quella che è sotto i nostri occhi, allora dobbiamo rivedere il concetto di civiltà cristiana.
    Si potrebbe scrivere per ore sulla libertà, bene prezioso, che non può essere un valore assoluto ma relativo agli aspetti del buon vivere civile e dell’etica. Certamente il Prof. Vivarelli ha più argomenti di riflessione di quelli che ho io, conosce la storia ed è uomo di cultura.
    Ormai la partita della vita sta per concludersi per quelle generazioni che soffrirono le conseguenze della guerra perduta, reietti posti all’indice da chi fruì dell’Articolo 16 del Trattato di Pace.
In Italia fu combattuta una guerra civile, ma non è spiegabile come un milione di giovani militò nelle formazioni della RSI a fronte di poche migliaia di "ribelli’’ che alla fine divennero centinaia di migliaia e, dopo qualche anno di indottrinamento "scolastico’’, tutti fieri antifascisti.
    Tornando al testo, se ne consiglia la lettura perché riflette in modo chiaro i sentimenti di un giovane italiano che voleva ad ogni costo riscattare l’onta dell’8 settembre, ma che poi, negli anni successivi, ebbe modo di imboccare una strada diversa.
    Mancano all’appello i Caduti ed i cattivi maestri.
NUOVO FRONTE N. 209 (2001) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno. 
*** 
Dalla copertina: «Sono figlio di un morto ammazzato»: è questa la «confessione» che dà avvio al libro in cui Roberto Vivarelli racconta per la prima volta, con partecipazione ma anche con stupefacente lucidità, la sua esperienza di repubblichino adolescente.  Il padre di Vivarelli, fascista e volontario in guerra, fu ucciso dai partigiani jugoslavi nel 1942.  Alla caduta del fascismo e dopo l' 8 settembre 1943, rimanere fascisti per i due figli sarà anche una questione di fedeltà all'ombra paterna, ai valori patriottici che egli aveva visto incarnati nel fascismo.  Il primogenito, sedicenne, s'arruola subito nella Decima Mas; Roberto, che ha tredici anni, solo nell'estate del 1944, a Como, ottiene di entrare nelle Brigate Nere, e si trova a vivere i mesi della guerra civile fra attentati gappisti e rastrellamenti antipartigiani.  Infine riesce a partire per il fronte, ma è il 9 aprile 1945 e il fronte è Bologna.  Fascista fino all'ultima ora, dal 1948 Vivarelli avvierà una propria «ricostruzione» culturale e politica, che lo condurrà su posizioni assai lontane da quelle di partenza.  Ma solo dopo mezzo secolo - attraverso la dolorosa elaborazione consegnata a queste pagine - riuscirà a far combaciare le stagioni della propria vita e a vedere il filo unitario che le lega.
Roberto Vivarelli (nato nel 1929) insegna Storia contemporanea nella Scuola Normale Superiore di Pisa.  Con il Mulino ha pubblicato «Il fallimento del liberalismo.  Studi sulle origini del fascismo» (1981) e «Storia delle origini del fascismo» (2 voll., 1991).
 
 
I CADUTI DELLA RSI Savona e Provincia
Associazione Amici di Fra’ Ginepro a cura di Emilio Scarone NovAntico Editrice Pag. 416 - Lire 48.000
ISBD: I caduti della R.S.I. : Savona e provincia / - Pinerolo : Novantico, 2000 - 415 p. : ill. ; 24 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Scarone, Emilio
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: CN0037 - Biblioteca civica - Cuneo - CN
Codice identificativo: IT\ICCU\TO0\0981706
Zucconi, Ernesto
ISBD: L' altro 25 aprile : la memoria dei vinti / - Pinerolo : NovAntico, 2000 - 80 p. : ill. ; 24 cm. - Documenta
Collezione: Documenta
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Zucconi, Ernesto
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA
Codice identificativo: IT\ICCU\TO0\0874475 
    Una nuova fatica di Emilio Scarone per dare visibilità a circa 1600 Caduti nella Provincia di Savona.
    Il frutto di estenuanti ricerche è riportato in questa bella pubblicazione ricca di fotografie e documentazioni riprese da articoli di giornali dell’epoca e da documenti ufficiali.
    La lista dei Caduti è suddivisa in sezioni: la prima riguarda circa 775 nominativi relativi a militari e civili, la seconda è dedicata ai ferrovieri caduti in servizio, la terza ai Caduti della Divisione S. Marco (820) e la quarta ai 46 appartenenti alla stessa Divisione fucilati per diserzione o altre cause.
    La documentazione allegata è stata opportuna per fornire al lettore la ricostruzione della drammaticità di quei tempi e, pur non essendo esaustiva, dà spunto per approfondire l’analisi dei fatti.
    Il proponimento dell’Autore è quello di rendere giustizia ai Caduti che sono oggetto di un feroce ostracismo, ormai incancrenito nell’animo vile di chi parla di resa libertà, giungendo fino all’occultamento ostinato dei luoghi di sepoltura privi di una croce e di un fiore.
NUOVO FRONTE N. 204 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Ernesto Zucconi L'ALTRO 25 APRILE. LA MEMORIA DEI VINTI
NovAntico Ed. C.P. 28 10064 Pinerolo (Torino) Lire 20.000 Pag. 80
    Oggi non si nega più la strage, ma si discetta sul numero e sul perché, come se i morti fossero pedine di un gioco macabro e non la testimonianza della barbarie comunista delle bande partigiane.
    Si operano sottili distinguo fra i valori della Resistenza e gli omicidi, si considerano atti di guerra operazioni sconsiderate che portarono lutti e sventure alle popolazioni strette nella morsa della violenza e delle rappresaglie.
    Lo scopo? Spargere il terrore, togliere di mezzo tutto ciò che un domani avrebbe potuto ostacolare la rivoluzione proletaria.
    Piccoli commercianti, soldati, impiegati, preti, seminaristi, ragazzi, ragazze, professionisti, contadini, tutti uccisi come spie o traditori, depredati nei loro averi, i parenti posti ai margini della vita sociale, bollati come figli o parenti del "fascista’’.
Alla ferocia calcolata si aggiunga il supremo vilipendio della irreperibilità dei cadaveri e quelli che casualmente sono ritrovati mostrano i segni delle sevizie e delle torture, depredati persino delle scarpe e degli indumenti, oltraggiati e vilipesi.
Sono in molti a sapere ove giacciono i Martiri, ma il terrore cuce le bocche, molti si stringono nelle spalle e sussurrano: ormai è acqua passata.
    Gli assassini, già coperti dal PCI, continuano a circolare fra di noi con la certezza dell’impunità.
    Il tempo volge a favore delle bocche cucite, forse non potremo mettere la parola fine a questa situazione.
    Il testo presentato illustra chiaramente la tragedia sintetizzata dal 25 aprile, ove all’ufficialità delle manifestazioni si oppongono lutti e tragedie familiari di un terzo degli italiani.
    La documentazione riportata non concede scappatoie, i tribunali partigiani appaiono così com’erano, anticamera della morte; i patti di resa firmati e documentati vengono stracciati dopo la consegna delle armi, tutto parla di strage e di assassinio premeditato.
    La lettera di Piero Operti al Presidente Einaudi, sul suo dissenso all’assunzione del 25 aprile come festa nazionale, fu pubblicata solo dal settimanale Candido il 17 aprile del 1955 ed ignorata da ogni altra pubblicazione. Piero Operti era un antifascista che amava l’unione degli italiani.
    Questo volume è molto interessante ed è utile per una sempre maggiore conoscenza della nostra storia e del martirio della gente per mano comunista.
NUOVO FRONTE N. 204 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Umberto Scaroni SOLDATO DELL’ONORE Memorie di un Volontario della RSI 1943-1946
Edizioni Nuovo Fronte - Pag. 218 Il costo è di L. 30.000 più un piccolo contributo per le spese di spedizione. Il ricavato sarà devoluto al Sacrario di Susegana (TV).
 
