Memorie







Questa sezione contiene una serie di testimonianze prodotte o in prima persona o tramite parenti e conoscenti, su persone o eventi correlati in qualche modo al periodo della R.S.I. in Provincia di Genova.


Elenco delle memorie

Pietro G. Oddone (Noemi Serra ved. Castagnone)
Associazione Amici di Fra' Ginepro (Maresciallo Pilota Giuseppe Desideri)



a cura di Pietro Giulio Oddone - Ass. Naz. Famiglie Caduti e Dispersi della R.S.I.
    Delegazione Provinciale di Genova  - C.P.5261 - 16155 Genova Pegli
 

NOEMI SERRA VED. CASTAGNONE

        Lunedì 21 ottobre 1985 moriva improvvisamente all’età di 85 anni la Signora Noemi Serra Ved. Castagnone.
Scomparve in silenzio come per tanti anni era vissuta.
Suo marito, Enrico Castagnone, nato il 25/8/1899, fu combattente nella 1a guerra mondiale, squadrista, partecipò alla marcia su Roma. In servizio dall’inizio della 2a guerra mondiale appartenne prima a reparti territoriali del Regio Esercito, successivamente transitò nella 3a Legione M.A.C.A., con la quale partecipò ad operazioni di guerra sino all’armistizio.
        Il 4/2/1944 si arruolò nella G.N.R. ricoprendo il grado di Vicebrigadiere. L’8 maggio 1945, fu prelevato dalla propria abitazione a Genova in Corso Sardegna e tradotto presso un “tribunale del popolo”. Processato e assolto, venne però ucciso la sera stessa, si presume in Corso Carbonara, dove fu rinvenuto cadavere.
        La Signora Noemi Serra Ved. Castagnone, provata da tanto furore, fu tra le prime ad organizzare l’assistenza alle madri ed alle vedove dei nostri Caduti.
Madre di più figli, in condizioni economiche precarie,  dedicò, da quel momento, ogni istante della sua vita alla ricerca dei Caduti della R.S.I..
        Curava personalmente le sepolture dei fascisti al campo 43 e 44 di Staglieno, apponendo su ogni tomba ad ogni nostra ricorrenza, una girandola di celluloide con la bandiera d’Italia e questa girando e sventolando il tricolore  ricordava ad ognuno che là giaceva un nostro martire.
        Spesso si trovava a difendere questi sepolcri dalla teppaglia rossa che in quei giorni si scagliava belluinamente su quei tumuli devastandoli a calci od orinandovi sopra. Io personalmente, ragazzo non ancora decenne, ne fui testimone e ricordo con quanta passione  e fermezza questa donna si opponeva  a tale scempio, aiutata da qualcuno dei nostri che trovava il coraggio di opporsi a ciò. Ricordo con ammirazione il nostro Tassistro Giuseppe, oggi non più tra noi, ma allora come sempre, tenace difensore dei nostri martiri.
        Da qualsiasi parte le venissero segnalate fosse di Caduti della R.S.I., lei accorreva sul posto, ne curava l’esumazione, portando spesso con sé i resti che le sue mani pietose avevano raccolto.
        Documentava con foto i resti recuperati, ed aveva un archivio fotografico dei nostri Caduti di cui conservava i nomi e gli indirizzi. Conservava le testimonianze rese dai commilitoni, dagli amici, dai parenti spesso evidenziando i nomi degli esecutori quando ne veniva a conoscenza.
        In virtù della legge 9 gennaio 1951, che tutela le spoglie mortali dei Caduti della R.S.I., riuscì a recuperare la maggior parte delle salme dei trucidati di Genova.
        Si batté affinché ai resti dei nostri Caduti fosse data una degna sepoltura, ed interpellando ogni famiglia, ottenne  le necessarie autorizzazioni per riunirli tutti, noti e non identificati, in un Ossario, che nel frattempo il Comune di Genova, sotto la spinta di nostri Consiglieri, aveva costruito nel cimitero di Staglieno.
        Il Sacrario venne inaugurato nel 1954 e volle che fossi io, figlio del primo Caduto della R.S.I. a Genova, a portare in quella occasione la Bandiera dell’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi della R.S.I. nominandomi Alfiere dell’Associazione.
        Oggi i resti, racchiusi in quest’Ossario, ammontano a 1567  di cui circa 300 sono stati identificati.
Anche in Vara Superiore (SV) si prodigò nella ricerca di salme di nostri Caduti.
Alcune spoglie furono consegnate ai famigliari, quelle dei Caduti della San Marco furono trasportate nel Cimitero delle “Croci Bianche “ di Altare. Per ogni Cerimonia ottenne il picchetto d’onore.
        Ricordo, nel suo ufficio, l’elmetto di un “San Marco” e la sua tristezza per non aver potuto localizzare la maggior parte dei “San Marco” scomparsi al Monte Manfrei. Parlava spesso di un’esplosione provocata  ad arte per nascondere per sempre, con il crollo di parte di una collina, i resti di nostri militari là massacrati.
        Su quel monte, venne eretta una Croce a ricordo perenne di quei resti mai ritrovati, ma ancor oggi da qualche parte giacenti....
        Al cospetto di quella Croce, nel ricordo dei nostri Caduti, ricordiamo la Signora Noemi Serra Ved. Castagnone che per prima volle quella Croce, e che ancor oggi, nel suo stagliarsi nel cielo di Liguria, la onora.
        Infinite furono le sue esperienze, innumerevoli i sacrifici, le umiliazioni, le rinunce, ma niente la fermava.