 
    L’otto settembre 1943 fu un giorno infausto ma ebbe un merito: misurò la capacità degli italiani ad avere rispetto di se stessi.
    Furono molti quelli che si posero alla finestra in attesa della fine del conflitto; vi furono alcuni che scientemente, in nome di un’infame utopia, massacrarono e depredarono, alcuni altri ritennero d’essere legati al giuramento del vecchio Re, ma vi furono centinaia di migliaia di giovani, giovanissimi e veterani che risposero all’appello della Patria senza esitare.
    Fenomeno importante che non trova riscontro in nessun paese: la voce dei sentimenti ed il richiamo ai valori, al rispetto degli impegni ed alla memoria dei Caduti prevalse su ogni altra considerazione e convenienza.
    Possiamo affermare che molti italiani accorsi sotto le insegne della RSI non s’erano mai posti il problema dell’adesione al fascismo, ma erano certi che quando la Patria chiama è doveroso rispondere.
    Umberto Scaroni è uno dei tanti giovani che risposero all’appello e, dalle esperienze vissute, ne ha fatto un testo che vale una testimonianza attenta e precisa dei fatti e degli ambienti.
    Con prosa agile, scorrevole, ci fa rivivere un periodo storico tragico, pieno di luci e di fosche ombre, di eroismi e di bassi istinti.
    I rapporti con la gente di Oderzo, sede della Scuola Allievi Ufficiali, erano ottimi e non lasciavano trasparire la tragedia che si sarebbe consumata il 25 aprile. I bombardamenti erano, ormai, una consuetudine; i partigiani una realtà che si mescolava con fatti di delinquenza, di violenza, omicidi e rapine, ma nessuno aveva sentore che tali atti avrebbero assunto la caratteristica della normalità una volta cessate le ostilità.
    La lunga detenzione, senza processo e condanna, magistralmente raccontata, fornisce all’Autore lo spunto per descriverci persone, luoghi e fatti con un umorismo che rende leggera la lettura, pur invitandoci alla riflessione per le sofferenze inflitte a tanti soldati solo per odio politico o personale.
I compagni di scuola, di corso e di restrizione sono altrettanti personaggi che sfilano sotto gli occhi del lettore con immediatezza e ci fanno pensare ai caratteri delle tante persone che abbiamo incontrato durante la nostra lunga vita, ravvisando in molti di loro gli stessi descritti.
    Il testo presentato è valido sia sotto il profilo storico che quello letterario.
È un ottimo punto di riferimento per chi vuole ricordare, come per chi vuole conoscere la verità.
NUOVO FRONTE N. 204 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
 
 
de Luca Vincenzo Maria. FOIBE UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA. IL LUNGO ADDIO ITALIANO ALLA VENEZIA GIULIA.
Settimo Sigillo. 2000
Vincenzo Maria De Luca, nato a Roma nel 1958, è laureato in medicina e chirurgia. Risiede e lavora nella Capitale dove esercita la professione di odontoiatria. Appassionato di storia contemporanea da alcuni anni si dedica allo studio di quei tragici avvenimenti che furono le foibe, l'esodo e le mutilazioni territorialei successive al secondo conflitto mondiale, che sconvolsero letteralmente l'italianità di terre come la Venezia Giulia e l'Istria. Alterna alla sua ttività di Medico quella di ricercatore e storico soggiorbando periodicamente a TRiest, Gorizia, Slovenia dove raccoglie in prima persona documentazione e testimonianze direttamente dai protagonisti., ndipendentemente dalla loro nazionalità e fede politica.
E' difficile trovare nei libri di storia jn'esatta documentazione sulle foibe. Spesso leggiamo menzogne falsità approssimazioni. Questo libro, dopo un excursus sulla storia della Venezia Giulia, ne traccia una verità non di parte al fine di fare comprendere la tragedia di quei popoli e del lorogenocidio ed esodo a lungo dimenticato.
Spirito Ugo. PARETO.
Settimo Sigillo. 2000.
Il significato dell'opera paretiana, scrive Ugo Spirito,"è nel continuo disperato tentativo di risolvere l'antinomia tra scienze e vita, tra la necessaria astrazione delle ricerche scientifiche e la complessa concretezza dei fenomeni sociali. Da una parte il bisogno di reagire al relativismo degli storicisti e di dar rigore alla scienza, dall'altra il non meno urgente bisogno di reagire ai dogmatici, che chiudono gli occhi di fronte alla realtà ed hanno poi la pretesa di sottoporre la realtà alle loro leggi. Questo è il problema di Pareto, questo il problema più vivo di tutta la scienza dell'economia. Ma l'antinomia è rimasta sostanzialmente insoluta, perchè il principio sociologico in virtù del quale la soluzione è stata tentata è assolutamente inadeguata e insufficiente (...). Ora bisogna invece (...) disfarsi definitivamente di concetti che non possono avere valori in sede scientifica (...).  Homo oeconomicus ed economia pura, ofelinità, gusti, ostacoli, equilibrio generale, etc. sono concetti che nell'attuale loro significato compromettono irrimediabilmente la scienza dell'economia.
De Risio Carlo. LA CLESSIDRA DI MUSSOLINI.
Settimo Sigillo. 2000. Pag. 288
La clessidra della Storia scandì i nove mesi della "non belligeranza" dell'Italia, tra l'autunno del 1939 e la primavera del 1940: periodo poco conosciuto e poco infagato. Eppure, la politica seguita da Mussolini fu più ricca di temi di quanto comunmemente non si creda, con decisioni del tutto autonome anche (talora soprattutto) nei confronti della Germania nonostante il Patto d'acciaio. Il quadro mutò repentinamente, dopo l'offensiva tedesca in Occidente, con Hitler padrone dell'Europa continentale. Il timnore di uno strapotere germanico condizionò le scelte del Duce che credette di poter condurre una "guerra parallela", secondo gli interessi esclusivamente italiani.
Per tenere il potente invadente alleato lontano dai Balcani e dal Mediterraneo.
***
LA CLESSIDRA DI MUSSOLINI. Sessant’anni fa l’entrata in guerra dell’Italia, fa ancora e sempre discutere. In un avvincente libro di Carlo De Risio la storia dei nove mesi di non belligeranza durante i quali la politica dell’Italia oscillò più volte secondo gli scenari che si andavano delineando in Europa per finire alla fatale decisione del 10 giugno 1940.
 Il periodo tra il 1° settembre 1939 quando, con l’attacco alla Polonia, iniziò la seconda guerra mondiale e il 10 giugno del 1940 quando Mussolini dichiarò guerra alla Francia ed all’Inghilterra è tra i meno conosciuti dalla storiografia. Eppure in quei nove mesi la politica estera dell’Italia fu particolarmente ricca di temi e la posizione di Mussolini nei confronti degli eventi che stavano incendiando l’Europa fu non solo di attesa, ma anche di decisioni del tutto autonome anche e soprattutto nei confronti della Germania nonostante che il Patto d’Acciaio siglato forse con troppa superficialità il 22 maggio del ‘39 a Berlino impegnasse ad una immediata entrata in guerra. In quei mesi troppi avvenimenti avevano consigliato prudenza. Soprattutto l’accordo tra Hitler e Stalin, stipulato a totale insaputa dell’Italia ed in aperta contraddizione con quanto stabilito nel patto anti-Comintern che legava Germania, Italia e Giappone contro l’Urss e l’Internazionale comunista. Per ripicca Mussolini inviò armi e materiali alla Finlandia, aggredita da Stalin, che se ne lamentò con Hitler che in quel momento era suo alleato.
Il libro di De Risio ricorda puntualmente i sondaggi portati avanti dal presidente americano Roosvelt verso Balbo. Ancora più consistenti furono i tentativi di dialogo verso la Gran Bretagna promossi dal Ministro degli esteri Ciano e da Dino Grandi, ambasciatore a Londra, e caduti soprattutto per l’astio del primo ministro inglese Eden. Quando ad Eden subentrò Churchill, i contatti ripresero e si intensificarono e sembra che l’inglese (è questo il famoso carteggio di cui tanto si è parlato), pur di tenere l’Italia fuori dal conflitto, avesse offerto territori o colonie a spese proprio dell’alleato francese che in quei giorni stava soccombendo sotto le divisioni corazzate tedesche. Un carteggio quanto mai compromettente a cui i servizi segreti britannici diedero la caccia nel 1945 per evitare che fosse reso pubblico prevedendo che avrebbe provocato le ire dei francesi.
 Ma oramai con la Francia in ginocchio e il corpo di spedizione inglese inspiegabilmente “graziato” da Hitler a Dunquerque, era troppo tardi per le trattative. Sembrava che tutto dovesse finire prestissimo e che entrando in guerra l’Italia avrebbe potuto evitare che Hitler diventasse padrone assoluto dell’Europa continentale. I vertici militari italiani anziché mettere in guardia il Duce della scarsa preparazione ad uno sforzo bellico prolungato, avallarono nel 1940 una posizione suicida di indipendenza e non collaborazione con la Germania. La Guerra “parallela” che vide le forze armate italiane sostanzialmente inattive nel Mediterraneo contro posizioni inglesi poco guarnite fu un errore colossale. Il libro porta in appendice numerosi documenti che servono ad avere un quadro preciso degli avvenimenti trattati.
 IL MONITORE N.6 Giugno 2000. Uccio De Santis 
 
 
UOMINI E SCELTE DELLA RSI. I PROTAGONISTI DELLA REPUBBLICA DI MUSSOLINI 
A cura di Fabio Andriola. Bastogi Editore. 2000. Testi di  Fabio ANDRIOLA,  Alessandro CAMPI,  Marino VIGANO’,  Gregory ALEGI,  Enrico NISTRI,  Massimo GRECO,  Gloria GABRIELLI,  Giuseppe PARDINI,  Aldo G. RICCI,  Aldo A. MOLA,  Gianfranco DE TURRIS,  Luciano GARIBALDI,  Fabio TORRIERO,  Pier Paolo BATTISTELLI,  Carlo Fabrizio CARLI,  Guglielmo SALOTTI,  Giuseppe PARLATO.
ISBD: Uomini e scelte della RSI : i protagonisti - Foggia : Bastogi, stampa 2000 - 276 p. ; 23 cm. - De monarchia 
Collezione: De monarchia 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 88-8185-229-2 
Nomi: Andriola, Fabio 
Soggetti: Repubblica sociale italiana . 1943-1945 - 
Biografie 
Classificazione: 945.091 - Storia d'italia. 1918-1946. 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: AT0047 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societàcontemporanea in provincia di Asti - Asti - AT 
BA0018 - Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari - BA 
CN0049 - Biblioteca civica - Fossano - CN 
CN0085 - Biblioteca civica - Revello - CN 
CN0149 - Biblioteca civica Sacharov - Saluzzo - CN 
FC0018 - Biblioteca comunale Aurelio Saffi - Forli' - FC 
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI 
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI 
MI1260 
MI1262 
MO0035 - Biblioteca comunale - Mirandola - MO 
MO0135 - Biblioteca civica Antonio Delfini - Modena - MO 
PV0144 - Biblioteca della Facolta' di scienze politiche dell'Universita' degli studi di Pavia - Pavia - PV 
PV0190 - Biblioteca Civica Ricottiana - Voghera - PV 
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA 
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA 
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM 
TO0280 - Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi - Torino - TO 
TO0473 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte - Torino - TO 
TS0137 - Biblioteca generale dell'Universita' degli studi di Trieste - Trieste - TS 
VA0059 - Biblioteca civica Luigi Majno - Gallarate - VA 
Codice identificativo: IT\ICCU\NAP\0236931
Nessun fenomeno storico è un monolite liscio e compatto: sfaccettature, contraddizioni, antagonismi e casualità caratterizzano, in fondo, ogni manifestazione umana.
La vicenda della Repubblica Sociale Italiana non fa certo eccezione: nella Repubblica di Mussolini confluirono infatti, per ragioni e spinte diverse, personaggi lontanissimi tra loro e, in qualche caso, lontani anche dal fascismo.  Per storia personale, cultura e indole è difficile immaginare Giovanni Gentile e Giovanni Preziosi, Nicola Bombacci o Guido Buffarini Guidi accomunati dalla stessa scelta di campo.  Eppure è così: la decisione di aderire alla RSI, decisione spesso disperata e non di rado causa di una morte violenta, operata da uomini tanto diversi, è una chiave di lettura inedita che questo libro offre agli studiosi e agli appassionati di storia.
Presentare la Repubblica di Salò come il frutto dell'unione di uomini diversi ma uniti da alcuni valori e da alcune suggestioni comuni, fa di quell'esperienza un soggetto di straordinaria importanza per capire cos’erano l'Italia e gli italiani dei terribili mesi della Guerra Civile.  Un periodo breve e drammatico da studiare lontano dagli schematismi finora imposti sia dalle ideologie che dalla pigrizia intellettuale di buona parte della storiografia italiana e straniera.
Davide Del Giudice - Riccardo Mori LA LINEA GOTICA TRA LA GARFAGNANA E MASSA CARRARA SETTEMBRE 1944 APRILE 1945 Cronache di guerra, diari, testimonianze, documenti americani, partigiani, tedeschi, R.S.I., e civili.
2 Volumi. Il primo volume edito nel 2000. Pag. 189 (1° Vol.). Ora entrambi i volumi editi dalle Edizioni Ritter. Lire 20.000 Il libro può essere richiesto alla libreria Gasperini - Galleria Michelangelo 20 - 54100 Massa. Tel. 0585 43947 fax idem
Può essere ordinato anche alla Libreria Militare via E-mail all'indirizzo libmil@starfarm.it 
 
    Il testo è dedicato a due Caduti: uno americano ed uno tedesco, le cui spoglie non furono mai ritrovate.
    La guerra sulle Alpi Apuane fu aspra sia per le condizioni climatiche che per i combattimenti sostenuti. In Garfagnana si affrontarono italiani, tedeschi, statunitensi e brasiliani, contendendosi il terreno palmo a palmo con agguati, colpi di mano, offensive e controffensive con caparbietà e coraggio.
    Questo libro esula da altri testi di guerra perché affronta l’argomento tramite gli attori degli episodi raccontati, dando un volto umano all’arida prosa dei diari di reparto che invece concorrono alla catalogazione dei fatti. L’emozione, la paura, l’esaltazione, l’incoscienza, la visione della morte fanno parte delle azioni e dei racconti dei combattenti, sono stati d’animo che non trovano spazio nei racconti ufficiali ma, invece, sono fattori determinanti anche dell’esito delle azioni intraprese. Il testo si articola su cinque capitoli che prendono in esame le articolazioni del fronte e delle azioni di guerra che vi sono sviluppate. Partendo dalla valle del Serchio, settore della linea Gotica, gli autori trattano dell’offensiva effettuata dagli italiani e dai tedeschi nel Natale 1944 che permise il conseguimento di ottimi risultati galvanizzando le truppe italo-tedesche e ponendo in seria difficoltà il Comando americano. Il racconto dei partecipanti è interessante, specie per quanto riguarda la visione delle operazioni stesse che hanno la parzialità temporale e spaziale di chi non può avere una visione più generale delle cose, per cui alcuni ordini possono apparire limitativi.
    Il capitolo secondo tratta del settore ovest della valle del Serchio, sul fronte della Monterosa, mentre il cap. terzo tratta delle operazioni nel settore che va dalla Piana Secca al passo degli Uncini. Il cap. quarto s’interessa al settore compreso fra il Monte Focoraccia e la foce del fiume Versilia. La ritirata dell’aprile 1945 è trattata dal cap. quinto fino alla resa con l’onore delle armi.
    Il testo è completato da una cronologia degli avvenimenti ben sviluppata ed in grado di far ben comprendere lo sviluppo delle operazioni.
    Fotografie e cartine corredano l’opera integrando le testimonianze.
    Davide Del Giudice è un giovane storico ormai conosciuto dai nostri lettori ed a lui dobbiamo i tanti saggi storici che hanno permesso una conoscenza più approfondita dell’impiego delle truppe dell’Esercito della RSI. Riccardo Mori è alla sua prima esperienza editoriale.
    Il libro è molto interessante sia sotto il profilo della memorialistica storico-militare che sotto l’aspetto umano.
NUOVO FRONTE N. 201 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
***
Una raccolta di documenti, memorie di svariata provenienza per raccontare, a distanza di 60 anni, la guerra spietata che si svolse su uno dei fronti decisivi per l'esito del 2° conflitto mondiale. La cronaca degli eventi bellici si mescola a episodi di vita quotidiana fra i civili, per cui la narrazione scorre dai freddi resoconti del cronista, alla testimonianza drammatica di una madre che rievoca con commozione il figlio ucciso. Sullo sfondo, a tenere uniti idealmente tutti i combattenti, il peggio e il meglio dei sentimenti che la guerra può suscitare: l'angoscia, la rabbia, la paura, la disperazione, ma anche la speranza, l'amore per la Patria, l'irriducibile attaccamento alla vita, il coraggio... Sentimenti di uomini che caddero -in Patria o in terra straniera- per i loro ideali. E per questo meritano di essere ricordati.
Lembo Daniele I FANTASMI DI NETTUNIA 
Settimo Sigillo 2000 Settimo Sigillo euro 15,50, Pagine 192, cm 15x21, Foto b/n fuori testo
Molti conoscono la storia di Angelina, ripresa in una canzone degli anni settanta. Una bambina spersa tra i campi di combattimento ad Anzio-Nettuno, tutti conoscono l’oleografia restistenziale della Resistenza. Pochi sanno invece della realtà vera delle truppe italiane che si opposero, invano, all’invasione delle truppe capitaliste (già, perché no? Visto che si parla spesso di truppe naziste o fasciste o comuniste) o se preferite, democratiche, come oggi in Serbia, Afghanistan, Iraq. Nel libro vengono, non elencati, ma proprio passati in rassegna tutti, ma proprio tutti, i reparti italiani, e non furono pochi, che combatterono a fianco dei tedeschi sulla testa di ponte di Anzio. Dalle SS italiane alla X MAS, dai logistici alla Flak. Comincia così a consegnarsi alla storia e magari anche agli Storici di professione, nati negli Istituti della Resistenza (non è il caso di Daniele Lembo), una certa realtà finora pressochè celata dietro un’implicita formula di "un popolo in armi contro il tedesco invasore aiutato da pochi manutengoli fascisti". E in effetti oggi sembra che persino gli storici "nati negli Istituti della Resistenza" stiano scoprendo la Storia. Che sia la fame che aguzza l’ingegno? Fame di Verità naturalmente...
Cyberamanuense Telemaco
 