Lei personalmente cita:

        ...era un giorno di primavera, nei primi anni cinquanta, camminavo in un bosco dell’entrotrerra genovese verso un luogo indicatomi da una lettera anonima, portando con me, come sempre in quei casi una piccola zappa.
Giunta alla radura che mi era stata descritta vidi ai margini un praticello ricoperto di piccole margherite bianche, “terra grassa” pensai “l’informazione è giusta!”.
Non mi potevo sbagliare , avevo ormai tanta esperienza.
Presa la zappetta iniziai a scavare , pensando che appena fosse apparso il primo osso avrei dovuto ricoprire il tutto e recarmi dai Carabinieri per la solita procedura.
Assorta nel mio lavoro non sentii i tre uomini che mi erano giunti vicini, quando uno di loro, con fare minaccioso mi chiese: “Cosa cerca lei, qui?”.
Per un attimo ebbi paura, poi guardandolo dritto negli occhi risposi: “Cerco quelli che ci avete sotterrato voi!”. Rimasero muti per un istante, poi quello che aveva parlato, disse agli altri: “Andiamo via”. “Anche questa è fatta” pensai e ripresi a scavare. ...

        Il suo apostolato si compì nel 1965, quando lasciò l’Associazione. per ritirarsi definitivamente nell’anonimato.
        Più tardi, a riconoscimento del suo lavoro, le venne consegnata una pergamena con le firme di tutti i parenti dei Caduti rintracciati, la firmai anch’io con grande emozione.
Lei non amava parlare di sé, ricordava i Caduti come i suoi testimoni ed in silenzio trascorse i suoi ultimi anni sino alla morte che la condusse in Cielo tra i nostri Eroi.

        Grazie, cara Signora Noemi, sarai sempre nei nostri cuori.



a cura di Carlo Viale - Associazione Amici di Fra' Ginepro
 

MARESCIALLO PILOTA GIUSEPPE DESIDERI

        Nato a Pontebuggianese (Pistoia) il 31/08/1912.
        Nel 1937 parte volontario per la guerra di Spagna nella Regia Aeronautica.
        Nel 1940-41 combatte sul fronte Greco-Albanese e in Africa settentrionale.
        Più volte decorato al valore in varie operazioni di guerra.
        Dopo l'otto settembre 1943 aderisce alla R.S.I. come pilota del 2° gruppo caccia "Diavoli Rossi" dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana.
        Il 26 luglio 1944 concorre all'abbattimento di due bombardieri quadrimotori USA tipo B-24 nei pressi del mare di Pola.
        Il 30 luglio 1944 parte su allarme, insieme ad altri due caccia dall'aeroporto di Reggio Emilia contro una formazione di bombardieri anglo-americani diretti sulle città dell'Emilia scortati da più caccia modello P-47 "Thunderbolt".
        Il maresciallo Desideri pilota il suo Messerschmitt Me 109 G6-R3 "Gustav" armato di una mitragliera coassiale da 20 mm e due mitragliatrici MG 131 da 13 mm.
        Lo scontro avviene intorno alle ore 10 sul cielo della Liguria a nord-est di Genova, due caccia italiani vengono colpiti dal poderoso fuoco dei P-47. Uno, pilotato dal sergente Mazzi, riesce a disimpegnarsi fino a prendere terra nei pressi di Bobbio (PC); il maresciallo Desideri invece, forse colpito direttamente dal fuoco nemico, precipita senza scampo in località Fosso di Riola nel comune di Torriglia (GE).
        Lascia moglie e due bambini, una di quattro e l'altro di cinque anni, una famiglia che non ha usato come scusa per sottrarsi al combattimento che lo vedrà cadere per l'onore d'Italia.

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Il maresciallo pilota Giuseppe Desideri

Il modello di aereo pilotato dal maresciallo Desideri:
Messerschmitt Me 109 G6-R3