 
 
De Felice Renzo BREVE STORIA DEL FASCISMO
Mondadori 2000
Parlato Giuseppe LA SINISTRA FASCISTA
Il Mulino 2000 
PRESENTE! ALBO D'ORO DEI CADUTI DELLE SCUOLE ALLIEVI UFFICIALI DELLA G.N.R. 
Settimo Sigillo 2000
  
 
 
Emilio Scarone IL BATTAGLIONE ALPINI "CADORE" NELLA R.S.I. 1943-1945 L’eccidio di 17 alpini al Colle del Melogno nel Savonese.
2000. Documenta IV - Lire 20.000 Pag. 88 - NovAntico Editrice, C.P. 28 - 10064 PINEROL0 (TO)
 
    L'Autore è un ricercatore appassionato e scrupoloso.
    Con questa pubblicazione porta un nuovo tassello all'edificio della verità storica facendoci conoscere le vicende del Battaglione "Cadore" che affrontò con coraggio ogni situazione di guerra.
    La fucilazione di 17 Alpini è il culmine del calvario che questi giovani Soldati dovettero affrontare a conclusione di un combattimento sostenuto, fino all'ultimo colpo, contro un numero preponderante di partigiani che non esitarono a fucilarli dopo aver promesso loro salva la vita.
    Seppero morire da Eroi, non si abbandonarono a suppliche, e prima di cadere gridarono Viva l'Italia. Non sapevano di politica, amavano la loro terra, si battevano per il riscatto dell'Onore della Patria.
    Con questo testo viene resa giustizia al loro ricordo, ma manca ancora l'abbraccio del popolo italiano che rifiuta questi suoi figli.
    Il Battaglione "Cadore" ha meritato per i Suoi Alpini due Medaglie d'oro, cinque Medaglie d'argento, cinque medaglie di bronzo e quattro croci al Valor militare.
    Il testo è corredato da numerose fotografie e da documentazioni contrapposte.
NUOVO FRONTE N. 206 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.
Mazzantini Carlo OGNUNO HA TANTA STORIA
Marsilio, Venezia 2000, pagg. 284, lire 28.000.
Perché la parola "storia" al singolare nel titolo di questo romanzo, se Mazzantini avverte l’esigenza di recuperare la linfa che da molteplici radici lo ha fatto essere quello che è divenuto? La domanda sorge spontanea, appena richiuso il libro. Poi, però, si comprende che l’uso del plurale avrebbe riconfermato la frammentazione, la separatezza, l’impossibilità di ricomporre una memoria che lo scrittore sentiva dimidiata finché non ha composto il libro, questo libro, quello che lo zio Anselmo non aveva saputo terminare, lasciandogli in eredità l’obbligo di sostituirlo in un’impresa a cui lo aveva sollecitato anche la ragazza irlandese che sarebbe divenuta sua moglie. A Parigi, Oona lo aveva ascoltato narrare le vicende che altri avrebbero voluto dimenticate e lo aveva invitato a metterle per iscritto: così è stato, e il romanzo che è venuto alla luce dovrebbe sublimare, o perlomeno acquietare, le angosce già descritte in A cercar la bella morte.
Chi ha conosciuto la precedente prova narrativa di Carlo Mazzantini, si trova questa volta di fronte uno scrittore dallo stile diverso, che non casualmente ha l’opportunità di richiamare Céline, la sua amarezza, le sue rabbie, e di mettersi sulle sue tracce nei luoghi della periferia parigina che avevano accolto quel dottor Destouches di cui è stanco di sentirsi chiedere notizie il barcaiolo della Senna che trasporterà l’autore del romanzo e la moglie sull’altra riva del fiume. Durante il viaggio fluviale, i mugugni di questo personaggio apparentemente scorbutico si muteranno in dolenti ricordi della Grande Guerra, facendogli assumere lo stesso ruolo di traghettatore verso un’altra dimensione dell'esistenza che troviamo testimoniato nell’Eneide o nella Divina Commedia, mentre Mazzantini è stimolato a recuperare le schegge del passato che aveva conservato disordinatamente, per ricomporle in un mosaico rappresentato dalla nazione.
È la nazione, quella scritta senza la maiuscola eppure capace di dare un senso di appartenenza e di identità, a trasportare l’individuo, il suo clan e la sua famiglia nel "gran discorso dell'umanità" rappresentato dalla Storia, questa sì evidenziata da una maiuscola, destinata a farne percepire la potenza di coinvolgimento e di attrazione nelle sue spire, tanto forte da chiamare l’uomo-Mazzantini ad un compito che non si era scelto, ma che ha dovuto affrontare per non rinnegare anch’egli i modelli che altri avevano predicato e che gli erano stati proposti da un'educazione che da Roma al Risorgimento cercava esempi di fedeltà, onore ed eroismo, che indirizzano nel "vicolo cieco della storia". Sono stati quei modelli a far sentire al giovane Mazzantini il dovere inalienabile, che i suoi padri spirituali non avevano avvertito, di effettuare la scelta che gli mette addosso una divisa, sotto la quale trascorrerà una giovinezza che non potrà godere, prima di essere espulso, per l’appunto, dalla Storia e di assumere il profilo del reietto, del sopravvissuto a una fredda canna di mitra premuta contro la nuca mentre il mondo, per lui con la faccia al muro, si riduceva alla fila di formiche che gli camminavano davanti agli occhi, indifferenti al suo destino, quasi a voler significare l’inanità di ogni sforzo compiuto, di azioni che pure in altre epoche sarebbero state considerate onorevoli.
Non è il confronto con la propria morte, ma con quella del nonno, a far scoprire a Mazzantini il significato ancestrale della dipartita dall’esistenza, sempre rigenerato dall'invito a non sfuggire alle responsabilità cui si è chiamati a rispondere dal destino. Da quella sorte che egli dipinge con colori troppo foschi, non per il prezzo che personalmente è stato chiamato a pagare, ma perché gli attribuisce un potere illimitato, quasi fosse l’unica forza cui l’uomo può appellarsi, essendogli inibito il ricorso alle motivazioni ideali, alle scelte individuali. I personaggi del libro sono infatti costretti a muoversi su un sentiero che altri hanno tracciato e che ad un certo punto hanno abbandonato, abbandonando insieme con esso l’uomo, Mussolini, che aveva fatto sentire "uno" tutto un popolo: un insieme di individui che, immedesimandosi in lui, era stato capace di riconoscersi anche come nazione, come patria intesa etimologicamente come "terra dei padri". Ecco perché Mazzantini parla di storia al singolare, quasi avesse timore di intaccarne l’insieme, colpa di cui chiama invece a rispondere chi ha costretto lui e tanti altri giovani ad assumere ruoli e responsabilità che non competevano loro; e questo sacrificio lo scrittore non lo dimentica, anzi, in maniera esageratamente insistita, addirittura ossessionante, chiama appunto i "padri" a rispondere di tale viltà.
La suggestione di un romanzo non possiamo costringerla a collimare con la verità storica; quindi, se deve essere compiutamente verificata la dimensione quasi esclusivamente giovanile della partecipazione fascista all’ultima sequenza della guerra mondiale, cioè la Repubblica sociale italiana, ancor di più è da verificare quanto l’appello all’onore di quei giovani che la animarono sino alla fine fosse la motivazione assoluta del loro estremo incamminarsi verso una morte annunciata in difesa di una nazione i cui confini il fascismo stesso aveva inteso oltrepassare con la potenza della sua idea. È anche questo che fa di Mazzantini un sopravvissuto, quale egli si considera, alla morte che apriva il precedente romanzo e che chiude questo, sempre sotto la veste fornita dalla cultura classica, allora con l’immagine, ripresa dall'Antichità, dei farmakoi che recuperano i cadaveri dopo la battaglia e assumono su di sé tutti i mali e le impurità della comunità di appartenenza, oggi con il suo riconoscersi nel ruolo di "troiano", di chi sa di aver oltrepassato i confini della propria storia e implora le divinità pietose e caritatevoli dell’Olimpo – che concessero a Bauci e Filemone di chiudere insieme i loro giorni – di concedere la stessa sorte a lui e Oona, dopo una lunga vita spesa insieme a onorare gli dei, rispettare gli uomini e, appunto, amare la patria.
Mario Sanesi da http://www.diorama.it/n251.pdf
LA SECONDA BATTAGLIA DELLE ALPI
Chiaramonte Editore 2000
 
 

Felice Borsato DAL FRONTE INTERNO Memorie di un adolescente (1940-1945)
Ed. Europa I quaderni di Storia Verità. Lire 12.000. Edizioni Settimo Sigillo, Via Sebastiano Veniero 74/76, 00192, Roma. Tel. e Fax 06-39722166
Borsato, Felice
ISBD: Dal fronte interno : memorie di un - Roma : edizioni Settimo Sigillo, 2000 - 65 p. ; 20 cm. - I quaderni di Storia verita
Collezione: I quaderni di Storia verita
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Borsato, Felice
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: BO0305 - Biblioteca comunale di Storia della Resistenza - Bologna - BO
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
Codice identificativo: IT\ICCU\UBO\1761892
    Felice Borsato, autore di saggi ed inchieste è stato giornalista al "Giornale d'Italia", al "Secolo d'Italia" ed alla Rai.
    Con questo breve volume di 65 pagine paginette al lettore un tuffo nell'Italia in guerra vista con gli occhi di un adolescente. Sono ricordi veri, non alterati dalla foschia del tempo, di un ragazzo che ha "subìto" la guerra in tutti i suoi aspetti dal giorno della dichiarazione a quello della "loro liberazione".
    Il dieci giugno era un giorno che non lasciava presagire il grande evento; la vita familiare era scandita dalle solite abitudini finché alla sera giunse la conferma delle previsioni che volevano l'Italia in guerra.
    Mezz'ora di discorso e Mussolini annunciò che il popolo italiano era in guerra: contro la Gran Bretagna e la Francia.
    Da questo evento prende corpo la narrazione di Borsato fatta di piccoli episodi personali sullo sfondo di -grandi e tragici eventi. Nella descrizione c'è una Roma che non esiste più, che suscita nostalgia in chi da ragazzo, di qualche anno più grande, l'ha conosciuta in ogni sua strada percorsa a piedi.
    La raccolta dei materiali ferrosi, la ricerca di quanto poteva essere utile per la sopravvivenza, il grigiore della città protetta nelle sue opere monumentali, il cibo sempre più scarso, contribuivano a produrre una strana sensazione che prevaleva su ogni altra considerazione.
    Il 25 luglio e l'8 settembre segnano la grande frattura nel corpo della nazione.
NUOVO FRONTE N. 206 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

Giulio Vignoli SCRITTI POLITICI CLANDESTINI "politicamente scorretti’’
Edizioni Culturali Internazionali Genova, Via Brignole de Ferrari 9, 16125 Genova, Lire 22.000 pag. 126
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Autore: Vignoli, Giulio
Titolo: Scritti politici clandestini : politicamente scorretti / Giulio Vignoli
Pubblicazione: Genova : ECIG, 2000
Descrizione fisica: 126 p. ; 21 cm.
Collezione: Polis
Nomi: Vignoli , Giulio
Soggetti: Savoia <casa>
Classificazione: 945.084 - STORIA. ITALIA. REGNI DI VITTORIOEMANUELE II E DI UMBERTO I, 1861-1900
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: BO0036 - Biblioteca dell'Istituto giuridico Antonio Cicu della Facolta' di giurisprudenza dell'Universita' degli studi di Bologna - Bologna - BO
FI0101 - Biblioteca Marucelliana - Firenze - FI
Codice identificativo: IT\ICCU\CFI\0488443
    L’Italia può essere considerato un Paese a democrazia limitata.
    Le prime limitazioni si trovano nella Costituzione, negli articoli transitori, le altre provengono dagli esponenti della cultura che hanno ideologizzato ogni rapporto invadendo persino l’ambito familiare. Se non sei della parrocchia o della sezione di un partito costituzionale non fai strada.
    Vi sono eminenti studiosi che vengono mal tollerati e posti ai margini delle attività sociali e culturali. La discriminazione non avviene per legge ma attraverso un collaudato tam-tam che ti perseguita ovunque tu voglia intraprendere una carriera.
    L’insegnamento della storia viene falsato ad arte ed il risultato è rappresentato da generazioni di italiani che conoscono le approssimazioni storiche ed i giudizi standardizzati, con il conseguente avvilimento dello spirito critico.
    Ogni tanto filtra qualche luce e possiamo annoverare, l’opera presentata, tra le luci che filtrano fra le nebbie del conformismo.
    Giulio Vignoli è Docente di diritto delle Comunità Europee, Organizzazione Internazionale e Diritto Agrario Comunitario nell’Università di Genova (Facoltà di Scienze Politiche); ha al suo attivo circa duecento pubblicazioni scientifiche tra articoli, saggi, ricerche e volumi.
    Tanta attività è stata svolta attraverso pesanti discriminazioni determinate dalla diversa disponibilità che mostrava verso il regime, in contrasto con la prona supinità della massa: l’argomento ha interessato migliaia di italiani in ogni ramo di attività con gravi ripercussioni sulla carriera.
    Il testo presentato è una raccolta di articoli e di riflessioni che l’Autore ha avuto modo di pubblicare in un vasto arco di anni su giornali non "politicamente corretti’’ boicottati con ogni mezzo. La suddivisione, in tre parti, della raccolta, ci permette di penetrare in modo ordinato negli argomenti trattati così da avere una sequenza logica, attraverso il tempo, della persecuzione fuori legge, di ogni dissenso non previsto o ritenuto lesivo.
    Nella prima parte, "Intellettuali liberi (e no)’’ abbiamo l’opportunità d’incontrare, in Riviera, Sibelius, Nietzsche e Pound, di farci un’opinione su Gorresio e di apprezzare l’onestà intellettuale di Piero Operti, antifascista per concezione politica ma corretto nell’analisi storica e nel rispetto ammirato per i soldati della RSI e che già al termine della guerra implorava la riconciliazione per il bene supremo della Patria.
    La seconda parte, "Sabaudia’’, tratta del Duca d’Aosta, di Mafalda di Savoia tragicamente scomparsa in campo di concentramento in Germania in seguito ad un bombardamento alleato, dei ricordi storici di altri componenti di Casa Savoia e del Referendum istituzionale svolto al limite della chiarezza, se non addirittura oggetto di oscure manovre di broglio.
    La terza parte, "Varia’’, ci offre l’opportunità di conoscere meglio quell’area di crisi ch’è sempre stata la Balcania fino alle ultime vicende del Kossovo.
Sempre nella terza parte viene posto il dito sulla piaga dell’insegnamento della storia nella scuola e sulla retorica resistenziale che vieta la ricerca della verità storica, elevando a giustizieri uomini come Valiani e Pertini, che firmarono la condanna a morte di Mussolini surrogando leggi e tribunali.
    Lettura interessante che ci conforta per le sue tesi e le sue verità, che merita un’attenta riflessione, auspicando il ritorno ad una società serena dove l’unico metro di giudizio sia la capacità individuale e non l’ideologia di riferimento a copertura della propria pochezza.
NUOVO FRONTE N. 203 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

Mario G. Mantovani DIECIMILA ITALIANI DIETRO IL FILO SPINATO. UN CAMPO DELLA FAME A TARANTO
Pag. 47 - TLA Editrice, Via Bologna 74 - Ferrara
 
 
    L'Autore è uno di quei giovani che sentirono il richiamo della Patria nel momento più difficile per la sua esistenza travolta dal tradimento dell'8 settembre.
    Arruolatosi volontario nel Battaglione "Lupo", seguì le sorti del Reparto fino al giorno della resa. il campo di prigionia lo vede fra altri diecimila combattenti dell'Onore a Cesenatico ed a Grottaglie dove rimane ristretto fino al 13 aprile 1946.
    La piccola raccolta di poesie presentata ci dona la possibilità di entrare nell'anima di un giovane soldato che non recrimina e non rinnega, ma pensa alla triste condizione di dolore fisico e spirituale in cui si trova dopo aver tanto dato, con purezza di sentimenti, nella certezza di compiere il proprio dovere d'italiano.
La raccolta, dopo le opportune ed efficaci presentazioni esplicative, inizia con "Ricordo la nonna", un richiamo ai giorni felici dell'infanzia che si riconosceva nella voce della Nonna, evocatri
ce di favole che riempivano il cuore di fantasie. Infanzia felice, forte dell'ingenuità che è propria dei fanciulli. Ancora un pensiero alla Mamma, rifugio per l'anima infranta desiderosa di piangere. In "Non mi riconosco più" c'è l'amarezza profonda di un uomo che ha conosciuto il mondo nella sua essenza malvagia, impastata di odio e di egoismo, di falsità e d'inganno, in contrasto con l'entusiasmo e la spensieratezza della gioventù, prima della generosa adesione al riscatto della Patria.
    In queste poesie non v'è ombra di rivalsa ma solo una mesta considerazione della condizione umana che rifugge dai valori che comportano sacrificio.
    L'Autore è un soldato e del soldato ha le risorse per reagire e nell'amore ritrova le energie per ricominciare una vita all'insegna della coerenza e della fedeltà ai valori più nobili.
    Ho letto i versi presentati con piacere ritrovando in essi sentimenti condivisi, espressione di una spiritualità che dimostra come i giovani della R.S.I. si donarono con purezza d'animo.
Alcune fotografie completano il testo, scritto durante i mesi di prigionia, conservato fra due copertine protettive ricavate da lattine metalliche.
NUOVO FRONTE N. 202 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

Lodovico Galli UNA SENTENZA DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA.
Brescia 15 giugno 1944, Pag. 110 - Lire 22.000, Stampa a cura dell'Autore Lodovico Galli, 25128 Brescia - Via L. Pavoni 21. Tel 030/304477
Galli, Lodovico
ISBD: Una sentenza della R.S.I. : Brescia: 15 giugno - [S. l. : s. n.], stampa 2000 - 110 p. ; 21 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Galli , Lodovico
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: CR0062 - Biblioteca statale - Cremona - CR
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
Codice identificativo: IT\ICCU\CFI\0464957
     Si tratta della sentenza emessa dalla "Commissione Speciale per la Devoluzione allo Stato dei Beni di non Giustificata Provenienza in data 15 giugno 1944 XXII" nei confronti di Roberto Farinacci, notissimo esponente del Fascismo.
    L'Atto è la conclusione di un Procedimento aperto nell'agosto 1943 per indagare sugli arricchimenti illeciti di Regime che non ebbe interruzione sotto il nuovo Governo della R.S.I.
    L'indagine fu accurata e trovò piena collaborazione ad ogni livello, ma l'indagato non risultò compromesso in affari illeciti con conseguente arricchimento. A suo carico risultò, invece, un'evasione fiscale sui beni che furono considerati di pertinenza.
    La sentenza è la riprova che la classe dirigente fascista non fu compromessa da reati come la corruzione e la concussione, ma può essere considerata onesta nei confronti dello Stato e della comunità.
Il volumetto è interessante come testimonianza della indipendenza della magistratura, rispetto alla classe politica, e come ardua e convinta fu la difesa di tale indipendenza da parte del Ministro Pisenti che godeva della stima e dell'appoggio di Mussolini.
    La riproduzione di articoli di giornale, documenti e circolari ed un piccolo epistolario con Pisenti e De Felice completano il testo, dandoci uno spaccato di vita della R.S.I.
NUOVO FRONTE N. 202 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

ATHER CAPELLI. UNA VITA PER L'ITALIA E PER L'IDEA
Pubblicato a cura di Trevisan Emilia - Pag. 231 - non prezzato
 
 
    Emilia Trevisan è la cognata di Ather Capelli e con questa raccolta di articoli di fondo, pubblicati sulla Gazzetta del Popolo e di due sue orazioni commemorative (comprese nel periodo che va dal settembre 1943 al marzo 1944) intende ricordare a tutti noi la nobile figura del cognato.
Ather Capelli nasce a Ferrara il ottobre del 1902 e muore per mano fratricida comunista il 31 marzo 1944.
    Giovanissimo aderisce al movimento fascista; squadrista, partecipa alla Marcia su Roma, Sciarpa -Littorio, volontario in Africa Orientale ove viene decorato al Valor Militare, Cavaliere della Corona d'Italia viene insignito dell'Ordine della Stella Coloniale.
    La sua attività si sviluppa nel campo culturale, scrive commedie e drammi, è un ottimo giornalista e collabora con numerose testate.
Sempre pronto ad accorrere dove la Patria chiama, il 10 giugno 1940 chiede l'arruolamento volontario ma gli viene rifiutato per una grave menomazione di guerra.
    Con i suoi scritti e la partecipazione attiva al fronte interno porta il suo contributo alla guerra; il 2 gennaio 1943 entra a far parte della Redazione della Gazzetta del Popolo della quale diverrà Direttore il 20 settembre 1943, in un momento delicato, decisivo per le scelte individuali di campo. Ather Capelli non ha esitazioni, è coerente, non ha l'animo dell'opportunista che attende l'evolversi dei fatti, sa che non vi sarà l'invocata vittoria ma bisogna cadere con l'arma in pugno perché le Nazioni, come gli uomini, debbono osservare i Valori dello spirito e del carattere.
    Il 17 gennaio assume la carica di Direttore dell'Illustrazione del Popolo.
il 31 marzo la mano assassina di un gappista poneva termine alla vita coraggiosa di un puro come Ather Capelli, Sulla sua scrivania veniva ritrovato un appunto di lavoro per un articolo che avrebbe scritto la sera: "la grande ora, amore ove è odio, luce dove è tenebra. Legge dove è disordine".
    Ather Capelli era un uomo di pace che sapeva affrontare la guerra, che bandiva l'odio fra italiani, che sapeva arrivare al cuore con i suoi scritti: perciò doveva essere eliminato!
    Un assassino è pur sempre un assassino, anche se, come Giovanni Pesce, viene insignito di Medaglia d'Oro per aver ucciso un inerme alle spalle, un uomo che già portava nelle sue carni gli effetti per la devozione all'Italia. Ritengo che tale concessione fu una grave offesa per tutte le Medaglie d'Oro che in ben altre circostanze meritarono tale decorazione.
Il testo riporta anche le poesie che il nostro martire dedicò a sua Madre. In queste traspare la delicatezza d'animo e di sentimenti del poeta; sono un inno d'amore alla natura in tutti i suoi aspetti, un inno all'uomo che lavora in miniera o nei campi, che solca i mari o i cieli.
    Emblematica la poesia dedicata ad Umberto Maddalena, che si schiantò con il suo aereo nel corso delle ricerche della Tenda Rossa nel Polo Nord: "... Ma forse Iddio/ all'opre umane, ed all'eroiche gesta/ pone splendente un segno/ che fa bella la vita/ e la corona d'immensa luce!... ed ancora: "Maddalena .../ Tu non sei spento... e nelle notti fonde,/ tra un polverio di rutilanti stelle,/ tu vai per le inviolate/ vie del silenzio,/ in un nimbo di gloria e di martirio:/ Bella, Gentile e Cara anima a Dio."
Ora Ather Capelli è con il Comandante Maddalena.
Questo è l’Uomo che hanno assassinato il 31 Marzo 1944!
NUOVO FRONTE N. 202 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

Giuseppe Rocco UOMINI DI UN TEMPO
Greco & Greco Editori. Via Verona 10 - 20135 Milano, Tel. 02-58312811. Lire 25.000 - Pag. 219
Rocco, Giuseppe <1920- >
ISBD: Uomini di un tempo / Giuseppe Rocco - Milano : Greco & Greco, [2000] - 219 p. : ill. ; 21 cm. - Storia
Collezione: Storia
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Numeri: ISBN - 88-7980-225-9
Nomi: Rocco, Giuseppe <1920- >
Soggetti: Esercito nazionale repubblicano
Fascisti
Classificazione: 945.09150922 - STORIA D'ITALIA. PERIODOFASCISTA, 1922-1943. Gruppi di persone
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: AL0001 - Biblioteca civica - Acqui Terme - AL
AT0063 - Biblioteca civica - Monastero Bormida - AT
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI
MI0185 - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM
Codice identificativo: IT\ICCU\CFI\0476628
    Una nuova fatica di Giuseppe Rocco. Instancabile ricercatore, dotato di grande capacità di sintesi, l'Autore ci offre l'occasione per conoscer meglio alcuni esponenti di primo piano del Fascismo ed alcuni Reparti delle Forze Armate della RSI.
    Alcune di queste "biografie" sono state già pubblicate su "Nuovo Fronte", ma ora trovano una collocazione organica che ci permette di meglio valutare la personalità di questi uomini e di confrontare gli elementi caratteriali di ciascuno ed il rapporto di coerenza con le scelte operate. Dato comune è il disinteresse personale per ogni forma di arricchimento, la partecipazione alla guerra nei punti più rischiosi, la fattiva partecipazione all'organizzazione dello Stato, l'amore per il popolo, la provenienza dalla piccola borghesia e dalla classe operaia, l'aver militato nelle file interventiste provenendo dal socialismo, dai repubblicani o dal sindacalismo. Non v'è traccia di popolari: questo a significare che erano uomini non inclini al compromesso o al patteggiamento, ma desiderosi di creare un'Italia rispettata, socialmente avanzata, progredita in ogni campo del sapere, pacificata e serena produttrice che fonda l'avvenire sul lavoro.
    Il testo è diviso in due parti. Nella prima vengono descritti i Personaggi e nella seconda i Reparti, dando risalto alla volontà di chi li riorganizzò e li portò, al combattimento.
    Tra i Personaggi abbiamo l'occasione di richiamare alla memoria un uomo eccezionale come Italo Balbo, alpino, Quadrumviro, aviatore e trasvolatore, Governatore della Libia e grande colonizzatore, un uomo che realizzava tutto ciò che ideava, che sapeva imporsi sulla mediocrità dei politicanti e degli intriganti.
    Renato Ricci, "il fedelissimo". Roberto Farinacci, sempre pronto a risolvere con fermezza ed efficacia ogni problema, processato ed assolto dal Tribunale istituito per i profitti di Regime, combattente di razza, giornalista ed avvocato di prim'ordine.
    Alessandro Pavolini, scrittore, intellettuale protettore dell'Arte, creatore di tutto ciò che ha lanciato l’immagine di Firenze nel mondo, considerato un eretico dei Regime, nel momento più difficile per il Fascismo ha la capacità e la forza di procedere alla riorganizzazione del Partito, affiancando lo Stato nella risoluzione dei problemi immani che dovette affrontare la RSI, fino a renderlo una componente militare. Seppe morire da coraggioso in piena coerenza con gli ideali professati.
Romegialli, Resega, Costa: altri tre Uomini che con l'esempio e l'opera tenace furono il punto di riferimento per tanti; invano cercarono di evitare la guerra civile ed i primi due pagarono con la vita questo loro impegno.
Seguono le pagine che riguardano Piera Gatteschi Fondelli, la creatrice, organizzatrice e Comandante di quel modello militare che fu il Servizio Ausiliario Femminile, decimato dall'odio belluino partigiano.
Franz Pagliani, politico, combattente, scienziato, organizzatore dei fascismo bolognese ed emiliano è sempre in prima linea, in pace ed in guerra.
    Questi sono solo alcuni dei personaggi che crearono e sostennero con l'opera e con l'esempio il fascismo in Italia. Non provenivano dalle sagrestie o dalle sedi di partito, ma dalla trincea ed in trincea tornarono, quando fu necessario, fino alle estreme conseguenze.
    Nella seconda parte, l'argomento riguarda i Reparti della RSI ed il testo ci propone la nascita e l'opera delle Brigate Nere, che rappresentarono il partito armato voluto da Pavolini, sempre in prima linea ove necessario, pagando un alto tributo di sangue. La Decima Flottiglia MAS nella sua componente di superficie, il Reggimento Paracadutisti "Folgore" da Nettuno al Monte Bianco, il I° Gruppo Caccia di Visconti, il Battaglione d'assalto "Forlì", il Battaglione "9 settembre", il Battaglione Risoluti, la Milice Francaise di Joseph Damand, il Battaglione Bersaglieri "Mussolini" ed il Reggimento Alpini "Tagliamento", sono i Reparti descritti nel testo che, pur nella sua brevità espositiva, ci fornisce la possibilità di conoscere l'apporto di sacrifici e di sangue dato all'Italia sia sui vari fronti di guerra che nella lotta al ribellismo.
    Il testo, corredato da fotografie e documenti, è molto interessante per accedere alle singole pubblicazioni che trattino argomenti in modo più esteso, allo scopo di giungere a quella verità che restituisca alla RSI ed agli uomini che, in un anelito di disinteressato amor di Patria, offrirono la vita e l'avvenire, il riconoscimento di avere operato per il bene dell’Italia.
NUOVO FRONTE N. 202 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno. 

Giorgio Rustia CONTROPERAZIONE FOIBE A TRIESTE
a cura dell’Associazione Famiglie e Congiunti dei Deportati Italiani in Jugoslavia ed Infoibati pgg. 288 - Lire 30.000 Il libro può essere richiesto direttamente all’Autore Giorgio Rustia Tel. 040.365.539
Rustia, Giorgio
ISBD: Contro operazione foibe a Trieste / Giorgio - [S. l. : s. n.], stampa 2000 (S. l. : Riva) - XXXII, 252 p. : ill. ; 24 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Rustia, Giorgio
Soggetti: FOIBE
GUERRA MONDIALE 1939-1945 - TRIESTE - 1943-1945
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Codice identificativo: IT\ICCU\MIL\0462526
    Si è tenuta nelle scorse settimane la prima presentazione del volume di Giorgio Rustia, presso la Casa del Combattente a Trieste.
    Quanto mai opportuna la scelta dell’Autore di organizzare per i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma la presentazione del suo libro, considerato il mare di fango che la storiografia ufficiale, nel più becero rituale vetero marxista, continua a gettare sui valorosi combattenti che difesero i confini orientali della nostra Patria dalle orde slavo-comuniste. Combattenti che si macchiarono di un reato, considerato ancora gravissimo (a più di cinquantanni dalle vicende analizzate), che è quello di essere italiani, sentirsi italiani e nel nome di questa Patria matrigna essersi immolati in sua difesa.
    Accorate le parole del giornalista Marcello Lorenzini (ormai ottantacinquenne, ma lucido testimone di quel tragico periodo) tra i fondatori del Comitato per le Onoranze ai Caduti delle Foibe, che mettono in guardia a non dimenticare quello che è successo nelle nostre terre; che mettono in guardia dall’opporsi tenacemente e con forza a tutti coloro che vogliono negare l’esistenza del dramma delle Foibe o tuttalpiù a giustificarlo come giusta conseguenza delle violenze subite dalle popolazioni slave ad opera di quei "porci fascisti’’, colpevoli di inenarrabili (perchè non storicamente verificabili?) sevizie nei confronti di inermi civili.
Si vuol ricondurre il dramma delle Foibe a dei casi episodici, non inseriti all’interno di un disegno di "pulizia etnica’’ qual è stato. L’attualità più recente ha però dimostrato come questo sistema ignobile di eliminazione, fisica e totale, delle componenti etniche in un territorio, sia radicato nel DNA di quelle popolazioni balcaniche.
    Dopo il discorso introduttivo di Marcello Lorenzini, l’Autore ha esposto, con precisione, alcuni fatti argomentati nel libro, a confutazione, con ironia, dei dati che la cosiddetta "storiografia ufficiale’’porta come verità.
    Sarebbe ora che i cosiddetti "storici’’ affrontassero gli episodi avvenuti nelle terre di Istria, Fiume e Dalmazia dalla fine della prima guerra mondiale al 1945, con imparziale distacco. Se crimini da parte italiana ci sono stati (e certamente in epoche di guerre non tutto riluce di eroismo), tali da giustificara l’orrendo supplizio della Foiba, che siano raccontati e condannati, ma senza la smania di "buttare via il bambino assieme all’acqua sporca’’.
    Mi si conceda una piccola divagazione. All’inizio della presentazione, come succede quasi sempre, le persone che hanno riempito la sala, passavano davanti al banchetto su cui erano esposte le copie in vendita del libro. Soltanto un paio si sono fermati ad acquistarlo. Alla fine, in pochi sono usciti senza acquistare il volume. Che altro dire? Possiamo solo consigliare a tutti i nostri lettori di acquistarlo: non è e non vuole essere un tomo di revisione storica, Contro operazione Foibe a Trieste vuole essere un libro in cui vengono narrati dei fatti, con meticolosa precisione, da un appassionato ricercatore di verità.
NUOVO FRONTE N. 199 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.

Rodolfo Hofer QUANDO I RICORDI... Russia 1941-1943
2ª Edizione - GFP Editore, Azzano Decimo (PN) Pag. 137 - Lire 20.000 Il ricavato della vendita andrà per metà alla costruenda Casa di riposo intercomunale di Azzano Decimo; l’altra metà all’U.N.I.R.R. (Unione Nazionale Reduci dalla Russia) della provincia di Pordenone.
Hofer, Rodolfo
ISBD: Quando i ricordi ... : Russia, 1941-1943 / - 3. ed - Azzano Decimo : GFP, 2000 - 157 p. : ill. ; 24 cm.
Livello bibliografico: Monografia
Tipo documento: Testo a stampa
Nomi: Hofer, Rodolfo
Paese di Pubblicazione: IT
Lingua di Pubblicazione: ita
Localizzazioni: VI0096 - Biblioteca civica Bertoliana - Vicenza - VI
Codice identificativo: IT\ICCU\VIA\0086338
    Rodolfo Hofer è un testimone.
    È il testimone della guerra italiana in Russia durante il secondo conflitto mondiale.
    Quanto ne sanno i giovani di quelle tragiche vicende che videro protagonisti i soldati italiani?
    Con efficacia, come un consumato reporter, Hofer ci riporta a quei giorni di gloria, di vittoria e di sconfitta.
    Con la semplicità che si addice ad un soldato partecipe alla vicenda, l’Autore sa tenerci legati al racconto e ci fa immergere nella realtà del quotidiano, dei piccoli o grandi sotterfugi per ottenere il necessario ed il superfluo, dei rapporti con gli alleati tedeschi, con la popolazione ucraina sia nell’avanzata che nella ritirata.
100.000 Caduti testimoniano l’asperità della lotta condotta contro un nemico feroce ed agguerrito, contro il gelo, la sete e la fame.
    Il Corpo di Spedizione Italiano in Russia e, successivamente, l’Armata Italiana in Russia, seppero mantenere alte le insegne del valore, primeggiando anche nel campo umano nei confronti della popolazione russa che seppe ripagare i nostri soldati durante la ritirata, dividendo con loro lo scarso pane ed il caldo delle isbe.
    Nel testo, oltre alle vicende belliche in Russia, l’Autore tratta anche del periodo trascorso sotto le insegne della RSI, riportando informazioni sconosciute ai più.
    È un testo interessante per chi voglia approfondire la conoscenza della Storia ch’è fatta anche di ricordi personali che meglio ci fanno capire il contesto storico dei grandi fatti.
NUOVO FRONTE N. 198 (2000) Rubrica "Leggiamo assieme" a cura di M.Bruno.


 
 
>>>Titolo privo di Recensione 
Lepre, Aurelio 
ISBD: La storia della Repubblica di Mussolini : Salo - Milano : Oscar Mondadori, 2000 - 353 p. ; 20 cm. - Oscar storia 
Collezione: Oscar storia 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 88-04-48141-2 
Nomi: Lepre, Aurelio 
Soggetti: Repubblica sociale italiana <1943-1945> 
Classificazione: 945.0916 - STORIA. ITALIA. PERIODO DELLARESISTENZA ARMATA E DELLA FINE DEL REGNO,1943-1946 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: BO0465 - Biblioteca del Dipartimento di Scienze dell'Educazione. Universita' degli Studi di Bologna - Bologna - BO 
BO0563 - Biblioteca Sala Borsa - Bologna - BO 
CN0065 - Biblioteca civica - Mondovi' - CN 
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI 
PA0064 - Biblioteca centrale della Regione siciliana - Palermo - PA 
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM 
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM 
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM 
Codice identificativo: IT\ICCU\UBO\1139103 
 
 
>>>Titolo privo di Recensione 
Rossi, Andrea <1967- > 
ISBD: Fascisti toscani nella Repubblica di Salo - Pisa : BFS, 2000 - 159 p. : ill. ; 22 cm. - Biblioteca di cultura storica(( - In cop.: Fascisti. 
Collezione: Biblioteca di cultura storica 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 88-86389-53-1 
Nomi: Rossi, Andrea <1967- > 
Soggetti: Repubblica sociale italiana <1943-1945> - 
Partecipazione dei fascisti toscani 
Classificazione: 945.0916 - STORIA. ITALIA. PERIODO DELLARESISTENZA ARMATA E DELLA FINE DEL REGNO,1943-1946 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI 
LI0006 - Biblioteca dell'Archivio di Stato di Livorno - Livorno - LI 
LI0027 - Biblioteca comunale Labronica Francesco Domenico Guerrazzi. Centro di documentazione e ricerca visiva - Livorno - LI 
MI0305 - Biblioteca Ferruccio Parri - Milano - MI 
MI0339 - Biblioteca delle Civiche raccolte storiche. Museo del Risorgimento - Milano - MI 
MI1022 - Biblioteca dell'Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio - Sesto San Giovanni - MI 
PD0388 - Biblioteca del Centro studi Ettore Luccini - Padova - PD 
PI0112 - Biblioteca universitaria - Pisa - PI 
RA0030 - Biblioteca di storia contemporanea - Ravenna - RA 
RA0069 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza - Alfonsine - RA 
RM0098 - Biblioteca della Fondazione Istituto Gramsci - Roma - RM 
RM0255 - Biblioteca di storia moderna e contemporanea - Roma - RM 
TO0280 - Biblioteca della Fondazione Luigi Einaudi - Torino - TO 
TO0661 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Torino - Torino - TO 
Codice identificativo: IT\ICCU\RAV\0651506 
 
 
>>>Titolo privo di Recensione 
Fioravanzo, Monica 
ISBD: Nel nuovo ordine europeo : documenti del Terzo - Padova : CLEUP, [2000] - 196 p. ; 21 cm. - Annali / Istituto veneto per la storia dellaResistenza e dell'eta contemporanea 
Collezione: Annali / Istituto veneto per la storia dellaResistenza e dell'eta contemporanea 
Livello bibliografico: Monografia 
Tipo di documento: Testo a stampa 
Numeri: ISBN - 88-7178-620-3 
Fa parte di: Annali / Istituto veneto per la storia della Resistenza 
Nomi: Fioravanzo, Monica 
Soggetti: Repubblica sociale italiana <1943-1945> - 
Documenti 
Classificazione: 945.0916 - STORIA. ITALIA. PERIODO DELLARESISTENZA ARMATA E DELLA FINE DEL REGNO,1943-1946 
Paese di pubblicazione: IT 
Lingua di pubblicazione: ita 
Localizzazioni: AL0135 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societa' contemporanea in provincia di Alessandria - Alessandria - AL 
AT0047 - Biblioteca dell'Istituto per la storia della Resistenza e della societàcontemporanea in provincia di Asti - Asti - AT 
BG0299 - Biblioteca dell'Istituto bergamasco per la storia del movimento di liberazione - Bergamo - BG 
BL0081 - Biblioteca dell'Istituto storico bellunese della Resistenza e dell'eta' contemporanea - Belluno - BL 
CN0040 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Cuneo e provincia - Cuneo - CN 
FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI 
MI0270 - Biblioteca-Archivio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - Milano - MI 
MI0305 - Biblioteca Ferruccio Parri - Milano - MI 
MN0144 - Biblioteca dell'Istituto mantovano di storia contemporanea - Mantova - MN 
MO0155 - Biblioteca dell'Istituto Storico della Resistenza di Modena e Provincia - Modena - MO 
NO0061 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in provincia di Novara Piero Fornara - Novara - NO 
PD0158 - Biblioteca universitaria di Padova - Padova - PD 
PD0328 - Biblioteca del Dipartimento di storia dell'Universita' degli studi di Padova - Padova - PD 
PU0154 - Biblioteca-archivio Vittorio Bobbato - Pesaro - PU 
RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM 
TO0473 - Biblioteca dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte - Torino - TO 
VI0005 - Biblioteca Archivio Museo - Bassano del Grappa - VI 
VI0096 - Biblioteca civica Bertoliana - Vicenza - VI 
Codice identificativo: IT\ICCU\PUV\0675576 
 
 

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